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NovaraGreen: Le sfide per Novara per un futuro sostenibile

Novara - L’avvio di un nuovo anno è sempre un momento per esprimere desideri e rilanci su prospettive a venire. E il prossimo futuro presenta alla nostra città un bivio: sarà infatti chiamata a scegliere, mai come ora, in che direzione andare.

Novara negli ultimi 50 anni ha sofferto della sindrome della città di provincia, troppo vicina alle metropoli per osare e troppo piccola per ambire a un’identità specifica e propria. Nonostante questo, la nostra città ha nel suo DNA la capacità di saper sorprendere: Basti pensare alla grande sfida che, pur tra mille diffidenze, ha colto a metà ‘800 costruendo uno dei monumenti più belli del mondo. Perché diciamocelo: è veramente una realizzazione stupenda e dobbiamo andare fieri della nostra Cupola Antonelliana. Era un sogno fortissimo e ancora oggi continua a svolgere molto efficacemente la sua incredibile funzione di simbolo di identità della città. Di tanti altri aspetti non si può dire altrettanto.

Torniamo alle sfide: ecco la prima. Sigle come PRG, PGTU, PUMS alla stragrande maggioranza dei Novaresi non dicono, giustamente, nulla. Però da queste sigle passa il futuro di Novara. Dopo diversi anni di attesa la città si è finalmente dotata di due strumenti di pianificazione essenziali che sono il nuovo PIANO DEL TRAFFICO (PGTU) e il PIANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE (PUMS). In questi elaborati sono contenute le evoluzioni e i cambiamenti che sarebbe utile affrontare per realizzare una città più sostenibile e vivibile dal punto di vista della mobilità. Non si tratta solo di aggiungere alcune rotonde o piste ciclabili, ma di ridisegnare il modo in cui tutti noi la viviamo.

Per poter dare un seguito concreto a questi sviluppi, servono investimenti economici e un cambio culturale da parte di tutti. Serve uno sforzo da parte delle Amministrazioni Comunali, che ci sono e ci saranno, nell’avere coraggio e proporre scelte innovative e prospettiche, insieme all’impegno da parte dei cittadini a prendere in considerazione un cambio di abitudini consolidate. Serve anche una comunicazione innovativa, capace di far capire a tutti, se non i singoli dettagli, quanto meno il senso vero e le implicazioni delle scelte.

Se nei prossimi 5/10 anni Novara riuscirà rinnovarsi dal punto di vista della mobilità interna con riduzione del traffico, più aree pedonali, miglioramento del trasporto pubblico, maggiore ciclo/pedonalità e riqualificazione degli spazi, allora le daremo un buon futuro. Conditio sine qua non: niente promesse o proclami, bensì concretezza.

Non è più accettabile nel 2024, in una città di soli 100.000 abitanti, avere code enormi negli assi di accesso al centro cittadino. Non è accettabile avere una piazza stupenda come piazza Martiri adibita ad autosilos e un centro città che in alcuni orari sembra un autodromo. Non è accettabile avere ingorghi di auto fuori dalle scuole di quartiere: i bambini e i ragazzi devono essere messi in condizione di andare a scuola in sicurezza a piedi, in bicicletta o coi mezzi pubblici. Se non cominciamo da loro, da chi altri?

L’altra sigla ignota PRG, ovvero il futuro PIANO REGOLATORE COMUNALE, sarà un altro importante tassello. La linea guida dovrà essere necessariamente quella del consumo di suolo zero! Novara è piena zeppa di spazi da rigenerare e riconvertire, basta guardare al disastro che da anni imperversa nel retro-stazione (ma non solo). Certamente è molto più complesso rigenerare rispetto prendere un terreno agricolo e costruirci sopra qualcosa. Però con questo tipo di logica, dove si guarda solo l’interesse del privato a scapito del Pubblico e con il ricatto dei posti di lavoro, non stiamo facendo la cosa giusta per una crescita sostenibile.

Bisognerebbe inoltre avere il coraggio di dire che la “vocazione logistica” di Novara è una stupidaggine, che chiaramente il nostro territorio, per la sua posizione, è appetibile ma non per questo deve essere cannibalizzato. Novara ha già dato molto a questo settore, che è intrinsecamente non sostenibile sia per l’enorme consumo di suolo sia per i disagi che arreca alla città. Le strade di periferia sono sempre più invase da camion che si aggiungono ad un già pesante traffico cittadino. Negli ultimi anni alcune zone di Novara vedono quotidianamente scene insostenibili con TIR parcheggiati ovunque, rifiuti abbandonati dai camionisti sui cigli stradali e distributori presi d’assalto con lunghe file di camion che bloccano la circolazione. Questo è il prezzo che stiamo pagando e non possiamo incrementarlo ulteriormente.

