Novara - L'Alta Velocità è un potente fattore di rilancio, potenziamento, riqualificazione del territorio piemontese; ma è importante che il tracciato delle fermate e il modello di servizio sia condiviso con i territori di interesse e le realtà che ne rappresentano i reali interessi. Con questo spirito, venerdì scorso nel Comune di Novara si è svolto l'incontro tra il Sindaco Alessandro Canelli e l’Associazione culturale Identità Comune e l’Associazione sempre Avanti di Chivasso, rappresentate dal segretario Tomas Carini. L'intento era condividere un'esigenza emersa di fronte alle prospettive del piano Alta Velocità allo stato attuale di progettazione. Ma è stato anche e soprattutto la condivisione di un progetto comune per il territorio, che vede Novara e Chivasso portatori di istanze simili, sebbene riferite a territori diversi.
Durante l'incontro, Sindaco e segretario hanno avuto modo di approfondire reciprocamente le tematiche relative all'interconnessione ferriviaria sui rispettivi territori. Il sindaco ha rappresentato al comitato il modello sul quale la città di Novara sta lavorando, stante il fatto che già dal 2004 esiste un accordo di programma tra il Comune di Novara, la Regione Piemonte, RFI e Ministero delle Infrastrutture sulla realizzazione di una stazione in linea dell'alta velocità sul territorio novarese che è rimasto ad oggi lettera morta.
«È evidente che il territorio del Piemonte orientale, e non soltanto di Novara, può godere di un vantaggio enorme dal punto di vista trasportistico e di sviluppo economico territoriale dalla presenza di una stazione in linea» puntualizza il sindaco Canelli. «È altrettanto evidente che un obiettivo e una finalità di questo genere appaiono difficili da portare avanti se non all'interno di un ragionamento più ampio ed articolato, che possa interessare tutto il territorio piemontese. Per questo, l'interlocuzione avviata oggi con il comitato che da anni si batte per le nostre stesse ragioni, sebbene baricentrate sull'area del Chivassese, snodo trasportistico a est di Torino, strategico per i collegamenti piemontesi e interregionali, appare estremamente interessante. Studi compiuti dall'associazione in ordine a modelli presenti in altri paesi, in particolare in Giappone, rendono evidente che esiste un migliore impatto di servizi e di crescita laddove ci sono più fermate dell'alta velocità. Tali studi, infatti, dimostrano quanto sia la frequenza delle fermate dell'alta velocità a servire meglio il territorio; e che le stesse fermate non rallentano l'economia totale del servizio, ossia la velocità del treno. Un'evidenza coerente con un progetto di rafforzamento e aumento delle fermate sul territorio piemontese. Alla luce di questo nuovo fatto, possiamo iniziare a lavorare per capire se ci sono le condizioni per andare a proporre insieme a chi di dovere questo nuovo modello al fine di portare sui nostri territori un valore aggiunto come quello rappresentato dalle fermate dell'alta velocità. Valore che, allo stato attuale, appare irrealizzabile».
«Dopo 5 anni di incontri, interviste, convegni e manifestazioni, il 15 gennaio 2018 le Associazioni Identità Comune e Sempre Avanti che rappresento, hanno finalmente riunito intorno allo stesso tavolo rappresentanti di amministrazioni locali, Città metropolitana di Torino, Regione Piemonte e Associazioni di categoria, nonché il Viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini. Nencini stesso, portando il sostegno del Ministero e l'interesse da parte di RFI, si era detto disposto ad avviare un tavolo di lavoro, a Roma, insieme all'Amministratore Delegato di RFI. La condizione per avviare il tavolo, precisava Nencini, era un segnale di interesse da parte del territorio. E la risposta non si è fatta attendere» puntualizza Carini. «Identità Comune e Sempre Avanti a tempo record hanno raccolto oltre 100 adesioni da parte delle amministrazioni comunali del nostro territorio, compreso tra Chivassese, Canavese e Monferrato, includendo le 3 principali città, cioè Chivasso, Ivrea, Casale Monferrato. Questo successo così radicato e diffuso conferma la bontà e l'utilità dell'idea, al punto che Nencini ha potuto avviare il tavolo promesso a Roma, confermando l'interesse e l'avvio delle pratiche per conoscerne l'eventuale costo. Oggi escluso dall'accesso all'Alta Velocità, proprio il territorio chiede compatto e a gran voce di rivedere il modello AV, per un uso più democratico, efficiente, economico, di un servizio pubblico qual è il trasporto ferroviario, che non può essere concepito come un privilegio. Tale richiesta permetterebbe di ottimizzare il costo di investimento (7 miliardi di euro) e il suo scarso utilizzo (solo 70 treni sui quasi 300 