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Novara - La lista “La Città in comune” si è presentata alla stampa venerdì 29 aprile alle ore 17:30 (per consentire a tutti i candidati consiglieri di essere presenti senza essere costretti a prendere un giorno di ferie) in un luogo inconsueto: a S. Agabio, davanti ad una palazzina dismessa di via Giacomo Fauser. Il luogo è particolarmente rappresentativo del messaggio politico che caratterizza la lista. Si tratta di un fabbricato ormai vuoto nell’area industriale della città. È solo uno dei molti immobili abbandonati presenti a Novara e che “La Città in comune” e il suo candidato sindaco, Luigi Rodini, vorrebbero riportare al centro dell’attenzione. Il degrado urbano e industriale visibile in molti quartieri collega direttamente i temi del recupero urbano, della bonifica e dello “stop” al consumo di territorio alla questione del lavoro che rappresenta uno dei più importanti aspetti del programma della lista civica: «È vero – afferma Luigi Rodini – molti pongono il problema del lavoro che manca. Ma quale lavoro? Qualche giorno fa la stampa riportava che ci sono amministrazioni pubbliche che usano i voucher. Noi questo non lo faremo mai. Abbiamo bisogno di buona occupazione e questa viene da politiche nazionali (che latitano) e da azioni locali di coordinamento. Per questo la prima cosa che faremo sarà costituire un forte e qualificata agenda operativa – da affidare a un nuovo assessorato al lavoro – che aiuti lo sviluppo della chimica sostenibile, di un polo della moda, della ricerca, dell’agricoltura periurbana e non, delle produzioni culturali, e attui azioni autentiche di formazione e di sostegno anche alle nuove forme d’imprenditoria».
Poi Rodini si è soffermato sull’altra questione che sembra catalizzare l’attenzione: che cosa farà la lista se non andrà al ballottaggio? «A me non interessano le ipotesi. Io lavoro per diventare sindaco. Ma non voglio dare l’impressione di sfuggire alla domanda anche perché mi dicono che ci sono persone che ne sanno più di me delle decisioni che prenderò. Perciò lo dico di nuovo chiaro e forte: la lista civica “La Città in comune” non è una lista “in appoggio” a Ballarè e perciò nessun apparentamento verrà effettuato in caso di ballottaggio con il sindaco uscente. Del resto, dopo quello che il sindaco uscente ha detto dei candidati consiglieri e dopo aver ricevuto apertamente l’appoggio di liste promosse da politici già iscritti a Forza Italia non vedo proprio con quale faccia potrebbero chiederci di sostenere il sindaco uscente. Perché, sia chiaro, il nostro avversario sono le destre e la Lega, ma non avremmo mai deciso di costituire “La Città in comune” se avessimo visto un impegno efficace, di vera svolta sui temi più urgenti della città da parte dell’amministrazione uscente»
La lista dei candidati consiglieri de “La Città in comune” comprende sia persone che hanno avuto ruoli politici e amministrativi sia una maggioranza di neofiti. Operai, professori, medici, avvocati sono solo alcune delle molte professioni ed esperienze rappresentate. Alcuni sono volti noti in città altri lo sono di meno. La parità di genere è perfettamente rispettata e anche questo è stato uno degli impegni mantenuti da Luigi Rodini.
«A me sembra – afferma ancora Luigi Rodini – che la lista riproponga in piccolo la migliore esperienza dell’Ulivo perché unisce forze di sinistra, esperienze moderate e cattoliche, impegno sociale, militanza nel campo dei diritti umani e dell’ambiente, in una formazione nuova che si presenta come aperta, laica, riformista e propositiva. Una alternativa in particolare sui temi dello sviluppo, dell'ambiente, della cultura e della solidarietà sociale».
Il più giovane tra i candidati consiglieri ha 19 anni e il più anziano ne ha 79 anni; l’età media si colloca intorno ai 48 anni. Un ringraziamento speciale è andato ai tre consiglieri comunali che hanno deciso di dar vita in Consiglio comunale a un gruppo che fa riferimento a “La Città in comune”: «I tre candidati consiglieri uscenti – ha detto Luigi Rodini – hanno scelto di effettuare un percorso svincolato da logiche di potere. Lo hanno fatto con trasparenza e convinzione e questo è evidente dal semplice fatto che “La Città in comune” non ha nulla da dare e nulla da promettere mentre qualunque altra scelta sarebbe stata più facile e semplice di quella che Biagio Diana, Roberto D'Intino e Alessandro Negri hanno deciso di intraprendere».