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Ampliamento e recupero della cava in località Scagliano

Sacco: "Sì allo scavo, no al riempimento. Da cava ad area turistico-ricettiva: Cameri diventa “modello” da copiare nel delicatissimo settore estrattivo"
L'assessore Gianfranco Sacco

Cameri - Con l’approvazione in Consiglio comunale dello schema di convenzione il Comune di Cameri sblocca l’ampliamento e il recupero ambientale della cava di inerti in località Cascina Scagliano, proposto da Cave di Cameri Srl. L’attività estrattiva sull’area è cominciata sotto l’amministrazione di centrosinistra di Luisella Crespi, prima come bonifica agraria, poi come attività di cava vera e propria. «A differenza del passato, oggi noi mettiamo punti fermi sull’uso e il destino dell’area», spiega la giunta comunale. Non si tratta di un semplice ampliamento (1,6 milioni di metri cubi in un arco temporale di 12 anni): per espressa volontà della giunta Monfrinoli, infatti, la convenzione stipulata con la società contiene precise e innovative clausole a tutela del Comune e dei suoi cittadini che ne fanno un unicum sull’intero territorio provinciale. Una convenzione che diventa “modello da seguire” per altri comuniCinque i punti fermi imposti dalla giunta. Primo: nessun ritombamento dello scavo. Secondo: interventi di recupero ambientale da attuare in contemporanea con gli scavi, senza attendere la conclusione dell’attività estrattiva. Terzo: un tecnico-controllore scelto dal Comune (ma pagato dalla società proponente) seguirà tutte le attività di coltivazione, così da verificare il rispetto della convenzione e l’effettiva attuazione degli interventi di recupero. Quarto: l’area, una volta conclusa l’attività, sarà ceduta a titolo gratuito al Comune come area turistico-ricettiva votata al tempo libero, allo svago e alle attività sportive. Quinto: prima di iniziare gli scavi, la società deve realizzare opere preliminari di mitigazione ambientale con piantumazione di alberi a barriera dell’area.

«Abbiamo imposto regole molto ferree e chiare – spiega l’assessore Gianfranco Sacco – perché vogliamo precise garanzie che l’intervento venga attuato con il minor impatto sul territorio e il maggior vantaggio per il paese. Premessa di fondo è la volontà di voler evitare tutte le problematiche legate alle attività di ritombamento: come si sa, infatti, è in questa fase che si possono verificare i problemi più seri in tema di cave. Escludendo ogni riempimento dello scavo, quindi, escludiamo ogni criticità legata al materiale utilizzato per il riempimento. È in questa fase infatti che spesso si riscontra l’utilizzo di materiali non conformi e non leciti: come anche le recenti cronache novaresi raccontano. Un tecnico nominato dal Comune, inoltre, vigilerà costantemente sulle attività di coltivazione e di recupero ambientale: anche in questo caso risolviamo un’altra grande criticità del settore, che è appunto il controllo quotidiano sulle attività in cava. La coltivazione e il recupero ambientale procederanno a braccetto: più si scaverà, e più si recupererà. Evitiamo in questo modo di trovarci magari tra dieci anni con un’attività di cava conclusa e più nessuno che attua il recupero ambientale. A conclusione dell’attività, infine, tutta l’area sarà ceduta al Comune a titolo gratuito come area di pregio ambientale con laghetti, percorsi ciclabili, area fitness e la possibilità di praticare anche sport acquatici. Un’area che sarà strettamente connessa al paese da collegamenti ciclopedonali adeguati, tra l’altro già inseriti nel progetto di ampliamento della via Ticino».