Share |

Novara sopra la media nazionale e regionale nella spesa sociale

Il 10 aprile al Castello evento sul Welfare territoriale

Novara - Le ragioni di questo incontro vanno riassunte così: il principio di sussidiarietà come strumento di azione e la presentazione del Rapporto di Fondazione per la Sussidiarietà come fonte di dati aggiornati e fotografia della situazione nazionale. ‘La sussidiarietà è un principio costituzionale che valorizza il rapporto tra le istituzioni ai diversi livelli di governance, sussidiarietà verticale, e la connessione tra queste e le realtà della società civile, sussidiarietà orizzontale – afferma Carlo Teruzzi, Presidente del CST ETS Novara – VCO - Si è dimostrato un efficace criterio interpretativo e di gestione delle politiche pubbliche, un modo di reperire strumenti trasversali per favorire lo sviluppo della comunità, dal momento che ogni attore coinvolto, enti pubblici, Terzo settore, imprese, ma anche semplici cittadini, possono svolgere al meglio un ruolo attivo’.

Il Comune di Novara ha destinato nel 2024 ingenti risorse per la spesa sociale, con un importo di circa 198 euro per abitante, circa il 40% in più rispetto alla media nazionale di 142 euro e al già elevato livello di 154 euro pro-capite in tutta la Regione Piemonte.

È quanto emerge dal Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà, ‘Sussidiarietà e… welfare territoriale’, che sarà presentato giovedì 10 aprile a Novara, dalle 14.30 nella Sala delle Vetrate, Castello di Novara, in Piazza Martiri della Libertà 3.

‘Investire sullo stato sociale, sulla sua universalità e inclusività, non è solo un dovere di solidarietà verso i più fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi più resilienti e una crescita economica più stabile - sostiene Giorgio Vittadini, Presidente di Fondazione per la Sussiarietà - è venuto il momento di rinnovare il patto sociale che ci unisce, con la cultura della sussidiarietà, che è ricerca del bene comune attraverso la messa a sistema del contributo di tutti. Più società e più Stato insieme’.

Il Rapporto analizza il welfare italiano, in particolare quello territoriale, ovvero l’insieme dei servizi sociali di competenza dei Comuni che comprendono l’assistenza verso anziani, famiglie e soggetti minori in stato di bisogno, disabili, soggetti affetti da dipendenza, indigenti, persone emarginate dal lavoro.

Le buone prassi novaresi sono cosa nota. ‘La sinergia che si è instaurata tra enti pubblici, istituzioni e associazioni ci consente – spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Novara Teresa Armienti – di ottenere risultati positivi e importanti a beneficio del territorio. Avere un’antenna all’interno della comunità, come possono essere le numerose associazioni con le quali da sempre collaboriamo, significa apprendere e capire quali sono le istanze e le esigenze dei nostri concittadini. Una priorità dalla quale occorre partire per delineare un percorso di welfare territoriale. Già prima della riforma del terzo settore Novara ha adottato tale modalità, ma negli ulti anni abbiamo formalizzato e strutturato la procedura attraverso veri e propri partenariati di gestione della cosa comune. Lo abbiamo fatto con lo Spazio Fragilità, ad esempio, nell’ambito del quale collaboriamo con Cst, Asl, Università per il benessere dei nostri anziani e persone fragili: lo facciamo con Spazio nòva divenuto epicentro e punto di riferimento per tantissimi giovani della nostra città attraverso progetti di innovazione sociale; lo stiamo facendo con il tema della povertà estrema, su cui stanno dialogando le diverse associazioni che si occupano degli ultimi, insieme alle Politiche sociali del Comune per individuare azioni che possano dare sollievo alle persone in difficoltà’.
Ampio spazio, durante la giornata del 10 aprile alle buone prassi legate allo Spazio Fragilità e al suo percorso di costruzione condivisa, come sottolinea Daniele Giaime, Vice Presidente del CST ETS Novara VCO: ‘Il percorso fatto sui tavoli tematici dedicati alla disabilità e agli anziani è un esempio virtuoso per il territorio. Il protocollo sottoscritto lo scorso 20 marzo rappresenta il consolidamento di un lavoro durato dieci anni. Le associazioni del Terzo Settore hanno, in questo tempo, fatto da antenna e da catalizzatore di una serie di tematiche del territorio, costruendo una comunità che cura, che risponde, che si interroga, fa proposte e le fa insieme all’ente pubblico. Così abbiamo potuto creare sviluppo e welfare generativo, grazie alla collaborazione e al confronto tra il volontariato e le istituzioni’.

Torniamo al Rapporto, mostra che la spesa familiare privata degli italiani per il welfare (salute e assistenza ad anziani e disabili) nel 2024 è stata di circa 138 miliardi di €, ovvero quasi 5.400 € per ciascun nucleo. Un impegno consistente, che colma il vuoto lasciato in molti settori dall’intervento pubblico. Anche se la Penisola è al secondo posto in Europa per la spesa sociale, con circa 620 miliardi di euro, pari al 30% del prodotto interno lordo.

