Novara - Nuova, ennesima, puntata della querelle tra sindaco Canelli e Pd (all'opposizione). Questa volta l'argomento del contendere è la scelta del primo cittadino di Novara di non presenziare alle cerimonie per il 72° anniversario della Liberazione d'Italia dai nazi-fascisti per andare a Verona ad un incontro di partito col segretario federale Matteo Salvini su un tema comunque piuttosto sentito: 'La legittima difesa'. "La festa della Liberazione - si legge in una nota diffusa dal gruppo consiliare del Partito Democratico - dovrebbe essere nelle intenzioni originarie, il ricordo di uno degli elementi fondanti della Repubblica. Per questo, al di là delle diverse sensibilità culturali, politiche e personali, il 25 aprile è fa festa di tutti. E per questo ha sempre avuto una forte caratterizzazione istituzionale. Oggi abbiamo visto, con profondo rammarico, che il sindaco pro tempore della città di Novara ha scelto di non onorare questo momento solenne, disertando le celebrazioni a Novara e preferendo partecipare ad una manifestazione di partito a Verona. Canelli dimostra ancora una volta di orientare i propri comportamenti secondo una scala di valori assai distante dalla nostra: per lui conta di più l'ossequio al suo "capo" partito (tra l'altro in una iniziativa provocatoriamente voluta da Salvini in questa giornata) che la presenza nel proprio ruolo istituzionale ad una celebrazione ufficiale di una festa nazionale. Noi stiamo dall'alta parte".
Intanto va anche segnalata una dichiarazione decisamente forte e non scontata da parte di Mario Macchitella del Pd novarese sempre sul tema del 25 Aprile: "Forse qualcuno pensa che il 25 aprile sia una festa superata, o peggio ancora che l'antifascismo sia una questione buona solo per perditempo che hanno in casa il busto del duce contro chi non esce mai senza kefiah palestinese. Non è così. Perché il fascismo purtroppo non è "faccetta nera". Il fascismo è nel branco contro uno solo a scuola, su facebook, in discoteca o allo stadio, è nel sito internet che sparge bufale per il web per farci credere che Putin sia un galantuomo invece che un criminale, è nel nostro sostenere assassini come Erdogan o ai tempi Gheddafi per massacrare a casa loro gli immigrati brutti sporchi e cattivi purché non arrivino qui a turbare i nostri occhi abituati al "solo bella gente", è nel voler costruire un muro da 20 miliardi di dollari e farlo pagare a quelli che ne resteranno fuori, è nei mille atti omofobi e sessisti che continuiamo a perpetrare tanto se Trump è presidente allora "todos caballeros", è nel non chiederci se la carne che mangiamo arrivi sulla nostra tavola a prezzo di sofferenze per gli animali degne di Buchenwald, o se i vestiti che indossiamo siano frutto di una giornata di lavoro di un bambino vietnamita pagato un quarto di dollaro, il fascismo è nel professore universitario che fa vincere il concorso a suo nipote, è nel capo al lavoro che premia la fedeltà e non la competenza, è nella scuola della zona terremotata che crolla in testa ai bambini perché qualcuno ha messo la sabbia nel cemento, o nel ponte sull'autostrada di cui nessuno fa la manutenzione, è nel miope egoismo di una brexit che impoverirà quel popolo che a parole si vorrebbe tutelare e nella stupidità dei tanti "padroni a casa nostra" che non capiscono quanto questa "casa nostra" (o cosa nostra?) sia irrilevante nello scenario globale, è nel ragazzino che si suicida per una canna a scuola e noi non parliamo seriamente di legalizzazione, è nel non chiederci perché una prostituta per strada sia su quella strada, è nel nostro esaltarci per le gesta del Valentino Rossi o del Briatore di turno invece di pensare che evadere le tasse per milioni sia il più grande e diretto crimine contro ognuno di noi, è nel non parlare mai di politica nelle nostre conversazioni perché "dai non parliamo di politica che ognuno ha le sue idee", che è solo un modo diverso per dire che idee non ce ne sono. O che sono tutti uguali, destra e sinistra, le solite balle. No, non sono tutti uguali, neanche un po'. Non siamo tutti uguali, nemmeno un po'. Di fronte a tutto questo io sono, e sarò sempre, antifascista. E se non sarà più possibile, allora "partigiano, portami via". Buon 25 aprile a tutti!"