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L'on. Mancuso (Pdl) 'interroga' il ministro Catania sui pozzi a Carpignano Sesia

L'on. Gianni Mancuso (Pdl)

Novara - Interrogazione a risposta scritta dell'on. Gianni Mancuso al Ministro delle Politiche agricole e forestali e al Ministro dell’Economia. Tema: i pozzi petroliferi che si vorrebbero realizzare nell'area di Carpignano Sesia. "A marzo 2012, la divisione exploration &production di ENI ha presentato, presso gli uffici competenti della Regione Piemonte, della Provincia di Novara e del Comune di Carpignano Sesia, gli atti relativi alla realizzazione del progetto “Carpignano Sesia 1”, che prevede la perforazione di un pozzo esplorativo per la ricerca e lo sfruttamento del petrolio sul territorio comunale; le attività previste dal progetto sono: allestimento della postazione del pozzo per ricevere l’impianto di perforazione, perforazione del pozzo di ricerca, completamento, spurgo e prove di produzione, ripristino territoriale parziale (in caso di esito positivo) e messa in sicurezza del pozzo, chiusura mineraria del pozzo e ripristino territoriale totale (in caso di esito negativo); la documentazione presentata dall’ENI risulta priva della quantificazione esatta dei danni che verranno arrecati al territorio; in sede di Conferenza dei Servizi, tenutasi in data 24 aprile 2012 per la valutazione del progetto, il Sindaco del Comune di Carpignano Sesia ha espresso preoccupazione in merito alla localizzazione e al possibile impatto ambientale dell’’opera, il Sindaco del Comune di Ghemme ha espresso parere negativo motivato, l’ASL ha rilevato l’opportunità di una valutazione circa la localizzazione dell’impianto e le possibili alternative, l’ARPA Piemonte ha richiesto chiarimenti in relazione ai parametri ambientali e all’area interessata; in base alla normativa nazionale vigente (D.L. 152/2006 e s.m.i. “Norme in materia ambientale”), della Legge Regionale 40/1998 e della Delibera della Giunta Regionale 63/11032/09, il progetto dev’essere assoggettato a procedura di valutazione di impatto ambientale; il progetto di trivellazione ha suscitato viva preoccupazione nelle industrie del settore agro manifatturiero e alberghiere della zona, temendo la contaminazione del territorio e la messa in crisi della propria reputazione produttiva “basata su un rapporto diretto con il consumatore finale, il quale ha fiducia di trovare prodotti di filiera ancora ottenuti in un contesto ambientale integro”; sette aziende hanno orientato le loro scelte energetiche verso fonti rinnovabili ( fotovoltaico su strutture preesistenti e impianto di biogas finalizzato alla produzione di energia elettrica, a filiera corta, suscettibile di ulteriori implementazioni come il teleriscaldamento); l’orientamento verso lo sfruttamento e l’implementazioni di fonti energetiche rinnovabili appartengono al programma europeo 2020, considerandolo una prerogativa fondamentale per il corretto sviluppo economico, oltre che ambientale; i lavori di trivellazione per la ricerca del petrolio appartengono, quindi, ad un moduspensandi anacronistico, oltre che evidentemente dannoso per il territorio piemontese; la perforazione esplorativa “Carpignano Sesia1” andrà a insistere in zona a destinazione agricola, rientrante nella “fascia C” del PSFF, ovvero in area soggetta a esondazione catastrofica con tempo di ritorno in 200 anni; i cittadini di Carpignano avevano raccolto 700 firme (su 2.568 abitanti) chiedendo un referendum consultivo sulla questione; la relazione idraulica realizzata nella primavera del 2003 dall’Ing. Martinoli su incarico del Comune di Carpignano Sesia afferma che “L’attuale sistema arginale in sinistra idrografica del Fiume Sesia (sarebbe) idoneo a contenere i deflussi di piena almeno fino a tempi di ritorno duecentennali”. In particolare la relazione idrologica afferma che l’area (attualmente interessata al pozzo) si colloca interamente nella fascia “C” nel Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, ovvero in un’area d’inondazione per piena catastrofica; ciò significa che si assume la possibilità d’inondazione per queste aree quando la portata coincide con la massima piena storicamente registrata se corrispondente ad un tempo di ritorno superiore ai 200 anni, o in assenza di essa, con la piena di T.R. di 500 anni; il pozzo esplorativo sarà ubicato a fianco alla circonvallazione, nel tratto che corre da nord a sud parallelamente all’argine del fiume Sesia; è documentalmente accertato che il rischio alluvionale per tale comune provenga proprio da nord e da nord-ovest (cfr. Quaderno n° 8 della Regione Piemonte – Settore Prevenzione del rischio geologico meteorologico e sismico intitolato “Analisi comparata dell’evoluzione storica dell’alveo del fiume Sesia e delle piene del novembre 1968 e settembre 1963 finalizzata alla prevenzione degli effetti indotti da eventi alluvionali”; nel 1948, 1951, 1952, 1968 e 1982 (quindi negli ultimi 60 anni) si sono verificate esondazioni disastrose del Sesia le quali hanno interessato il territorio di Carpignano ed in particolare l’area dove si prevede la realizzazione del pozzo esplorativo, arrivando addirittura ad asportare (1948) un tratto