Novara - "Pubblico con piacere - scrive il sindaco di Novara, Andrea Ballarè - un comunicato congiunto della Polizia Municipale e dell'associazione Liberazione e Speranza, a proposito della mia ordinanza sulla prostituzione". "Grazie all’attività svolta dal nucleo operativo del servizio di polizia locale di Novara - si legge nella nota stampa - in attuazione dell’Ordinanza Sindacale n° 288 in data 23 marzo 2012 in materia di “disposizioni per contrastare la prostituzione su strada”, tra il mese di giugno e il mese di settembre al’associazione “Liberazione e sperenza” è stato possibile contattare quattro ragazze di nazionalità nigeriana, vittime di sfruttamento sessuale, che si prostituivano nella strade del capoluogo di provincia. Due della quattro ragazze nigeriane hanno formalmente aderito al programma di protezione sociale e sono attualmente ospiti di strutture di accoglienza ad indirizzo segreto. La terza e la quarta sono state segnalate ed accompagnate presso la sede di una associazione di Torino che le sta sostenendo per la realizzazione di un percorso alternativo all’attività di prostituzione. Sempre grazie all’attività svolta, nel corso di apposite uscite notturne su strada, dal nucleo operativo della polizia locale di Novara, “Liberazione e speranza” è riuscita ad entrare in contatto con altre due ragazze di nazionalità rumena che hanno iniziato a rapportarsi con periodicità con il personale dell’associazione nella prospettiva di maturare definitivamente la volontà di sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti delle organizzazioni criminali dedite allo sfruttamento della prostituzione. Tra la fine del mese di settembre e l’inizio del corrente mese di ottobre, grazie ad una struttura sanitaria e alla polizia locale di un importante comune del novarese, altre due donne hanno aderito al programma di protezione sociale previsto dalla legge, fuoriuscendo dalla situazione di sfruttamento in cui si trovavano. Quando la collaborazione tra Istituzioni e Privato sociale è reale, continuativa e convinta, i risultati sono tangibili, sia in termini di tutela dei diritti umani delle vittime sia per quanto riguarda il controllo del territorio e il libero utilizzo, da parte dei cittadini, degli spazi pubblici o la fruizione cui sono destinati".