Novara - Ci scrive Francesco Sassone del coordinamento provinciale SEL Novara: "Mancano meno di tre mesi ai referendum del 12 Giugno. 4 saranno i quesiti che punteranno ad abrogare norme approvate dal non governo delle destre e della lega. Uno di questi avrà come tema il nucleare, tornato di grandissima attualità con la catastrofe umanitaria ed ambientale che si sta verificando in Giappone, a causa delle continue esplosioni e fughe di radioattività dai reattori della centrale nucleare di Fukushima.
Nell'era della green economy, dell’eolico, del fotovoltaico, del solare termodinamico tutto ciò è semplicemente assurdo!
Infiniti son i motivi che ci spingono a ribadire la nostra ferma e decisa avversità al ritorno al nucleare, ed altrettanto infinite sarebbero le problematiche generate dall'adozione di una politica energetica ottusa come quella propensa al nucleare!
Le criticità di una centrale nucleare, oggi, sono sotto gl’occhi di tutti, noi invece vogliamo occuparci dei suoi riflessi nella politica energetica del paese e sul mercato del lavoro.
Per sgombrare il campo da incomprensioni, vorremmo ricordare che la scorsa estate un centro studi internazionale ha affermato che il costo del Kw/h prodotto dal solare è divenuto più basso di quello del nucleare, ed è notizia recente che la Spagna ha raggiunto il 35% della produzione nazionale da fonti rinnovabili, e da importatrice di energia, si è trasformata in esportatrice proprio verso la vicina Francia nuclearizzata!
Sfatiamo quindi il falso mito che l’energia nucleare costa meno e che produrla in Italia anziché importarla dalla Francia sarebbe più conveniente! Infatti, l’energia che noi importiamo dalla Francia, l’acquistiamo di notte, quando c’è meno richiesta e quindi costa meno. Il concetto si spiega subito chiarendo che le centrali nucleari non possono essere spente o parzialmente disattivate, ma devono sempre produrre giorno e notte 24 ore su 24 con rendimento medio almeno del 80%, per tale motivo la Francia rimette sul mercato a basso costo l’energia prodotta in surplus e non utilizzata di notte, e l’Italia a queste condizioni l’acquista, utilizzandola prevalentemente per “ricaricare” le centrali idroelettriche. Il paradosso sarebbe che avendo noi una centrale nucleare, “pagheremmo” a prezzo pieno tale energia!
Chiariamo anche che la politica energetica del nostro paese deve essere totalmente rivista. Tra tutte le centrali (idroelettriche, geotermiche, termoelettriche, fotovoltaico, eolico, biomasse ) presenti ed allacciate alla rete nel nostro paese, abbiamo una potenza installata di oltre 100 GW, ma la potenza massima richiesta dalla rete è stata di circa 60 GW! Questo vuol significare che abbiamo centrali elettriche che sono costrette a produrre con un bassissimo rendimento o che magari a volte vengono anche disattivate!
Ciò è a dir poco insensato! Sarebbe innovativo, se non ovvio, provvedere a disattivare, riconvertire e bonificare le centrali termoelettriche a carbone o a gas ed olio, man mano che vengono annesse alla rete equivalenti produzioni di energia derivanti da fonti rinnovabili!
Abbiamo l'obbligo morale d’entrare nell’ottica che il kilowatt prodotto deve diventare il kilowatt risparmiato!
Dobbiamo favorire, incentivare politiche volte al risparmio, all’efficienza energetica, alla bioedilizia. Se per esempio dirottassimo i fondi del nucleare alle fonti alternative, alla realizzazione di una mobilità finalmente intelligente e sostenibile, all’illuminazione a led, avremmo non solo raggiunto l’obiettivo che ci è stato assegnato dall’Europa, ma avremmo anche creato ed assicurato migliaia di posti di lavoro!
Perché investire in innovazione, nella ricerca, porta non solo giovamento all’ambiente ed alla nostra salute, ma specialmente al tessuto industriale del nostro paese ed alla nostra economia, con il grandissimo giovamento dei tanti ragazzi che ogni anno le nostre scuole e le nostre università preparano!
Ragazzi che a causa di politiche economiche ed industriali del tutto assenti , non riescono a trovare sbocchi lavorativi e che invece sono costretti, dalle leggi di un mercato del lavoro spesso narcotizzato, a divincolarsi tra le morse della precarietà a vita. E bisogna rendere chiaro senza indugio che ogni unità di energia prodotta con fonti energetiche rinnovabili consente di creare posti di lavoro 10 volte superiori a quelli prodotti utilizzando il nucleare.
In Italia la lobby affaristica del nucleare ha iniziato da tempo la sua propaganda con spot televisivi a raffica, costosi e insinuanti. Ma ora dobbiamo batterci tutti uniti affinché diventi chiaro che del nucleare non c’è bisogno!
Sinistra Ecologia Libertà si è attivata sul territorio e sta operando per sensibilizzare l’opinione pubblica a votare SI per fermare il nucleare, e soprattutto ha organizzato il 24 marzo alle ore 21.00 presso la sala del Quartiere Sud a Novara, sita in Via Monte San Gabriele 50/a, un incontro pubblico con Gianni Mattioli, fisico e docente presso l’Università la Sapienza di Roma, già ministro e sottosegretario da sempre in prima linea per le battaglie sulle tematiche ambientali, che presenterà il suo libro “NUCLEARE, A CHI CONVIENE?”."