Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Novara in Comune e Movimento 5 Stelle Novara: "L'ex villaggio Tav, trasformato in centro di alloggi provvisorio, per lo più per stranieri, è nato per una emergenza abitativa ai tempi del sindaco della Lega, Giordano, nel 2010. Canelli aveva promesso di chiuderlo già nel 2016. E' ancora lì e vi sono alloggiate 67 persone di cui 31 minori, per la maggioranza ancora stranieri. Per molti anni non se n'è più parlato ma è riapparso improvvisamente sui mezzi di informazione negli ultimi mesi. Durante l'ultima campagna elettorale delle elezioni amministrative, il sindaco Canelli ha dichiarato che, merito di un contributo ministeriale di 38,5 milioni di euro, l'ex villaggio TAV sarebbe stato trasformato, abbattendo gli alloggi precari, in un nuovo quartiere con un centinaio di appartamenti, una piazza, aree verdi, impianti sportivi, negozi, due fermate per i bus e attorno un’area boschiva di 28 mila metri quadrati. Ora, finita la campagna elettorale, ci dicono che i tempi di dismissione per l’ex campo Tav si allungano e slitta lo smantellamento della struttura. e le 67 persone rimarranno lì, finché non saranno trovati alloggi popolari. Pensiamo che non sia più rimandabile una situazione che si protrae da 11 anni perché ghettizzante, con costruzioni precarie, senza servizi e mezzi di trasporto pubblico. Le persone e i minori che alloggiano nell'ex villaggio TAV, se vanno a piedi o in bicicletta, devono attraversare e percorrere una strada a scorrimento rapido come via Europa, sprovvista, nell''ultimo tratto, di marciapiede e pista ciclabile, quindi pericolosa. Non ci sembra una scelta appropriata neppure quella indicata in campagna elettorale di spendere tanti soldi pubblici per far nascere ex novo un quartiere che si trova in una zona al limite della campagna, quando in tutti i quartieri di Novara vi sono numerose case sfitte e da riqualificare. A che scopo poi? Per aumentare gli spazi abitativi (altro cemento) di una città in calo demografico? Per far divenire stabile una soluzione di ghettizzazione dei migranti, ora provvisoria? Esempi positivi, a livello nazionale ed internazionale, indicano che la via maestra per favorire l'integrazione dei migranti, evitare il formarsi di sacche di povertà, disagio sociale, delinquenza e radicalizzazione religiosa, consiste nel distribuire i nuovi arrivati nel territorio, favorendo così scambi culturali, conoscenza reciproca e assimilazione, da parte di questi, delle regole sociali del nuovo contesto in cui sono inseriti. Una politica rivolta ai piccoli proprietari, di sgravi fiscali e di aiuti alle riqualificazioni degli alloggi, vincolata all'impegno a renderli disponibili a prezzi calmierati alle persone in stato di necessità, potrebbe raggiungere questo scopo".