Novara - Capita che si scrivono email di protesta o di richieste di spiegazioni anche a giornali con redazioni lontane migliaia di chilometri o a una delle persone più potenti al mondo. E' quando successo quest'oggi a Sara Paladini. L'ex assessore al Commercio (Giunta Ballarè), attualmente consigliere comunale Pd ha mandato una lettera aperta al Die Welt e alla cancelliera Merkel. "Pizza, mafia, mandolino, würstel, crauti e birra, se siamo ancora a questo punto non siamo degni di chiamarci Unione Europea - spiega - Ero ancora in vigna, ho letto quanto scritto da Die Welt “Signora Merkel non molli. In Italia, la mafia aspetta una nuova pioggia di soldi da Bruxelles”. Sarà colpa delle 10 ore di lavoro sotto il sole, ma ho scritto di getto e inviato questa lettera".
Ma veniamo alla lettera, ecco il testo ricevuto presso la sede federale del Governo tedesco a Berlino.
Gent.mo Christoph B. Schiltz e gent.ma Cancelliera Merkel, vi invio (in foto) la mia mano perché spero che sappiate cogliere il valore di una mano tesa. È una mano sporca, molto sporca, ma non sporca di sangue perché noi italiani non siamo tutti mafiosi. È sporca di fango, è sporca della fatica dei lavori nella vigna, è sporca della ruggine dei pesanti pali tipicamente spostati dagli uomini. Invece io sono Sara Paladini, sono una donna, una imprenditrice ed europeista convinta, e in queste settimane, non mi vergogno, non ho i soldi per farmi aiutare in campagna e allora io e la mia socia non molliamo e facciamo lavori “da uomo”. Non mi vergogno della fatica, del nero che non si lava via dalle mani, dei graffi sulle braccia, non mi vergogno di tutti coloro che stanno facendo fatica come me, che stanno facendo sacrifici e pur non incassando nemmeno un euro da febbraio, non mollano e credono nel nostro Paese e nell’Europa. Mi vergogno però del vostro giornale, perché il mio Paese non è perfetto, ma il Paese è fatto di donne e uomini che stanno lottando nelle trincee ospedaliere indefessamente, che tutti i giorni da volontari soccorrono e consegnano un posto caldo a chi non ce la fa, che lasciano la spesa sospesa ad un balcone, che lavorano in modo invisibile per garantire il benessere. Quando offendete il mio Paese offendete tutti noi, noi siamo una comunità, una grandissima famiglia, ma non “famigghia”. Certo la mafia esiste, ma sarà più forte se potrà nutrirsi delle debolezze e della disperazione di chi non ce la fa. Proprio nei momenti di crisi e di disperazione servono uno Stato e un’Europa forti e radicati. L’Italia ha chiesto aiuto: ora è il momento di dimostrare di essere una Comunità e una Unione, se no ognuno di noi continuerà a pensare che sia solo un insieme di burocrati e finanzieri mangia würstel, coltiva tulipani, progetta mobili, suona mandolino... Io resto orgogliosa di essere italiana e di sporcarmi le mani senza avere “la mani sporche”. Cordiali saluti. Sara Paladini
Più chiaro di così, brava Sara!