ipotizzati che, tra l'altro, avevano giustificato tale ingente esborso). L'integrazione con altre linee ferroviarie oggi dismesse o sottoutilizzate permetterebbe un uso più razionale dell'AV, nei punti come Chivasso e Novara che sono i punti naturali per una fermata AV, essendo essi densamente popolati e già connessi col sistema ferroviario. Altre soluzioni appaiono inadeguate a rispondere a questi due criteri. Ecco quindi il motivo per cui oggi sono qui a creare un'alleanza con il Sindaco Alessandro Canelli, Novara e il suo territorio: anche Novara ha le nostre stesse esigenze e richieste. È venuto il momento di stringersi la mano per definire insieme un obiettivo comune. I nostri territori ne hanno bisogno soprattutto per lo sviluppo economico attraverso il settore turistico che sarebbe sostenuto dal flusso di viaggiatori AV»
Insieme, Comune e comitato hanno deciso di sottoscrivere alcuni punti comuni di programma, destinati a essere riversati in una revisione del progetto territoriale dell'Alta Velocità da portare in Regione Piemonte e di fronte a tutti gli interlocutori interessati. Questi i punti prioritari del programma:
1. per rendere la linea ad Alta Velocità Torino-Milano (e le sue estensioni) funzionale al territorio che attraversa, garantendo l’accesso sia a Canavese, Valle d’Aosta e Monferrato, sia al Piemonte Orientale, la soluzione è la realizzazione di due stazioni di interscambio, una nel nodo ferroviario di Chivasso (denominata Porta Canavese-Monferrato) e l’altra nel nodo ferroviario di Novara;
2. questa soluzione è l’unica che permette sia la completa integrazione tra l’Alta Velocità e le linee regionali per uno sviluppo globale del sistema ferroviario, sia il razionale utilizzo della rete ferroviaria nazionale ai due principali bacini oggi esclusi dal servizio dell’Alta Velocità e dai benefici di collegamenti più moderni e delle conseguenti opportunità di sviluppo dei territori in oggetto;
3. la soluzione di un’unica stazione intermedia (Santhià, Carisio o Balocco) è del tutto inefficace perché, a fronte di un apparente risparmio (una sola stazione anziché due) non intercetta affatto le linee di comunicazione soprattutto ferroviarie dei due bacini che convergono su Chivasso e su Novara (raggiungibile in treno anche da Biella e Vercelli), non integra l’Alta Velocità con le ferrovie regionali e si configura quindi come un investimento per nulla risolutivo del problema di garantire la reale possibilità di accesso all’Alta Velocità a tutti i territori oggi esclusi (Canavese, Valle d’Aosta, Monferrato e Piemonte Orientale),
4. la realizzazione delle due stazioni AV a Chivasso e Novara è propedeutica ad un ulteriore livello di servizio, sfruttando l’interconnessione Vercellese Ovest costruita ma mai utilizzata, con convogli che viaggino in AV da Torino a questa interconnessione, passino sulla linea storica per servire Santhià e Vercelli per rientrare a Novara sulla linea AV con una interconnessione già progettata: così si creano treni interregionali veloci Torino-ChivassoAV-Santhià-Vercelli-NovaraAV-Milano e si libera la linea storica nei tratti Torino-Chivasso e Novara-Milano per un servizio metropolitano con corse ogni 15 minuti e senza più interferenze fra traffico locale e quello veloce;
5. non c’è nessun rischio di “snaturare” l’Alta Velocità con queste due stazioni (Chivasso e Novara) perché l’Alta velocità Torino-Milano è attualmente sottoutilizzata (solo 70 treni in luogo dei 300 previsti nella costruzione di una linea non solo ad alta velocità ma anche ad alta capacità) e gli esempi non solo stranieri ma anche italiani (stazione Mediopadana) dimostrano che qualche stazione in linea non intacca né la velocità commerciale né la frequenza sia treni no-stop sia di quelli che effettuano le fermate, impiegando questi ultimi appena pochissimi minuti in più.
Raggiunta l'intesa, Novara e il comitato intendono chiedere alla Città metropolitana di Torino, alle Province di Asti, Alessandria, Biella, Novara, Vercelli e VCO, alla Regione Piemonte, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane) di predisporre immediatamente uno studio di fattibilità, propedeutico alle successive elaborazioni progettuali e alle procedure di individuazione delle risorse finanziarie fino ad arrivare all’assegnazione dei lavori, per la realizzazione delle due stazioni sull’Alta Velocità Torino-Milano nel nodo di Chivasso (Porta Canavese-Monferrato) e nel nodo di Novara che sono essenziali e complementari.
Obiettivo ultimo comune resta quello di offrire un servizio alle esigenze di mobilità di vasti e popolosi territori, sviluppare il sistema ferroviario regionale e nazionale, dare opportunità di crescita a grandi aree del Piemonte.