Novara - “Il Governo Monti - ci scrive l'on. Gianni Mancuso (Pdl) - pretende di essere un Governo tecnico, al di sopra di qualsiasi ideologia politica, ma la sua maschera è caduta ancor prima di insediarsi, nel momento in cui il professore si è fatto nominare Senatore a vita. E, infatti, si vede costretto a porre la fiducia sulla sua manovra, non potendo già più, a soli due mesi dal suo insediamento, contare sulla totalità dei voti parlamentari. Sul mio non di certo”. L’on. Gianni Mancuso non parteciperà alla votazione della fiducia sul decreto “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”. “La manovra non contiene alcuna norma utile al risolleva mento del Paese, ma è solo un capestro che si fa sempre più stretto attorno al collo del ceto medio. La compagine governativa, che pretende di essere apartitica, è in realtà intrisa di ideologia sinistra, e lo dimostrano le molte norme, contenute nella manovra, di prodiana memoria. L’articolo 32 della manovra, ad esempio, prevede la vendita dei farmaci di classe C (ovvero quelli con obbligo di ricetta e non rimborsabili dal SSN; non stiamo parlando, quindi, di compendi sanitari come cerotti o termometri, ma di veri e propri farmaci con principi attivi portatori di effetti collaterali) anche presso le parafarmacie e i corner della grande distribuzione organizzata, come le COOP. Quale effetto avrà sulla contabilità pubblica un articolo del genere? Assolutamente nessuno! Semplicemente si allarga solo la rete di distribuzione farmaceutica, senza toccare le piante organiche previste ex lege,senza nessun aumento prevedibile delle entrate pubbliche. Si esautorano, così, le farmacie del loro importante ruolo sociale positivo: spesso si va dal farmacista prima ancora che dal medico di base per un consiglio, trovando nel farmacista la professionalità frutto del conseguimento di una laurea e di anni di esperienza. La farmacia è spesso il primo contatto con il Servizio Sanitario Nazionale, dove il cittadino può trovare una consulenza seria e competente. Sono davvero deluso e mortificato: sono queste le misure strutturali con cui il prof. Monti pensa di risollevare le sorti del nostro Paese? Se sono queste le liberalizzazioni tanto da Lei decantate in queste settimane, prof. Monti, confesso che il Paese ne poteva tranquillamente fare a meno. La manovra, all’articolo 24, prende di mira anche i professionisti, quarta forza produttiva del Paese, e le loro Casse di previdenza private, le quali sono pienamente autonome, si auto sostengono e non ricevono alcun finanziamento pubblico. Si chiede a questi Enti di dimostrare, entro sei mesi, un saldo previdenziale (ovvero il rapporto tra entrate contributive e uscite per prestazioni pensionistiche) positivo per i prossimi 50 anni, quando gli Enti previdenziali pubblici non possono dimostrare un saldo previdenziale pubblico nemmeno per l’anno corrente. E la manovra prevede anche un prelievo dell’1% sulle pensioni dei professionisti (senza specificare un tetto massimo o minimo, ma prendendo in considerazione la generalità dei nostri pensionati), senza considerare che essi versano i contributi alla loro Cassa privata, che poi provvederà autonomamente e senza nessun contributo pubblico a pagar loro la pensione e, attraverso le tasse, contribuiscono anche a coprire il buco INPS, Ente pubblico da cui non riceveranno un soldo! Da anni sono donatore di sangue, organizzo campagne di donazione presso la Camera dei Deputati, presso i i medici veterinari e in futuro vorrei estendere questo impegno a tutte le Casse e ritengo che sia quello il modo giusto per chiedere il sangue ai professionisti, non quello ideato dal Governo! Per tutti questi motivi, non intendo partecipare alla votazione della fiducia che darà l’avvallo a una manovra che strangolerà i cittadini già in difficoltà senza portare alcun vantaggio strutturale e senza toccare i grossi contribuenti. Lasciatemi usare, per una volta, uno slogan tanto caro a quella sinistra che domani in aula alzerà la manina per votare una manovra che va contro tutti i loro proclami: non nel mio nome!”.