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MOROSITÀ NEI PAGAMENTI DELLE MENSE: SI CAMBIA STRADA

Novara - La giunta comunale ha approvato una importante delibera di indirizzo che affronta in modo organico il problema dei mancati pagamenti del servizio delle mense scolastiche. «Un problema – ha spiegato nel corso di una conferenza stampa l’assessore all’istruzione Margherita Patti – che negli ultimi anni aveva assunto dimensioni insostenibili, e che non era mai stato gestito con strumenti adeguati. Già l’anno scorso avevamo denunciato la situazione, ed abbiamo iniziato un minuzioso lavoro di verifica, di contatto e di sollecito. Grazie a questo impegno, da quasi 3000 famiglie in debito siamo scesi a 99 morosi al momento “irriducibili”, che non hanno risposto in alcun modo alle comunicazioni. Tutti gli altri hanno saldato il proprio debito o hanno concordato un piano di rientro iniziando a pagare. Il nostro intento – ha proseguito l’assessore Patti – non è però solo quello di bonificare una situazione molto deteriorata, ma quello di stabilire regole certe, che varranno da ora in poi in tutti i casi».

La delibera prevede, in caso di morosità, sette step:

-       verifica che l’interessato non rientri nella tipologia delle persone prese in carico dai Servizi Sociali e quindi già destinatari di esenzione dal pagamento;

-       1° sollecito scritto a cura della Ditta Che gestisce il servizio con indicazione del termine di pagamento entro 15 giorni dal ricevimento della comunicazione;

-       2° sollecito scritto a cura del legale della Ditta con indicazione del medesimo termine di pagamento, e con indicazione di proposta di rateizzazione, con relativa comunicazione all’Ente dell’avvenuto invio;

-       inoltro al Comune dell’elenco e documentazione relativa agli utenti rimasti morosi successivamente alla scadenza del termine di cui al 2° sollecito,

-       convocazione presso le scuole, in accordo con le dirigenze scolastiche, per un colloquio, di tutti gli utenti per i quali esista, dagli elenchi trasmessi da parte della ditta, una sentenza passata in giudicato;

-        ulteriore esame da parte del Comune delle eventuali situazioni sociali delle quali farsi carico, da una Commissione composta dal Dirigente del servizio istruzione o un suo delegato, da un  rappresentante del servizio istruzione e da un rappresentante del servizio sociale e educativo, utilizzando criteri oggettivi che tengano conto di:

* problematiche di tipo abitativo (sovraffollamento, insalubrità, sfratto, ospiti presso altri nuclei …)

* disagio economico che non garantisca il soddisfacimento dei bisogni primari

*situazione di instabilità dell’adulto (problemi psichici, dipendenze, detenzione ….)

Conseguentemente la Commissione può rivalutare le situazioni di disagio, anche sopravvenute e/o transitorie e proporre ulteriori ipotesi di rateizzazione;

-       in caso di esito infruttuoso della procedura di cui ai punti precedenti, emissione dell’avviso per l’adozione di misure volte al diniego di iscrizione, in caso di mancato assolvimento del dovere civico del pagamento della retta, e della mancata accettazione del piano di rateizzazione;

-       emissione del provvedimento di esclusione dal servizio, con decorrenza dal successivo anno scolastico, a cura del Dirigente;

-       mandato all'assessore competente a concordare con le scuole e le dirigenze scolastiche, progetti di valore civico e di educazione ai principi di correttezza contributiva e fiscale e di contribuzione e partecipazione alla spesa pubblica da inserire nei POF.

«Quindi – ha spiegato l’assessore -  in nessun caso si darà corso alla interruzione del servizio in corso d’anno, un provvedimento che farebbe ricadere sui bambini le responsabilità dei genitori. Ma riteniamo doveroso, fatte salve le situazioni di impossibilità reale a sostenere il costo, che chi non adempie al dovere civico di pagare il servizio reso, venga in qualche modo sanzionato».

«Abbiamo – ha commentato il sindaco Andrea Ballarè - volutamente inserito nelle premesse del provvedimento il riferimento all’articolo 53 della Costituzione, che sancisce come “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” .Perchè qui il tema è esattamente questo: diritti e doveri. Noi riteniamo giusto garantire diritti, come quello alla ristorazione scolastica, ma esigiamo il rispetto dei doveri. Anche perché se chi può pagare non paga, prima o poi il Comune rischia di non essere più in grado di mantenere i servizi per chi non può pagare».

«In sostanza – ha chiosato il vicesindaco Nicola Fonzo – possiamo riassumere il principio di questa delibera in questo modo: i deboli non hanno nulla da temere, ma i furbi sì».