Novara - Dopo le anticipazioni apparse in internet sul sito del ministero, negli scorsi giorni è arrivata anche la conferma ufficiale: il Comune di Novara, con il progetto SiCIS, è risultato primo nella graduatoria ufficiale del bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per progetti di sperimentazione sociale con il coinvolgimento del terzo settore. Primo classificato su un totale di 597 progetti inviati al Ministero dai comuni di tutta Italia, superando città come Firenze e Napoli, ma anche Bologna, Genova, Bergamo, Brescia e molte altre. E’ il riconoscimento di una capacità di progettare innovazioni di qualità in un ambito delicatissimo, che sarà messa alla prova nei prossimi mesi quando si passerà dalla teoria alla pratica, dalla progettazione all’implementazione, con l’avvio operativo delle attività. Il progetto, che vede come partner scientifico l’Università degli Studi di Trento e come partner operativi il Centro Servizi per il Volontariato, la Fondazione Comunità del Novarese, la Caritas Diocesana, la Provincia di Novara e il Coordinamento del volontariato socio sanitario novarese, vuole rispondere all’emergenza dell’impoverimento attraverso la sperimentazione di un modello di intervento basato su alcuni chiari principi: un approccio alla problematica che ponga al centro del modello l’obiettivo dell’inclusività e non dell’assistenza, favorendo comportamenti proattivi da parte dei beneficiari degli interventi; l’utilizzo, nell’approccio agli utenti, dello strumento dei piani di intervento personalizzati (PIP) rivolti alle singole famiglie, definiti e sottoscritti da operatori ed utenti, con obiettivi e azioni condivise; un ampio coinvolgimento degli attori del terzo settore, con un efficace scambio di informazioni e condivisione dei progetti, che identifichi ruoli e responsabilità; una ottimizzazione delle risorse economiche, professionali e strutturali che riduca gli sprechi e le disfunzionalità; una misurazione scientifica dei risultati conseguiti.
Lo spirito del progetto è quello di favorire un miglioramento dell’efficienza del sistema trasformando le spese che Comune e enti del volontariato sostengono ogni anno per i contributi economici, da un costo ad un investimento, teso non solo a coprire l’emergenza economica immediata, ma soprattutto a dare opportunità di ripresa ai soggetti in difficoltà, offrendo loro un percorso per il recupero della loro dignità anche attraverso la riqualificazione professionale ed il lavoro. Trenta saranno le famiglie seguite dai servizi sociali oggetto della sperimentazione. La logica è quella di sviluppare interventi per cui al posto di erogazioni economiche dirette (ad esempio per il pagamento di bollette ed affitti arretrati), si mettano a disposizione voucher lavorativi e professionali che permettano di trasformare il contributo economico in ore di lavoro per la collettività o di investimento in capitale umano per migliorare le opportunità di inserimento lavorativo. Dal punto di vista operativo, in queste settimane sono stati avviati i primi incontri di presentazione e di confronto del progetto con i soggetti del territorio cittadino, a partire dal personale del servizio, dai consiglieri comunali e dai sindacati. Nei prossimi giorni sarà presentato a referenti dei centri di ascolto cittadino e alle associazioni di volontariato.
Incontri realizzati con un duplice intento: condividere a pieno il progetto con tutti gli attori e calibrarne le procedure confrontandoci sui punti di forza e sulle criticità dell’approccio scelto. Fondamentale per la riuscita del progetto l’apporto dei partner: l’Università degli Studi di Trento, a cui è affidato il compito della misurazione scientifica dei risultati in base alla quale sarà possibile verificare l’impatto che avranno avuto le azioni sugli utenti e sul territorio e trasformare in procedure standard le azioni più efficaci; la Fondazione Comunità del Novarese, che gestirà il nuovo fondo FECIS, che sarà presentato in maniera più specifica nel prossimo mese di settembre, e che sarà l’architrave economica della sperimentazione; la Provincia di Novara che metterà a disposizione del progetto le informazioni e gli strumenti per la verifica della situazione lavorativa delle persone prese in carico e sarà un fondamentale supporto per l’individuazione delle opportunità formative e professionalizzanti per operatori ed utenti; la Caritas Diocesana, che attraverso i centri di ascolto rappresenta una fondamentale antenna sul territorio cittadino. Attraverso il progetto sarà possibile stabilire un legame più stretto con i servizi sociali, sia per lo scambio di informazioni sugli utenti che per la realizzazione degli interventi di supporto; le associazioni di volontariato, che si raccolgono attorno al CSV e al coordinamento del volontariato socio sanitario, che potranno entrare nel progetto supportando la realizzazione delle diverse azioni previste, dando opportunità di lavoro ai destinatari dei voucher, contribuendo a mettere a sistema le diverse iniziative presenti sul territorio per migliorarne l’efficienza complessiva.
Il progetto vuole essere un catalizzatore di altre iniziative che permettano nei prossimi 18 mesi di definire un modello di intervento articolato e completo in grado di affrontare efficacemente il problema della vulnerabilità e dell’impoverimento sul territorio novarese. Dal mese di settembre sarà disponibile anche un sito web dedicato, dove sarà possibile trovare tutte le informazioni e le opportunità legate alle diverse iniziative messe in campo.