Novara - In tantissimi non hanno voluto mancare al ritorno di Matteo Salvini a Novara. Se sino all'estate del 2016 (in occasione delle Amministrative che portarono all'elezione a sindaco di Alessandro Canelli in città) il 'comandante' era un abituée di queste parti, da un po' di tempo mancava invece da San Gaudenzio e dintorni. A meno di un mese dalle elezioni politiche ecco che è tornato per lanciare soprattutto la candidatura di Alberto Gusmeroli e Marzio Liuni, entrambi volti molto noti della Lega novarese. Piazza Puccini si presentava all'appuntamento colma di curiosi del Salvini-pensiero, consapevoli che il segretario del Carroccio è persona che dal vivo dà il meglio di sé. E infatti dopo le presentazioni di Riccardo Molinari (segretario della Lega in Piemonte) e il saluto di Canelli, ecco che Salvini prende il microfono e per 40' parte per un comizio che raccoglie applausi, consensi e che mostra anche un suo lato inedito. Parte subito in quarta annunciando che "una volta che saremo al Governo non abbiamo la bacchetta magica per cambiare dall'oggi al domani il Paese, ma su una cosa sono certo: aboliremo la Legge Fornero, che è un'autenica disgrazia per le generazioni di 50-60enni e per i nostri giovani che non trovano un lavoro". Anche sulla sicurezza Salvini ha la certezza che "con la Lega al Governo vogliamo dire basta all'arrivo di clandestini e di giovani da mantenere provenienti da chissà dove, di certo non dai luoghi di guerra...". E poi: "Se uno straniero viene condannato che se ne torni al suo Paese e non venga da noi per entrare e uscire dalle nostre galere. Dobbiamo ringraziare e mettere le nostre Forze dell'Ordine in grado di poter agire per contrastare il crimine". Un pensiero alla questione-pressione fiscale: "Innammissibile che sia pari al 60-65%! Dobbiamo aiutare le piccole partite Iva e fare in modo che tutti paghino le tasse ma in termini più umani. Sì ad un patto per la chiusura di diverse posizioni davanti ad Equitalia versando anche solo 15% del dovuto, in modo che possano ripartire con le loro attività senza problemi e non dovendo più lavorare in nero" (e qui applausi ancora più forti). Quindi una stoccata ai centri sociali che hanno sfilato per le strade di Macerata ("noi siamo una forza democratica e mai finiremo nella trappola della violenza in cui qualcuno sta cercando di farci cadere") e a chi gli dice che il suo è un atteggiamento poco cristiano, "ma io vi chiedo: è poco cristiano dire 'Prima gli italiani'?".
Infine il lato inedito del 'comandante': quello del papà. Vede i bimbi vestiti da Carnevale che accompagnano i genitori al suo comizio e confessa: "Quanto mi piacerebbe fare così con i miei figli oggi... Ma mi sento in dovere di battagliare politicamente per assicurare un futuro migliore ai miei, anzi ai nostri figli!"
Applausi alla fine, spazio per i selfie e per i saluti e poi via. La campagna elettorale lo porterà in lungo e in largo per tutta Italia: un impegno decisamente più faticoso rispetto ai suoi predecessori alla guida della Lega che, al massimo, dovevano arrivare a Bologna. Per Salvini sono già programmate visite in Sicilia, Calabria, Puglia, ecc. Una tournée che vorrebbe si concludesse a Palazzo Chigi (residenza del Premier) o al massimo al Viminale (del ministero degli Interni, come indicato da Berlusconi): quale sarà il capolinea?
Gianmaria Balboni