Novara - "Una gioia ed una soddisfazione immense - afferma Alberto Pacelli (nella foto) del Comitato dei Cento - per l’alto grado di responsabilità e di consapevolezza espresse con il voto referendario dalle donne e dagli uomini di questo Paese. Sin dall’inizio, come Comitato dei Cento per il NO al referendum del 4 dicembre, abbiamo rifiutato la trasformazione della valutazione della riforma costituzionale voluta dal Governo in uno scontro tra guelfi e ghibellini scegliendo la strada del ragionamento e del confronto con coloro che non conoscevano la natura delle modifiche e non avevano strumenti e tempo per studiarle o che erano preoccupati per le conseguenze che sarebbero derivate dal NO o che non volevano più avere rapporti con i partiti per il modo di far politica invalso nel nostro Paese. Ad essa, siamo rimasti rigorosamente fedeli in tutte queste settimane ed in tutte le iniziative che abbiamo assunto. Abbiamo aperto la campagna referendaria invitando uno fra i più illustri costituzionalisti che, in questi mesi, gli italiani hanno imparato ad amare, oltre che a conoscere ed a stimare: il professor Gustavo Zagrebelsky che in un’indimenticabile sera, in un arengo del Broletto di Novara stracolmo come non mai, ha “spiegato” in modo chiaro e pacato il perché di alcune ragioni del NO alla riforma (in cui il Presidente del Consiglio non c’entrava). Abbiamo scritto, stampato (pagandoli di tasca nostra) e diffuso, sino all’ultima copia, ventottomila volantini in cui abbiamo esposto, unicamente, le principali critiche ai contenuti delle modifiche (senza mai evocare scenari da tragenda). Siamo andati, sabato dopo sabato, in piazza delle erbe a Novara con due copie della Costituzione vigente e due copie dei 47 articoli “riformati” per ragionare – sulla base dei testi scritti - con quanti avessero voluto sapere le ragioni per le qualiquelle riforme andassero respinte. Il voto ci ha dato ragione ed ha premiato le fatiche di oltre cinquanta volontarie e volontari impegnati per settimane al servizio ed a difesa della Costituzione repubblicana (un esempio prezioso di mobilitazione civile indispensabile per la concretizzazione di una democrazia moderna). In coerenza con quella scelta, ed in forza del consenso che l’ha sostenuta, diciamo alle forze politiche, e non solo, che ora è tempo – non più rinviabile - di governare: di affrontare, cioè, i gravi e molti problemi che affliggono il Paese per risolverli nell’interesse della grande maggioranza del popolo italiano e che vi è un numero crescente di cittadine e di cittadini – dal quale non si può e non si deve prescindere - che riscoprono il diritto/dovere di intervenire e di poter incidere nelle scelte fondamentali della cosa pubblica".