Trecate - «Un anno duro, a tratti anche ingeneroso, ma ricco di soddisfazioni, sia dal punto di vista della nostra squadra amministrativa sia da quello più politico e personale»: il giudizio di Andrea Crivelli è chiaro e senza ambiguità. «La squadra con cui stiamo amministrando ha saputo dare le risposte che Trecate cercava: sono stati fatti moltissimi lavori manutentivi che si attendevano da anni ed è stata avviata una programmazione per la riqualificazione del centro cittadino già a partire da quest’anno: un punto, quest’ultimo, che era stato un vero e proprio cavallo di battaglia di Forza Italia e Cambiamo Trecate in campagna elettorale. Sono stati ottenuti risultati sul fronte della sicurezza, grazie ad un lavoro attento e innovativo, e abbiamo restituito ai trecatesi la possibilità di vivere la nostra Città la sera, grazie a eventi che hanno riscontrato una buona partecipazione tra i nostri concittadini come è stato, ad esempio, per le Feste Patronali e per le serate in piazza del Celebrità: una prima volta anche in questo caso, che ha visto la collaborazione tra il Comune e una realtà del territorio così attrattiva per tanti giovani».
Più recente, invece, l’esperienza in Provincia: «l’elezione a Consigliere provinciale (Crivelli è l’unico trecatese a Palazzo Natta, NdR) lo scorso gennaio rappresenta un impegno nuovo e stimolante, arrivato raccogliendo tanti anni di impegno politico non solo a Trecate ma in tutto il novarese». Crivelli, insieme alla minoranza di centrodestra, sta portando avanti una campagna di opposizione serrata su temi chiave della vita amministrativa: a partire dai problemi di bilancio della Provincia – che è in pre-dissesto – a quelli che toccano più da vicino i cittadini, come la manutenzione delle strade provinciali: «Il problema è l’autoreferenzialità dell’amministrazione provinciale: li vedo più preoccupati di restare al governo a qualsiasi costo che non impegnati a risolvere i problemi reali e concreti dell’Ente. Mi ricordano l’Amministrazione Ruggerone a Trecate, distante dai cittadini. Sappiamo come è finita».