Novara - "Sono felice e onorata di comunicare - afferma l'on. Elisabetta Rampi (Pd) - che l’8 marzo, in occasione della giornata internazionale della donna, sarò a Bruxelles in rappresentanza del Parlamento italiano e parteciperò alla riunione delle Commissioni competenti per le pari opportunità dei Parlamenti nazionali sul tema “Pari retribuzione per pari lavoro”. Purtroppo, nonostante le buone leggi conquistate dalle donne italiane, il nostro Paese non brilla in tema di parità, ma al contrario è ancora vittima di una cultura maschilista che fatica a lasciarsi alle spalle. Per quanto riguarda la differenza salariale tra uomini e donne, secondo i dati ufficiali ottenuti prendendo a riferimento la paga oraria lorda, la situazione sembrerebbe assolutamente sotto controllo, con un gap del 5,5% rispetto alla media europea del 16,4%... Ma se i rilevamenti vengono fatti su un arco temporale più lungo, così come dimostra un'analisi del Centro Studi sintesi su dati Istat, prendendo a riferimento la paga mensile netta, allora si scopre che il divario salariale tra lavoratrici e lavoratori arriva oltre al 20% : una disparità intollerabile! Tra i motivi che penalizzano le donne dal punto di vista economico, particolare rilievo assume ancor oggi la segregazione occupazionale, ovvero il fatto che le donne siano occupate, spesso con contratti atipici o part-time, in settori in cui gli stipendi sono inferiori e in generale ai livelli più bassi degli inquadramenti contrattuali. A questo si aggiunge la ripartizione iniqua dei carichi familiari e l'inadeguatezza dei servizi che costringe una percentuale altissima di donne ad interrompere l'attività lavorativa per prendersi cura dei figli e dei familiari non autosufficienti. Il cammino che abbiamo davanti è ancora lungo e la crisi rende tutto molto più difficile. In occasione di questa giornata chiediamo al governo di investire sul lavoro delle donne incentivandone le assunzioni, ripristinare la legge sulle dimissioni in bianco, garantire la parità salariale, destinare i risparmi ottenuti con la riforma delle pensioni ai servizi e alla conciliazione tra lavoro e famiglia e correggere, ove possibile, la riforma delle pensioni con una maggiore equità e gradualità in uscita".