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Novara - "Non è organica e tanto meno cristiana una comunità che difende interessi esclusivi. Non è razionale una comunità dove la ragione morale è suddita della ragione di stato e della ragione economica. Mai le sole forze economiche o i soli propositi politici – ha scritto Sturzo – hanno potuto influire sulla psicologia dei popoli senza il pungolo, la spinta e l’aiuto delle forze morali. Queste trasformano le stesse attività economiche e politiche, elevandole a un ordine superiore e dando a esse l’impronta della loro grandezza".
"Quando e dove l’uomo ha messo la forza morale alla base delle proprie azioni - afferma Gian Carlo Paracchini - là l’uomo ha costruito in modo durevole tanto e bene. Dove non c’è stata questa forza morale, l’uomo ha prodotto solo grandiose facciate poi miseramente crollate perché generate dal potente di turno, ma prive della forza della retta ragione. L’Europa ha dimenticato le acquisizioni del cristianesimo, prima fra tutte proprio la capacità generativa della forza morale e, in conseguenza, il rifiuto della visione totalizzante della società per il quale la persona, la sua realizzazione integrale deve essere al centro dell’azione politica. L’Europa ha dimenticato che una società laica – anch’essa acquisizione del cristianesimo che ha introdotto nella storia la distinzione tra religione e politica con ben maggiore precisione dell’ebraismo e soprattutto dell’islam - non è necessariamente relativistica. Al contrario, una società politica laica riconosce valori universali, propri e condivisi da tutti gli uomini ragionevoli, capaci cioè di fare buon uso della propria ragione. E’ in Occidente, non per caso, qui dove il cristianesimo ha avuto il suo massimo sviluppo, che sono nati i diritti fondamentali della persona, dall’idea che esista un diritto naturale e che tale diritto sia razionalmente definibile. Non si spiega quindi perché laicità e cristianesimo possano essere presentati come opposti irriducibili. E’ indecente e antistorico quindi che la Costituzione Europea abbia voluto ignorare le radici cristiane dell’Europa, preferendovi le elaborazioni e i limiti dell’illuminismo. E precipitando nelle conseguenze di una secolarizzazione dove ogni principio valoriale è vittima di élites, di parti, di apparenze, di non visione. 6.236 sono i versetti del Corano. 114 sure. 93 versetti parlano di Gesù che tornerà alla fine dei tempi per giudicare l’umanità. 11 versetti parlano di Maria come la donna per antonomasia. C’è maggior rispetto del cristianesimo nel Corano che in tanti scritti, parole, azioni di giornali e giornalisti, autori rinomati, politici, governi europei. Non si tratta certo di sostenere l’islam. Ma non è possibile negare che l’Europa è diventata progressivamente a-cristiana. In Medio Oriente e non soltanto, le chiese cristiane sono dissacrate o distrutte, i cristiani sono marchiati con la N nera di “Nazara” (seguaci del Nazareno), catturati, torturati, uccisi. A Londra nessun cristiano è stato cacciato dalla propria casa, ma nel Regno Unito 10.000 chiese sono state chiuse e altre 4.000 lo saranno entro il 2020. Il disastro del cristianesimo è qui, prima ancora che in Medio Oriente. Allora la domanda è: se noi occidentali non comprendiamo la profondità morale delle nostre tradizioni e se la sacrifichiamo a un malinteso senso della libertà, come pensiamo di opporci al suo contrario? L’Europa che non è, non fa quello che deve. La laicità soffocata dal laicismo è nemica del progresso umano e non ha la forza morale per opporsi consapevolmente e con ragioni alte al terrorismo che trova sempre più spazio nell’inconsistenza e nella negazione della nostra identità. A suo tempo l’America ha sconfitto la Russia più che sul piano militare grazie all’american way di Faulkner, di Bellow, del rock e del jazz, dei film di Hollywood e del basket. Più efficaci dei proiettili sono state le opportunità della democrazia fondata sulla ricerca della felicità e della libertà d’impresa raccontata da scrittori, musicisti, registi, campioni sportivi. Lezione imparata, sembra, dai combattenti dell’Isis: consci di essere pochi e militarmente inferiori in uno scontro ordinario, puntano a disarmarci sul piano ideale e culturale. Disarmarci nei nostri sogni di sicurezza e di pace, forti della nostra debolezza morale, delle nostre comodità, della rinuncia a riconoscere e a difendere quel nostro dna cristiano a cui dobbiamo la nostra civiltà e le sue conquiste. Non basta dire che spazzare via dalla terra un cristiano equivale a spazzare via un pezzo di libertà, quando si parla dei cristiani perseguitati. Forse è ora di parlarne in casa, di vedere senza retorica che l’Europa senza cristianesimo è solo un mercato, aperto a tutti. Una catastrofe inutile ed evitabile se incominciamo, anche noi, ad avere il coraggio di essere cristiani".