Novara - "Anziché rispondere alle battaglie che da anni i medici veterinari rivendicano e di cui sono tra i promotori, come la riduzione dell’IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi per animali il Governo ha introdotto le spese per prestazioni veterinarie tra le categorie del redditometro, classificandole tra le spese di lusso"; è amareggiato il deputato e medico veterinario Mancuso, commentando il nuovo redditometro presentato dall’Agenzia delle Entrate: "Nella precedente versione del redditometro era già inserito il possesso di un cavallo e le spese per il suo sostentamento, e avevo presentato un’interrogazione per eliminare questa incongruenza, che apriva le porte alla considerazione del possesso e della cura di un animale come di una cosa, anziché di un essere senziente. Nelle case italiane vivono ben 15 milioni di cani e gatti, 16 milioni di pesci, 12 milioni di uccelli, 500.000 roditori e 1,5 milioni di altre razze di animali. Quasi la metà delle famiglie è ormai mononucleare e la compagnia di un animale domestico diventa fondamentale fonte di affetto, oltre che parte integrante della famiglia stessa. Il ruolo sociale degli animali, nell’ambiente domestico, come nei progetti di pet therapy e nei progetti di affiancamento ai disabili è indubbio e introdurre le spese per la loro salute tra quelle di lusso è cosa risibile. Le veterinarie non sono spese di lusso e considerarle tali è semplicemente ridicolo: i numeri parlano di quasi un animale in ogni famiglia e di spese famigliari stiamo parlando. L’evasione fiscale è una triste realtà del nostro paese ed abbiamo senz’altro bisogno di serie e incisive misure per combatterla. Ma non è introducendo delle spese popolari come quelle veterinarie tra gli indicatori di lusso che riusciremo ad arginare l’evasione. E’ solo motivo di imbarazzo e di sconcerto per me e per tutta la categoria dei medici veterinari".