Novara - Questo il testo di un’Interrogazione inviata dall’on. Gianni Mancuso (Pdl) al Ministro del Lavoro sul tema “Riforma dell’Ordine dei Pubblicisti”. “Premesso che l’articolo 10 (“Riforma degli Ordini professionali”) della Legge 183/2011 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012), prevede che conditio sine qua non per l’accesso ad una professione intellettuale sia il superamento di un esame di Stato, questo comporterà l’eliminazione, da agosto 2012, dell’albo dei giornalisti pubblicisti che, pur non avendo sostenuto un tirocinio retribuito e l’esame di stato, svolgono l’attività giornalistica a latere di un’altra occupazione. A oggi i pubblicisti iscritti al relativo Ordine che versano i propri contributi regolarmente all’INPGI (la Cassa di previdenza dei giornalisti) sono circa 80.000. Una delle proposte del Ministro del Lavoro e del Presidente dell’Ordine lombardo, Franco Abruzzo, era l’utilizzo del criterio discriminante della soglia di reddito, al fine di individuare che eserciterebbe la professione giornalistica “in nero” o non come primo lavoro. La maggior parte dei pubblicisti esercitano la professione sottopagati e con un contratto di collaborazione free lance e non rientrerebbero quindi nei parametri. Dopo il 13 agosto 2012, chi eserciterà la professione giornalistica, magari sul web, senza aver sostenuto l’esame di Stato, potrà essere denunciato per esercizio abusivo della professione. Secondo quali modalità il Governo intende gestire gli 80.000 pubblicisti iscritti all’Ordine?Quale soluzione intende approntare il Governo per i rapporti di lavoro già in essere che coinvolgano giornalisti pubblicisti?Secondo quali criteri il Governo intende modulare la situazione previdenziale dei giornalisti pubblicisti, anche tenendo conto di tutti i contributi da essi già versati all’INPGI?”.