Trecate - Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta inviataci dal segretario cittadino del Partito Democratico, Carlo Affuso: "Il terremoto politico che ha scosso l'Italia e la nostra Trecate durante l'ultima tornata amministrativa rappresenta, senza ombra di dubbio, il segnale più incisivo di un cambiamento di rotta che il nostro popolo sta attuando e che porterà inevitabilmente ad una nuova visione futura della politica e dei suoi attori. L'identificazione delle aree politiche secondo gli schemi classici della seconda metà '900 sta finalmente lasciando il posto ad una nuova sensibilità che, superando la concettualità sin ora in essere, riallinea l'elettorato su nuove posizioni, molto spesso trasversali, le quali indicano la necessità di nuove proposte ideologiche. Questo processo, nel nostro Paese, è ormai in atto da alcuni anni, ma solo ora sembra che si stia sviluppando in maniera matura e delineata. Quello che è infatti evidente agli occhi di tutti è l'impossibilità, per ognuno, di identificarsi completamente e pienamente in una ideologia puramente "socialista/comunista" o "democristiana" o "missina". Per quanto si possa essere affini all'una o all'altra, infatti, si finisce sempre con il riconoscere che esistono ampi margini di sovrapposizione tra i diversi orientamenti i quali mettono pienamente in crisi qualsiasi modello ideologico. E questo è naturale, visto che il mondo, dai tempi dei nostri "nonni", ha camminato ed ha introdotto nella nostra società così tanti elementi di novità per cui risulta impossibile continuare a suddividerci, politicamente, secondo vecchi canoni. Così come è assurdo ricercare possibili vie di caratterizzazione rievocando dottrine economiche (come il liberismo o il marxismo) o filosofiche vecchie di secoli, nella speranza di costruirsi una eredità politica da cui attingere. E' tempo di cambiare ed è tempo di iniziare a parlare una nuova lingua, che dia agli uomini ed alle donne contemporanei la sensazione di essere compresi nella loro essenza. E' il momento di lasciare che una nuova epoca politica si apra sul nostro orizzonte, un'epoca in cui la discriminante dell'agire non sia più nel contesto sociale (nell'economia o nel generalismo di massa) quanto, piuttosto, nella persona in qualità di entità vivente fondamentale del tessuto sociale e come tale attore principale di qualsiasi azione politica. Per usare un termine a tutti noto, è necessario, a mio avviso, dare slancio ad un neo-umanesimo, ad un movimento, cioé, che identificando nel benessere della persona, essere vivente unico e fondamentale motivato da sentimenti, il proprio obiettivo, porti alla costituzione di un nuovo assetto sociale. In questo contesto il termine "persona" non è banalizzabile come sinonimo grossolano di individuo in quanto equivarrebbe a ridurre ancora una volta l'uomo ad un puro elemento materiale, ad un essere produttore e consumatore. Parlare di "persona", invece, significa ammettere che la complessità della nostra essenza scaturisce da un misto di sentimenti e circostanze che ci portano in ogni momento a pensare ed operare in modo originale ed accettare che questa visione "non relativa" dell'uomo porti, conseguentemente, a riconoscere in ogni essere umano un'unità fondamentale del proprio tempo: non vi è persona che non dia un contributo unico e speciale al progesso del genere umano. Questo primato dell'uomo sul tempo e sullo spazio, il suo ruolo cardine, indipendetemente dal fatto che sia un contadino cinese o un manager di Manhattan, è il nodo focale che deve caratterizzare il "fare politica" dei prossimi decenni. Per rendersi conto di quanto ciascuno di noi abbia la possibilità di caratterizzare il mondo che lo circonda, basti pensare alle facoltà che le moderne tecnologie ci offrono consentendoci di personalizzazione sempre più gli oggetti che quotidianamente utilizziamo: si guardi al proprio cellulare, per esempio, e si consideri quanto, oggi, sia sempre più rappresentativo dell'essenza di ciascuno di noi, nonostante sia un prodotto industriale e di largo consumo. Un esempio della nostra modernità che, però, ogni persona caratterizza a propria immagine.
La consapevolezza di questa nuova visione muove i passi di chi fa politica e nello specifico muove i passi di chi ha riconosciuto nel Partito Democratico l'embrione di questa nuova tendenza. Limitare, infatti, il PD al ruolo di erede del compromesso storico sarebbe così riduttivo da non meritare nemmeno lo sforzo di rinnovarene la tessera. Questo, invece, ha l'opportunità di diventare il vettore di una nuova classe dirigente che conduca l'Italia verso il proprio futuro. Un avvenire in cui la massa non è vista come un'entità impersonale da manipolare a proprio piacimento, quanto come una somma di singolarità, tutte connesse, l'una alla'altra, da una fitta rete di relazioni interpersonali motivate dalla necessaria sentimentalità che scaturisce da ciascuno di noi. Una nuova dimensione che, magari, ci permetterà di smettere di sentir parlare degli anziani come di un costo, dei bambini come di un investimento, dei lavoratori come di una forza produttrice o dei giovani come di consumatori, quasi che tutte queste categorie fossero elementi meramente economici. Un cambio radicale del nostro modo di vivere la cui etichetta non diventa un "colore" (rosso, blu o nero) ma un dinamismo ed una complessità intellettuale inarrestabile. In una siffata situazione è evidente l'impossibilità di operare in un contesto monolitico in cui tutti pensano ed operano secondo un dettame imposto: la pluralità delle posizioni e la dialettica delle correnti divengono, qui, il volano di un progetto politico che prende responsabilmente forma dal pensiero di ciascuno. In quest'ottica, quindi, il Partito Democratico diventa come un libro aperto in cui tutti possono scrivere una parte di se stessi, contribuendo, indipendentemente dalla derivazione della propria matrice culturale, alla costruzione di una nuova ideologia e divenendo, così, ciascuno apportatore unico di un contributo nuovo ed innovativo nel contesto della riscoperta della persona. Concludo, in ultimo, invitando tutti i cittadini a partecipare alla festa del 9 e 10 luglio a Trecate: un evento non solo di musica e festa ma un'occasione per poter discutere di Politica e prospettive".