Novara - “L’Università del Piemonte Orientale - scrive la senatrice Magda Negri (Pd) - soffre del male comune a tutti i nostri atenei: già nel 2008 era sotto-finanziata di 7 milioni di euro e dai 46milioni 212mila euro del 2009 si passerà nel 2011 a 42milioni e 300mila euro circa. Il Rettore e il Senato Accademico sono sembrati volere cogliere nella riforma Gelmini un’occasione di autonomia e di investimento federalista, ma certo la durezza del dato economico non lascia molte prospettive. La difficoltà aggiuntiva, però, su cui le forze di governo e di opposizione dovranno misurarsi è la crescente disparità dell’offerta formativa tra Alessandria Vercelli e Novara, una disparità che i futuri organi dell’università dovranno riequilibrare, pena il fare dell’università tripolare un’università di fatto bipolare: ovvero Vercelli e Novara con un rapporto privilegiato tra quest’ultima e Torino, come peraltro hanno esplicitamente chiesto la vicesindaco di Novara Silvana Moscatelli e il Presidente della Provincia di Novara Diego Sozzani. A Novara gli iscritti al primo anno sono aumentati più del 41,5% (e in totale più del 52,84%), mentre altrove diminuiscono, in particolare ad Alessandria. Gli amministratori alessandrini si sono impegnati a un investimento di 10milioni di euro in 10 anni, ma è evidente che lo squilibrio nell’offerta formativa (specialmente della facoltà di medicina concentrata prevalentemente a Novara) pongono un problema di governo di massima complessità di questo ateneo. E’ evidente che di fronte a questo panorama l’ecumenismo propagandistico che ha contraddistinto l’intervento dell’Assessore Elena Maccanti non riesce a nascondere, se non maldestramente, lo spostamento di investimento che la Lega sta facendo sul polo novarese a detrimento di altri territori. D’altra parte l’inaugurazione dell’Anno accademico è stata contraddistinta dal gran parterre della destra piemontese, più che dalla presenza di toghe ed ermellini, ed ha finito con sembrare un grido di dolore lanciato dal Magnifico Rettore Paolo Garbarino e l’inizio di una dura contrattazione con gli Enti locali”.