Povertà e disuguaglianza, che i servizi di welfare sono chiamati a limitare, stanno peggiorando: il 5% delle famiglie possiede il 46% della ricchezza, mentre quasi il 10% della popolazione è in difficoltà. Particolarmente grave la situazione delle famiglie con persone disabili: oltre un quarto (28,4%) è a rischio povertà o esclusione sociale. La ricerca segnala che negli ultimi tre anni una quota significativa (oltre il 67%) di chi ha richiesto assistenza ha incontrato difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi del welfare territoriale.

La ricerca segnala la disomogeneità della spesa, con una crescente disparità territoriale tra Nord e Sud, tra aree urbane e periferiche, e tra zone interne e non.

L’attuale sistema di welfare non è ben visto dagli italiani. Solo il 38% dei cittadini promuove le politiche per la lotta alla povertà e al disagio sociale.

Nel nostro Paese le prestazioni pensionistiche (vecchiaia, invalidità e reversibilità) assorbono quasi la metà delle risorse del welfare, mentre alle politiche sociali (famiglie e minori, disabilità e disoccupazione) è destinato meno del 20%.

La sostenibilità nel lungo periodo appare critica.

Il welfare territoriale in Italia è caratterizzato da un complesso reticolo istituzionale, con competenze distribuite tra Stato, Regioni e Comuni, carenza o assenza di coordinamento e potenziali conflitti. Una situazione che causa sovrapposizioni, sprechi e inefficienze.

Il sistema è sbilanciato verso il trasferimento monetario rispetto alla più efficace offerta di servizi; è incentrato sull’offerta di servizi parcellizzati e non sulla presa in carico della persona; il rapporto pubblico-privato sociale è troppo soggetto alle regole di mercato; manca un sistema di monitoraggio dei bisogni e di valutazione della qualità dei servizi.

Dal Rapporto emerge l’importanza di passare da una visione ‘amministrativa’ dei bisogni a un approccio olistico che riconosca la complessità e la specificità delle esigenze individuali e comunitarie, mettendo al centro la persona.

Il Rapporto contiene alcune proposte per migliorare la situazione.

1. La presa in carico della persona, che parta dalla valutazione del complesso dei suoi bisogni per poi individuare il piano di servizi più appropriato.

2. La progettazione integrata dei servizi e un sistema di valutazione della loro qualità.

3. La creazione di centri territoriali per servizi integrati e accessibili.

4. Una regia centrale dei flussi di spesa, l’incremento delle risorse, con investimenti sul capitale umano.

5. Il rafforzamento della collaborazione tra pubblica amministrazione e Terzo settore che parta dell’analisi dei bisogni ed esca dalle logiche di mercato.

Ampia parte, durante la giornata del 10 aprile verrà dedicata al rapporto fra impresa e non profit.
Le affermazioni di alcuni fra i protagonisti della giornata:

Priscila Beyersdorf, Presidente ANGSA Novara Vercelli ODV ETS: ‘Per proseguire nel nostro percorso di crescita e sviluppo costante negli anni, offrendo servizi volti al miglioramento della qualità della vita dei nostri ragazzi e delle loro famiglie, abbiamo bisogno di tutti. L'associazione promuove il dialogo con le istituzioni, gli altri enti del Terzo Settore, e, da molto tempo ed in maniera proficua, con gli imprenditori del territorio, al fine di attivare le risorse necessarie per la costruzione di progetti di vita salienti per le persone autistiche e con disabilità intellettiva e le loro famiglie. Al centro l’autismo, intorno la società civile, con tutti i mezzi a disposizione, in primis la co-progettazione, risorsa essenziale per una società più inclusiva’.

Amleto Impaloni, Direttore Confartigianato Imprese Piemonte Orientale: ‘Welfare è conoscenza e opportunità, è evidenziare temi e indicare percorsi: dal 2017 proponiamo per le comunità del Piemonte Orientale la possibilità di riflettere su temi cadine attraverso incontri e iniziative di un contenitore laboratorio che si chiama Settimana del sociale. Scuola, terza età, giovani, sicurezza sociale, il mondo che ci aspetta … sono alcune delle aree tematiche che abbiamo indagato in questi anni, richiamando migliaia di persone a riflettere con noi’.

Il Rapporto è stato realizzato da Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con Aiccon, IFEL, Ipsos e Istat e con il contributo di Fondazione Cariplo. Il Rapporto si può scaricare dal sito della Fondazione per la Sussidiarietà: www.sussidiarieta.net

Fondazione per la Sussidiarietà - Fondazione per la Sussidiarietà-ETS realizza attività di ricerca, formazione e divulgazione su temi sociali, economici e istituzionali, con lo scopo di fare della cultura sussidiaria un valore condiviso. Pubblica l’annuale Rapporto sulla sussidiarietà. I suoi principali temi di studio sono: sussidiarietà; sviluppo sostenibile, impresa e lavoro; welfare; corpi intermedi e non profit; istruzione, scuola e capitale umano; istituzioni e pubblica amministrazione. È stata fondata nel 2002 ed è presieduta da Giorgio Vittadini, professore di Statistica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.