Trecate - Torna d’attualità a Trecate il tema delle cave, un argomento che negli anni ’80 e ’90 era costantemente in agenda delle Amministrazioni comunali d’allora (con anche qualche ‘problema’ extra-politico) e che oggi ha particolarmente risonanza viste le imminenti scadenze elettorali. La mattina di sabato 18 maggio è stata convocata nella nuova sede (provvisoria) del Pd in piazza Cavour una conferenza stampa. Presenti i consiglieri del centrosinistra: Marco Uboldi, Pietro Campa e Pier Paolo Almasio (assente giustificato Filippo Sansottera che stava in contemporanea celebrando un matrimonio in Municipio). Attacca Uboldi, già assessore all’Ambiente nelle Giunte Almasio e Ruggerone: “Parliamo della cava Italvest a San Martino di Trecate (strada Moneta), che doveva essere trattata all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio comunale di pochi giorni fa, poi tolta dall’odg su decisione del sindaco Binatti di certo dopo le nostre rimostranze. Avevamo infatti avuto dei documenti incompleti che non chiarivano l’entità delle richieste di Italvest; solo ora dopo aver fatto accesso agli atti in Comune e in Provincia posso dire che non siamo assolutamente d’accordo… con l’accordo che vuole prendere l’Amministrazione e che pretendiamo maggiore chiarezza perché non è una votazione ‘facile come bere un bicchiere d’acqua’, anzi… Vorrei ricordare – ha ribadito Uboldi con il supporto di Almasio – che prima dell’Amministrazione Zanotti Fragonara le Giunte precedenti si erano sempre opposte alla Cava Italvest. Poi c’era stato l’accordo che prevedeva la donazione di uno stabile al Comune, poi demolito per creare il parcheggio di via Murello-largo delle Foibe (oggi) e la cancellata della chiesa di San Bernardo. Allora si era stabilito che per 10 anni potevano scavare sino a 9 metri di profondità per un totale di 1,5 milioni di metri cubi. Si erano impegnati a fare vari campionamenti di aria e acqua per assicurare la loro qualità e al termine dei 10 anni di ritombare con terra e roccia da scavo per ricoprire il buco. Bene, alla scadenza del decimo anno (proprio a fine mese) ecco la richiesta di Italvest che ci lascia di stucco: non solo hanno riempito il ‘buco’ con una parte davvero minima di quanto dovuto (solo 74.000 metri cubi del 1.127.000 metri cubi scavati), ma oggi chiedono di andare oltre i 9 metri e di raggiungere i 30 metri di profondità! Si pensi che la faglia acquifera è ad 11 metri, quindi in quel sito si formerà un lago molto ampio come 25 campi da calcio. Vorrei anche ricordare che la ditta Italvest nel 2015 ha avuto per tre mesi con un’ordinanza firmata dall’allora sindaco Enrico Ruggerone la sospensione dell’attività per tre mesi, poiché erano arrivati in cava materiali non conformi. Ora la richiesta di scavare ulteriormente, e quindi un nuovo accordo, farebbe perdere il diritto alle fidejussioni che la ditta avrebbe dovuto versare se non ottemperava al precedente capitolato col Comune (si parla di 7,5 milioni di euro); scendendo sino a 30 metri loro potrebbero prelevare sino a 3,5 milioni di metri cubi di terra e rivenderla ingigantendo il loro business e al Comune alla fine cosa resta? Un laghetto, simile a quello che abbiamo già in altre zone di Trecate dove già si allevano gli storioni…”.
“Non ci piace la fretta - proseguono gli esponenti di Pd e Nel cuore di Trecate - con cui l’Amministrazione Binatti, in particolare il sindaco e l’assessore Minera, vuole far votare una variante al Prg che palesemente avvantaggerebbe il privato a scapito del pubblico. Facendo qualche calcolo siamo convinti che l’Italvest avrebbe un guadagno di almeno 30 milioni di euro e al Comune cosa rimane? Un laghetto di pubblica utilità tra qualche anno? A breve sarà convocata anche la conferenza dei servizi in Provincia, ma vorrei ricordare che il parere del Comune di Trecate è vincolante, quindi tutto si decide in Consiglio. Ci appelliamo ai consiglieri della maggioranza perché anche loro cerchino di vederci chiaro su questa vicenda, che porterà come opere di compensazione solo l’asfaltatura di alcune strade di Trecate per un importo complessivo inferiore al mezzo milione di euro, contro l’1,2 milioni che invece si incassò (tra opere e benefit) nel 2009”.
“Il titolare dell’Italvest (ora a socio unico) è Fabio Ongari, al momento indagato a piede libero nell’indagine milanese di questi giorni che vede coinvolti anche qualche esponente di spicco di Novara (l’on. Diego Sozzani e l’ex ad di Acqua No Vco Andrea Gallina): è un dato che non toglie o aggiunge nulla alla questione cava trecatese; quello che fa Ongari al di là del Ticino non è affare nostro; a noi interessa capire – concludono Uboldi, Campa e Almasio – e denunciare ciò che sembra essere una follia malgestita; ci sono troppe domande aperte alle quali Binatti si sottrae e non risponde”.
Cosa succederà? Tutto al momento sembra rimandato al prossimo Consiglio comunale che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere convocato a fine maggio. Sempre e comunque (e questa è una certezza) dopo le elezioni.
Gianmaria Balboni