Novara - “Sul tema del gioco d’azzardo patologico e della limitazione delle slot in Piemonte serve prima di tutto chiarezza. Quanto sta accadendo in questi giorni ci dice chiaramente che è esplosa la contraddizione, cresciuta in questi anni, tra le scelte degli ultimi governi di fare cassa sul gioco d’azzardo e quelle delle regioni di tutelare la salute dei cittadini e le fasce più deboli. La convivenza di queste due posizioni non è più possibile considerato il livello quantitativo raggiunto dalla diffusione delle slot e dalla quantità di denaro giocato. Le slot sono diventate pervasive e si sono insediate nei “luoghi della vita”, invitando così le persone al gioco. Allontanarle dai luoghi sensibili significa riportare il gioco in luoghi deputati dove le persone si recano con intenzionalità”.
Il consigliere Domenico Rossi, relatore per il Partito democratico della legge regionale 9/2016, è intervenuto oggi in Consiglio Regionale nel dibattito generato dalle comunicazioni della giunta relative alla legge regionale sulle ludopatie. “Proprio per confermare l’impegno del Piemonte su questo importante tema - spiega Rossi - ho presentato, come primo firmatario, insieme a tutta la maggioranza, un Ordine del Giorno che impegna la Giunta a dare piena attuazione alla legge, a sostenere i Comuni nell’applicazione della legge regionale, sottolineando l’autonomia legislativa della Regione Piemonte in ogni sede”.
«Sbaglia chi, come il sottosegretario Beretta, definisce ‘proibizionista’ la legge piemontese. La norma non mette limiti al numero di slot, fissa soltanto dei limiti di distanza secondo un principio: le ‘macchinette’ vanno allontanate dai luoghi sensibili. Ci saranno spazi deputati: si chiude un mercato se ne apre un altro».
Lo stesso Governo ha inserito il gioco d’azzardo patologico tra i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), riconoscendo la ludopatia come dipendenza da curare all’interno del sistema sanitario nazionale e stanziando 50 milioni di euro, molti meno di quelli che lo stato riceve dal gettito fiscale: 9,2 miliardi di euro nel 2016, di cui 5,8 proprio da slot e vlt. Siamo di fronte ad un gettito che rimane sostanzialmente costante dal 2008 ad oggi mentre la raccolta è quasi raddoppiata da 50 a96 miliardi: non un buon affare per il Paese. «Questa crescita costante, nonostante la crisi degli ultimi anni, ha fatto esplodere la contraddizione tra le scelte dei Governi e quelle delle Regioni: si mettono sulla bilancia, da un lato, la monetizzazione del gioco, dall’altro, la salute dei cittadini. Il Piemonte sceglie di mettere al centro il benessere delle persone. Lo fa con coraggio, al contrario di altre regioni che hanno invece optato per le proroghe. Lo fa con un atto condiviso, ancora una volta tra Giunta e Consiglio».
«Dovremmo cogliere questo momento di conflitto - conclude Rossi - per decidere una volta per tutte da che parte stare e per cercare di eliminare questa ipocrisia. Certo, come per ogni argomento, non sarà una legge a risolvere il problema, ma l’investimento in analisi serie del fenomeno e in politiche formative ed educative volte a far crescere cittadini e cittadine in grado di affrontare i problemi dei nostri giorni».