![Massimo Contaldo Massimo Contaldo](https://www.freenovara.it/sites/default/files/imagecache/400xY/massimo_contaldo_3.jpg)
Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Massimo Contaldo, già assessore ai Servizi sociali nella Giunta Giordano e oggi esponente di spicco nel centro-destra novarese. "Parlare di TAV e non parlare di Emergenza Abitativa è un tema riduttivo, ma soprattutto come affrontare il problema sempre più crescente della povertà e di coloro che non hanno una economia familiare per sostenere le spese di un alloggio, ammesso che di alloggi ce ne siano. Il campo TAV avrebbe dovuto avere una connotazione di alloggio temporaneo con la possibilità di dare tempo al nucleo familiare di potersi riorganizzare, uscendo da un momento di estrema difficoltà per reinserirsi nella vita normale. Ma ecco il primo incaglio: quante famiglie hanno avuto modo di riorganizzarsi ritrovando il lavoro perso è una economia sostenibile che possa affrontare le spese di un alloggio? E quanti alloggi sono stati dedicati alle famiglie in condizioni di Emergenza Abitativa soggette alla graduatoria OPECA. Tanti i nuclei in emergenza, pochi gli alloggi disponibili, ed ecco che il Campo Tav per la sua vera natura di residenza temporanea è destinato sempre di più a crescere e a non trovare una soluzione senza che, è di questo ci dobbiamo rendere conto, provvedere a una vera trasformazione del welfare per fronteggiare una dilagante crescita di povertà nel l'indifferenza di una società che spesso fa finta di non vedere. Ho la netta impressione che per il nostro Sindaco il tema dell'emergenza abitativa non esista. A essere onesti, il diritto alla casa è stato cancellato dalle priorità del Paese da più di un decennio. La vicenda appare ancor più grave se pensiamo a cosa sta accadendo nella gran parte delle città italiane. Da tempo sostengo che in tutte le città ci siano molte più abitazioni che famiglie. Perché non si tenta di far emergere il mercato nero con controlli a tappeto? Perché non si agisce in fretta a sostegno dell'emergenza abitativa verificando le condizioni di accoglienza temporanea del patrimonio pubblico e privato disponibile? Con il decreto sull’Imu, il Governo ha promesso di dare una risposta al disagio abitativo. I 20 milioni di fondo di sostegno alla morosità prevista dal decreto per il 2014 e 2015 sono gocce nel deserto. L’aiuto vale metà di quanto l’esecutivo non abbia scontato ai costruttori che lasciano ancora stabili vuoti. L’Imu è stata tolta anche a loro e il mancato incasso, secondo il governo, è pari a 38 milioni di euro. Secondo le stime più prudenti, gli alloggi invenduti in Italia sarebbero 200mila, secondo altre 600 mila. Riassumo in breve: le famiglie che in Italia vivono una situazione di particolare difficoltà sono tante. Il perdurare della crisi economica ha determinato un calo di reddito dei nuclei famigliari. Alla perdita del posto di lavoro spesso segue in breve tempo quella della casa a causa degli sfratti per morosità, che nel 2014 hanno subìto un'ulteriore crescita rispetto al 2013. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2013 il 28,4% delle persone residenti era a rischio di povertà o esclusione sociale. Gli sfratti per morosità crescono anno dopo anno e oggi sono il doppio e, in alcune città, anche il triplo rispetto al 2008. Andrebbe poi fatta una riflessione più generale sul patrimonio pubblico, che in Italia rappresenta il 5% degli immobili. Una percentuale ridicola rispetto a quella di molti Paesi europei: il 15% in Germania e Francia, il 20% in Inghilterra, il 35% in Olanda. Con un numero così esiguo di case popolari non c'è da stupirsi che un milione di famiglie, che avrebbero diritto ad una casa popolare, rimangono senza una risposta per la carenza di abitazioni disponibili. Campo TAV un granello di sabbia nel deserto".