La novità recente è che non vi è più nemmeno la scusa dei posti di lavoro perché sono le stesse aziende di logistica a dichiarare che su Novara non trovano più personale da impiegare, segnale che il mercato in questo settore è saturo e i benefici sono decisamente inferiori agli svantaggi.

Abbiamo poi il capitolo collegamenti esterni dove negli ultimi anni abbiamo subito solo sottrazioni, che vanno dall’abolizione del comodissimo “Freccia Argento”, che era un collegamento abbastanza rapido e di qualità con Torino, Milano e Venezia, per passare alla riduzione dei regionali per Milano (che pur con molti annunci sono ancora in gran parte in pessimo stato manutentivo) e all’abolizione dell’apprezzato treno del mare che d’estate ci collegava alla vicina Liguria. Dopo aver subito tutto questo forse è venuto il tempo di pretendere risposte concrete su due temi cruciali per la nostra città:

1. serve attivare prima possibile un collegamento rapido ferroviario con Malpensa. Una linea Torino-Vercelli- Novara – Malpensa. Questo è fondamentale non solo per la comodità dei concittadini ma per attrarre investimenti nel campo industriale e turistico;

2. un collegamento con l’Alta Velocità. Il Piemonte Orientale ha un bacino di oltre un milione di abitanti che da solo giustificherebbe una fermata in questo territorio. Al nord-est da anni i treni AV fermano in città capoluogo come Vicenza, Treviso, Rovigo, Padova. Non si capisce perché il nord-ovest debba avere solo Torino e Milano. Chiaramente bisognerà trovare un equilibrio con solo alcune corse giornaliere dirette verso sud e altre verso est che fermeranno nel capoluogo. Un volano economico per il nostro territorio.

Infine, l’ultima sfida è quella del decoro urbano. Spazi urbani che devono tornare a essere vissuti per combattere l’inciviltà figlia del nostro tempo e che non è certo un fenomeno solo di Novara. Insicurezza e rifiuti abbandonati sono un fenomeno che sta crescendo e spesso non vede una responsabilità precisa, solo un tentativo incessante di provare ad arginare il fenomeno, anche se con scarso successo.

Nelle città dove si vive meglio si è riusciti a ridurre questi fenomeni rigenerando le periferie con progetti che hanno messo al centro i cittadini e le loro necessità. Anche a Novara si è andati in questa direzione in alcune aree come Sant’Andrea che hanno visto interessanti rinnovamenti, ma serve estendere e accelerare. Perché non individuare allora un meccanismo, anche in partnership con il mondo universitario, per favorire la generazione di idee, anche piccole ma utili per fare spazio al rinnovamento diffuso?

Aggregazione sociale e servizi ai cittadini devono tornare sulle strade di quartiere. Non è accettabile che l’unico modo che hanno i giovani per ritrovarsi sia quello di andare al bar. Gli spazi vanno ripensati insieme a loro, ma non solo. Non vanno dimenticate le persone anziane che spesso si sentono lontane da ogni possibilità di contribuire attivamente in un mondo tecnologico che non appartiene loro. Per questo introdurre punti di ascolto di quartiere, per esempio trasformando edicole da tempo abbandonate in punti di facile accesso ai servizi, con attività eterogenee che vanno dal vigile che una volta alla settimana ascolta e annota le necessità di sicurezza della zona, ad Assa che fa formazione sulla raccolta differenziata, sino ai giovani volontari che si mettono a disposizione del quartiere per fornire piccoli servizi.

Fondamentale è la qualità dello spazio pubblico dove il verde gioca un ruolo importante. È necessario realizzare delle isole verdi e un buon arredo urbano in prossimità di attività commerciali d’aggregazione. Riportare il verde dove il verde non c’è, migliora la qualità dello spazio pubblico riducendo anche il fenomeno delle isole di calore urbano che rende poco piacevole passeggiare e vivere gli spazi nei mesi estivi.

Riconquistare il senso di comunità di prossimità sarà forse la sfida più importante per una qualità della vita elevata che si distingua dalle vite anonime delle metropoli. Tutto questo non sarà semplice, come non lo è nessun cambiamento, e se si riuscirà a fare il salto sarà merito di tutti amministratori e cittadini che lavoreranno insieme per un futuro migliore. Novara Green è pronta a cogliere la sfida mettendo al centro le idee.

Novara Green è un’associazione di volontariato che, dal 2017, si impegna in modo regolare a svolgere iniziative che rendono la città di Novara un luogo più sostenibile. Per Novara Green l’ambientalismo è fatto anche di piccoli gesti di attenzione all'ambiente e di cura del bene pubblico. Un impegno a cui tutti i cittadini che hanno voglia di riportare bellezza e pulizia nella città, possono contribuire.

Info: www.novaragreen.it.