Novara - I consiglieri del gruppo Lega Salvini Piemonte Federico Perugini (foto), vicepresidente della commissione Legalità, e Gianluca Gavazza, membro dell’Ufficio di Presidenza e dell’Osservatorio regionale contro usura e sovraindebitamento del consiglio regionale, rilanciano le preoccupazioni espresse dal leader della Lega Matteo Salvini sugli interessi della criminalità organizzata ad aggredire il tessuto imprenditoriale messo in crisi dall’emergenza sanitaria. “In questo momento di crisi causata dalla pandemia – sottolinea il consigliere Perugini – è necessario da parte di tutti prestare particolare attenzione al rischio di “offerte fuorilegge” che possono arrivare alle categorie produttive in crescente difficoltà economica. La denuncia è lo strumento più efficace di prevenzione e contenimento. Segnalare tempestivamente alle autorità competenti e con piena fiducia nei loro confronti è il principale anticorpo che il tessuto socioeconomico piemontese deve alimentare sia culturalmente sia sostanzialmente”.
"Oggi più che mai il pericolo di infiltrazioni da parte di mafia e usurai nel tessuto sociale e produttivo si fa sempre più reale non solo causa lockdown – continua il consigliere Gavazza -, ma anche perché lo stop imposto dal Coronavirus è andato ad impattare su un sistema economico nazionale già in difficoltà, dove l'usura ha preso il posto del pizzo. L'obiettivo delle mafie è diversificare il business, passando dall'illecito al lecito, in un "sistema" di riciclaggio, che coinvolge imprese di vario livello. Questo è il pericolo che le nostre imprese commerciali corrono e che impone l'obbligo morale - a noi politici, ma soprattutto alla classe dirigente pubblica - di mantenere sempre alta l'attenzione. La criminalità si radica attraverso il rapporto con l'economia sana e tende a distruggere la libera concorrenza. Gli imprenditori non devono fare l'errore di chiedere liquidità al sistema illeciti per restare sul mercato. L'unica cosa da fare, subito, è rivolgersi alle autorità giudiziarie, forze dell'ordine e alle istituzioni vicine alle associazioni in grado di essere intermediarie con gli istituti di credito nella piena legalità. Il tabù della denunzia deve cadere, per far crescere la fiducia in quelle persone che per troppo tempo sono state abbandonate a loro stesse, e va capovolta con segnali concreti da parte dello Stato per difendere la legalità e attuare il costituzionale principio di solidarietà".