di circa ml. 100 della Strada Provinciale Ghislarengo - Carpignano esattamente nel punto ove oggi si inserisce la circonvallazione; per il territorio del Comune di Carpignano è da tempo previsto – a motivo del grave rischio alluvionale – un codice di allertamento n° 2 (piene con tempi di ritorno compresi fra i 2 e i 20 anni), ovvero n° 3 ( piene con tempi di ritorno compresi fra i 20 e i 200 anni); incuriosisce il fatto di come i due fondi comunali, oggi interessati dall’insediamento dell’E.N.I. (Particella 238 del Foglio 22 e Particella 90 del Foglio 9 / allegato C), fossero per la maggior parte della loro estensione inclusi nell’area vincolata a valore ambientale in P.R.G.C. 2004 (allegato A), perché adiacenti al bosco dei Preti ( area qualificata dalla Regione Piemonte come sito di interesse regionale S.I.R.: codice identificativo IT 1150009 ai sensi della direttiva CEE92/43 nonché come biotipo, che è quindi sottoposto a tutela ai sensi della l. Regione Piemonte 22 marzo 1990 n° 12), mentre nella successiva variante 2006 (vedi allegato B) la parte dei suddetti immobili precedentemente vincolata, risulti chirurgicamente esclusa dal vincolo e risulti esattamente collimabile con l’area occupata dal progetto per la piattaforma estrattiva dell’E.N.I. (allegato D); dall’esame del Cap.3 – progettuale, si nota che la vasca di raccolta della acque drenate si trova al di sotto della piattaforma di perforazione costruita fuori terra, con argini in terra e rivestimento in PVC (relaz. progetto fattibilità) con quote non definite. Tale posizione fa temere per la sicurezza poiché in caso di evento catastrofico e/o di esondazione del fiume è ovviamente ipotizzabile un interessamento di tutta l’area che verrebbe contaminata con le acque stoccate; esiste sicuramente un pericolo di commistione tra le falde freatiche e artesiane, evidenziato anche dal dott. Romano a pag. 9 della relazione Geologico_tecnica allegata al P.R.G.C. dove testualmente si legge: “esistono invece rapporti con la falda freatica: l’emungimento dei pozzi profondi degli acquedotti comunali, infatti, determina l’abbassamento delle falde artesiane, con l’innesco di fenomeni di deflusso verticale attraverso i materiali semipermeabili, che richiama acqua dall’acquifero superficiale”, che potrebbe essere inquinato da riversamento dei fanghi o altro, conseguente a fenomeni estrattivi e/o di perforazione o eventi catastrofici; nelle relazioni allegate al progetto non si fa alcun riferimento all’importantissima TAV. 8 del Piano Territoriale delle Acque (P.T.A.) della Regione Piemonte, avente come oggetto “zone di protezione delle acque destinate al consumo umano”, in cui si vede chiaramente che il territorio di Carpignano Sesia insiste completamente in una zona denominata “Area di ricarica delle falde utilizzate per il consumo umano”; l’area in oggetto è a destinazione agricola e inserita in Classe di Zonizzazione Acustica III, per le quali il limite massimo di emissione acustica diurna è fissato in 55 dB(A) e notturna in 45 dB(A); Tali valori sono assimilabili al rumore esistente in un ufficio mediamente affollato; si sottolinea l’estrema delicatezza dell’intero agglomerato storico (Chiesa di sant’Agata, Castello Ricetto Medioevale, l’edificio San Pietro nel Castello), già ampiamente segnato da processi fessurativi generalizzati, causati da recenti fenomeni di abbassamento della falda acquifera: ci pare chiaro che le forti vibrazioni e la loro incognita propagazione potrebbero causare dei danni irreversibili a queste antiche e fragili costruzioni; va anche tenuto in considerazione il rischio di inquinamento atmosferico (emissione di CO2 e PM10) associati all’uso di mezzi pesanti e al funzionamento, pressoché ininterrotto, dei motori diesel necessari al funzionamento della trivella rotante; altro fattore di inquinamento è costituito dalla fiaccola di sicurezza (par. 3.5.4– studio di impatto ambientale) destinata alla combustione in loco di eventuali residui gassosi liberatisi dal giacimento durante la perforazione esplorativa o non convogliabili con il prodotto estratto in fase di utilizzazione del giacimento; i due fattori singolarmente presi non superano le soglie di inquinamento atmosferico legislativamente tollerate, ma il loro combinato disposto è di sicuro pericolo per l’inquinamento della zona; non trascurabile è l’inquinamento luminoso associato all’impiego di un’illuminazione continua di elevata intensità, che produce nelle ore notturne un effetto di luce crepuscolare, dannoso per il mantenimento del bio-equilibrio della fauna presente nella zona; il progetto non tiene conto dell'incremento di traffico cui saranno sottoposte le strade comunali e/o extracomunali percorse dai mezzi di cantiere utilizzati nella realizzazione del pozzo e nella fase di estrazione, che attraversano zone di elevato pregio, sia dal punto di vista storico-ambientale, che dal punto di vista agricolo; se il Governo intenda invitare l’ENI a riconsiderare l’opportunità del progetto “Carpignano Sesia1”; se il Governo intenda promuovere una massiccia campagna informativa sull’opportunità della ricerca, sfruttamento e implementazione di fonti energetiche alternative e rinnovabili".