Novara - "La sicurezza è una cosa seria - si legge in una nota stampa del gruppo consiliare del Pd novarese (nella foto l'ex assessore al Commercio Sara Paladini) - che non si affronta con gli interventi “una tantum” e i proclami ideologici. Siamo rimasti stupiti di fronte a quanto accaduto nelle ultime settimane in città. Mentre i giornali si riempivano di notizie gravi, raccontando di risse, scontri tra bande, movida che degenera in degrado; mentre i segni di una incuria grave sono evidentissimi a chiunque, il sindaco Canelli non ha trovato nulla di più serio che impiantare una grande “rappresentazione” a beneficio dei media. Prima la mozione approvata in Consiglio comunale su proposta della maggioranza in cui – anche a costo di mettere in mora l’assessore Paganini – si evidenzia in modo molto accentuato una serie di criticità e un complessivo peggioramento sul fronte della legalità e della sicurezza. E poi, come d’incanto, ecco lo strido delle sirene e il rombare dei motori, ecco le pattuglie che fanno la propria occasionale apparizione (con tanto di comparsata fotografica del primo cittadino accompagnato dal capogruppo della Lega ) in un paio di luoghi simbolo, come la piazza Garibaldi e i dintorni di piazza Martiri. Il tutto accompagnato da una corposa copertura giornalistica e dal tam tam sui social di consiglieri e attivisti. E il giorno dopo? Tutto come prima, naturalmente. Spenti i riflettori, restano intatti i problemi. Quello della sicurezza è uno degli ambiti sui quali più evidente è il contrasto da quanto predicato da Canelli in campagna elettorale e quanto realizzato in concreto. Perché è facile inalberare slogan per infiammare la piazza, molto più difficile affrontare seriamente e concretamente i problemi. Noi diciamo che alla destra che governa il Comune di Novara manca anche in questo caso la capacità di visione di insieme. L’idea moderna della sicurezza deve necessariamente tenere insieme controllo del territorio, politiche sociali, inclusione sociale e politiche urbanistiche. Una piazza può essere controllata se c’è la macchina della polizia, ma anche se c’è la giusta illuminazione, se c’è una politica che guarda all’inclusione sociale, se c’è una politica urbanistica che pensa alla città e ne progetta il futuro. La sicurezza non è ordine pubblico, come spesso proclamano Canelli e i suoi, ma qualcosa di molto più complesso. A cominciare dal tema più sbandierato dalla destra, cioè il tema dell’immigrazione. Noi vogliamo ribadire che consideriamo un dovere morale incancellabile accogliere coloro che fuggono dalla guerra, coloro che fuggono dalle carestie, i minori non accompagnati. Noi vogliamo una città che sappia essere accogliente sempre! Tuttavia l’accoglienza ha un limite in sé, il limite è nella capacità di integrazione. Non c’è assolutamente nessun rapporto tra immigrazione e degrado urbano; ma c’è un drammatico rapporto tra mancata integrazione e degrado urbano: una città che - specie per motivi ideologici - rifiuta di integrare è una città che mette se stessa in una posizione di grande difficoltà per quanto riguarda il futuro. Noi pensiamo che la linea debba essere chiara: severità per chi (italiano o straniero) viola la legge ed è fuori dalla legge, inclusione e integrazione per chi (italiano o straniero) rispetta la legge. Ma questa, capiamo perfettamente, è paziente costruzione quotidiana di una città migliore e non è materia di slogan e di sceneggiate mediatiche...".