Novara - Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo consiliare del Partito Democratico di Novara: "Improvvisazione, superficialità e poco rispetto del ruolo dei consiglieri comunali: a Palazzo Cabrino regna la confusione. La cronaca "in diretta" della giornata di oggi descrive in modo plastico una situazione preoccupante, che solo la pressione esercitata dal gruppo del Partito Democratico, insieme alle altre opposizioni, è riuscita a riportare sui binari giusti. Poco prima di mezzogiorno il presidente del Consiglio Comunale Gerardo Murante scrive un messaggio ai capigruppo consiliari, annunciando una seduta della Conferenza dei Capigruppo per venerdì 11 alle 14,30 "per concordare - si legge testualmente - le date di convocazione della prima commissione e del prossimo consiglio comunale che non si terrà più il 15/11". La notizia ha più di qualche elemento di rilevanza, anche perché viene lasciato misterioso il motivo del rinvio di una seduta che - è bene ricordarlo - avrebbe dovuto avere come punto essenziale all'ordine del giorno l'approvazione del Documento Unico di Programmazione: "nei capigruppo - scrive lapidariamente Murante - spiegheremo il perché". Se non bastasse questo primo elemento di sorpresa (che avremo certamente modo di approfondire nei prossimi giorni) , il messaggio prosegue, annunciando che "alle 15,30 dello stesso giorno la capigruppo verrà allargata a tutti i consiglieri comunali perché verrebbero i vertici della banca a spiegarci la fusione". In pratica la proposta è quella di sbrigare con una riunione ristretta, senza pubblico, senza trasmissione in streaming quanto l'amministrazione si era impegnata a fare a seguito della mozione approvata dal Consiglio Comunale in ordine al tema della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, cioè una audizione dei vertici dell'Istituto di credito. Il capogruppo del PD, Andrea Ballarè risponde in modo interlocutorio, chiedendo tempo per consultare gli altri consiglieri e sentire anche le altre opposizioni. Intorno alle 14, Ballarè scrive a Murante tutte le perplessità sue e del gruppo del PD su questa procedura: "Il luogo - scrive - dove sono presenti tutti i consiglieri si chiama Consiglio Comunale". Ma era già troppo tardi: poco più di mezz'ora prima, alle 13,15, dalla segreteria generale parte la convocazione della cosiddetta "capigruppo allargata". Ancora una volta non c'è quali il tempo di riflettere, perché arriva un ennesimo colpo di scena. Poco dopo le 16, sempre via messaggio sulla chat di Whattsapp, il presidente annuncia che "la riunione dei capigruppo si terra venerdi 11 alle 14,30 con all'odg la programmazione dei lavori del prossimo consiglio comunale. Diversamente per quanto riguarda l'incontro con vertici della Banca Popolare non sarà più fatto all'interno dei capigruppo ma in un consiglio comunale dedicato che si svolgerà sempre venerdì 11 dalle 15,30 alle 19,30". Neanche il tempo di leggere fino in fondo, che nelle caselle email dei consiglieri comunali arriva una PEC con la convocazione di questo consiglio comunale "fuori sacco"".
«Davvero un pasticcio - commenta il capogruppo del PD Andrea Ballarè - che ancora una volta mostra in tutta evidenza lo "stile" di questa amministrazione di destra a guida leghista: un mix di confusione e di poco rispetto dei rappresentanti eletti dalla città. Qualcosa che non fa certo il bene di Novara, soprattutto su questo tema specifico che è davvero di interesse generale. Conoscere il futuro della Banca novarese interessa molto i tanti lavoratori dell'istituto di credito e i tantissimi cittadini che per motivi personali o di lavoro hanno a che fare con la Banca».
«Solo il nostro intervento - aggiungono i consiglieri di Partito Democratico Rossano Pirovano, Milù Allegra, Elia Impaloni, Sara Paladini - ha consentito che la discussione su un tema di grande rilevanza quale è quello del futuro della Banca del territorio novarese si svolgesse nella sede corretta, cioè il consiglio comunale».
«Mi resta però un dubbio - conclude il capogruppo Ballarè - e mi domando se la Presidenza del Consiglio comunale abbia potuto cercare una forzatura di questo tipo senza l'assenso del sindaco. Canelli aveva fortemente avocato a sé questo argomento, impegnandosi in prima persona davanti al consiglio comunale, ed ho il sospetto che il tentativo di usare una "scorciatoia" non sia che l'ultimo di una serie di espedienti messi in atto per distogliere l'attenzione generale da un tema molto rilevante per la città. Abbiamo fatto in modo di evitarlo. E venerdì la discussione sarà pubblica e partecipata da tutto il consiglio comunale. Come è giusto che sia».
Intanto non si placano le critiche al Dup (il documento di unico di programmazione) presentato nei giorni scorsi dallo stesso sindaco Canelli in Consiglio comunale. Lo stesso Pd novarese commenta: "Lo abbiamo detto da subito: il Documento Unico di Programmazione della giunta Canelli è il nulla assoluto. Quarantasei pagine (leggetelo qui http://www.comune.novara.it/comune/alboPretorio/ap20160729_105726_2853.pdf) di cui 43 di dati statistici e informazioni generali e solo 3 pagine di proposta programmatica vera e propria. E per di più scritte in modo molto approssimativo, piene di errori (anche ortografici) senza alcun contenuto reale. Siamo molto preoccupati per l'improvvisazione e la pochezza del governo di destra a guida leghista. Novara rischia davvero di fare un tonfo in basso. Con molto senso di responsabilità abbiamo voluto presentare alcuni emendamenti per tentare di introdurre almeno i temi più importanti: il lavoro, il completamento del recupero delle caserme, il Cim, i punti essenziali delle politiche sociali, le iniziative culturali... Ne abbiamo parlato questa mattina alla stampa. Ci ritorneremo nei prossimi giorni".