Novara - “I buoni propositi non sono sufficienti, occorre che il Governo inizi un’azione di contrasto reale ai giochi d’azzardo, a partire dalla regolamentazione della pubblicità”: lo dichiarano i Parlamentari del Partito Democratico On. Luigi Bobba (Vice Presidente della Commissione Lavoro) e On. Elisabetta Rampi (foto) durante la discussione in aula alla Camera dell’Interpellanza urgente sulle ludopatie, replicando al Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Gianfranco Polillo.
“Ogni giorno giovani e famiglie assistono al dilagare della pubblicità, nello specifico quella televisiva dei cosiddetti ‘casinò virtuali’, che desta particolare preoccupazione perché illude che con un ‘click’ si possa cambiare la propria vita e spesso concorre a creare forme di dipendenza da ludopatia. La Corte Costituzionale in una recente sentenza ha chiarito che dettare limiti all’esercizio dell’attività di gioco basati sulla distanza sui luoghi cosiddetti sensibili, al fine di tutelare soggetti ritenuti maggiormente vulnerabili, è un’azione che prescinde dalla competenza statale dell’ordine pubblico, e rientra in un interesse pubblico primario di gestione anche locale. La Corte quindi riconosce intrinsecamente la pericolosità di taluni giochi, eppure Comuni come Santhià, in provincia di Vercelli, non si vedono riconosciuta dal Tar la possibilità di impedire che sale da gioco vengano situate vicino a oratori, centri di aggregazione o ricreativi. Serve, quindi, un’azione concreta da parte del Governo e del Parlamento che regoli severamente - attraverso un decreto urgente - la pubblicità, peraltro oggi ingannevole, sui giochi d’azzardo, così come è stato fatto per il tabacco, dando la possibilità agli enti locali di monitorare il territorio, proteggendo soprattutto i più giovani”.
“Infine - concludono Luigi Bobba ed Elisabetta Rampi - si deve dare seguito alle numerose proposte di legge depositate per regolamentare il gioco d’azzardo, tra cui quella della Regione Piemonte, assegnata da più di un anno in commissione attività produttive alla Camera, ma senza che sia mai cominciato l’esame”.