Novara - "La manovra presentata dal Governo domenica scorsa (4 dicembre) - spiega l'on. Gianni Mancuso (Pdl) - porta nel titolo il suo obiettivo dichiarato: “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”. Del resto compito del Governo Tecnico è quello di approntare provvedimenti non politici, ma capaci di avere un impatto sulle poste di bilancio dello Stato e di costruire solidi volani di rilancio dello sviluppo finanziario e reale. Questo significa imporre un regime di rigore all’economia per risollevare la situazione da un momento di crisi, altrimenti non ci sarebbe stata necessità di un Governo Tecnico. Ma non si riesce davvero a capire quale sia il risultato di crescita che alcune delle misure previste dalla manovra del Governo guidato dal Premier Monti vogliano raggiungere. Sono Segretario della XII Commissione parlamentare (Affari Sociali e Sanità) e intendo parlare dei provvedimenti che sono al vaglio della mia Commissione e che toccano materie da sempre alla mia attenzione, politica e professionale. L’articolo 32 della manovra, ad esempio, prevede la vendita dei farmaci di classe C (ovvero quelli con obbligo di ricetta e non rimborsabili dal SSN; non stiamo parlando, quindi, di compendi sanitari come cerotti o termometri, ma di veri e propri farmaci con principi attivi portatori di effetti collaterali) anche presso le parafarmacie e i corner della grande distribuzione organizzata. Quale effetto ha sula contabilità pubblica un articolo del genere? Assolutamente nessuno! Si allarga solo la rete di distribuzione farmaceutica, senza toccare le piante organiche previste ex lege,senza nessun aumento prevedibile delle entrate pubbliche. Si esautorano, così, le farmacie del loro importante ruolo sociale positivo: spesso si va dal farmacista prima ancora che dal medico di base per un consiglio, trovando nel farmacista la professionalità data dal conseguimento di una laurea e da anni di esperienza. La farmacia è spesso il primo contatto con il Servizio Sanitario Nazionale, dove il cittadino può trovare una consulenza seria e competente. Sono davvero deluso e mortificato: sono queste le misure strutturali con cui il prof. Monti pensa di risollevare le sorti del nostro Paese? Provvedimenti come questo mortificano la professionalità della figura del farmacista, ma, Professor Monti, i professionisti non sono orrendi arricchiti che godono di orrendi e ingiustificati privilegi, come certa ideologia cerca da sempre di stereotiparli, ma lavoratori che traggono reddito dal proprio mestiere e che, come tutti gli italiani in questi anni di crisi, hanno dovuto affrontare notevoli difficoltà e diminuzioni di reddito senza, peraltro, godere degli ammortizzatori sociali concessi, invece, ai lavoratori dipendenti. Rattrista verificare che la prima cosa fatta da questo Governo è stata recuperare una proposta puramente ideologica del Governo Prodi, che intendeva colpire i professionisti, in questo caso i farmacisti, senza nessun ritorno positivo per lo Stato. La cosa fa sorgere leciti dubbi sulla apoliticità di questo Governo…. Altro punto veramente inconcepibile sotto molteplici aspetti è la richiesta, alle Casse privatizzate dei professionisti (quali medici, veterinari, farmacisti, ingegneri, architetti, ragionieri, commercialisti, notai, avvocati, geometri, periti industriali…) di una riforma, da attuarsi entro tre mesi, che porti a un saldo previdenziale positivo per i prossimi 50 anni. La cosa è impensabile già a partire dai suoi termini temporali: basti pensare che per attuare le riforme, chieste dal Governo nel 2007, per portare l’assicurazione di stabilità delle Casse da 15 a 30 anni sono stati necessari tre anni. Richiedere simili interventi in soli tre mesi sembra solo un pretesto per poter cogliere le Casse in presunto fallo e potersi arrogare il diritto di inglobarle nel settore pubblico e di appropriarsi dei loro patrimoni. Patrimoni, però, accumulati negli anni dai 2 milioni di professionisti rappresentati dalle Casse! E i professionisti, oltre a versare i contributi richiesti dal proprio Ente previdenziale privato, in quanto cittadini pagano, con le tasse, anche il buco degli Enti previdenziali pubblici che, ad oggi, non possono certo vantare stabilità o saldi previdenziali positivi! Gli Enti previdenziali privati, inoltre, sono una platea che si auto sostiene attraverso i versamenti dei propri iscritti e che non riceve finanziamenti da parte dello Stato; erogano emolumenti pensionistici per i “loro” quasi 500.000 pensionati, mantenendo i propri bilanci in equilibrio e non impattando in alcun modo sul pubblico. Anche in questo caso, quindi, qualsiasi intervento sulla loro gestione non ha alcun impatto sui conti statali e la norma si colora così di un intento che di tecnico non ha proprio nulla! La manovra prevede anche l’accelerazione della riforma degli Ordini, che si chiede conclusa entro i prossimi 8 mesi. Gli Ordini si sono detti disponibili, ma certo bisogna chiarire le modalità di intervento e soprattutto qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere con questa riforma, cose cui la nuova normativa non fa cenno. Si è pensato solo a mettere nero su bianco le misure punitive nei confronti degli Ordini dei professionisti, senza nemmeno specificare quali siano le richieste dello Stato, quasi si fosse già certi che, tanto, con questi limiti temporali, non sarebbero stati raggiungibili dalle rappresentanze dei professionisti. La crisi c’è ed è implacabile, tutti dobbiamo prepararci a fare sacrifici per il bene comune, compresi i singoli professionisti, le Casse e gli Ordini. Del resto, esse sono state sempre pronte a collaborare con le richieste dello Stato e dei Ministeri vigilanti: prova ne sono le recenti manovre che, per raggiungere gli obiettivi di stabilità e sostenibilità prospettiche richieste, hanno imposto ai professionisti aumenti delle aliquote contributive. Ma devono essere sacrifici che portino a dei risultati concreti e positivi, il Governo non può usare la crisi come un pretestuoso piede di porco per scardinare le porte degli Enti dei professionisti!".