Share |

Chiarimenti e precisazioni del presidente Sansottera

Filippo Sansottera

Trecate - Riceviamo e pubblichiamo dal presidente del Consiglio comunale, Filippo Sansottera (nella foto): “Ritengo doverosi dei chiarimenti circa una proposta di deliberazione non discussa durante l’ultima adunanza del Consiglio Comunale, essendomi stati anche formalmente richiesti dal Consigliere Crivelli, nell’intento di porre fine definitivamente a questa coda polemica, condividendo le riflessioni del caso ed auspicando siano colte come spunto costruttivo. Il primo elemento da considerare riguarda il regolamento del Consiglio Comunale, poiché è nelle pieghe di questo che si snoda tutta la vicenda. Regolamento che si rivela sempre più inadeguato (con articoli desueti, talvolta contradditori e foriero, infatti, di risultati equivoci e sterili rispetto alle finalità). Spero quindi che la proposta del nuovo regolamento che a giugno ho sottoposto ai Consiglieri, dopo un congruo tempo per le valutazioni che, sono certo, tutti hanno avuto cura di maturare vista l’importanza del tema in oggetto, possa trovare la più ampia condivisione ed arrivare a breve in aula. A tal proposito ringrazio i Consiglieri che, nella prima seduta di Capigruppo dedicata hanno esposto critiche precise e proposte valide, poiché tutto è perfettibile, a partire dal sottoscritto e dal mio lavoro. A dimostrazione che concentrarsi di meno sulle polemiche, pur fisiologiche nella disputa politica, e di più al lavoro collegiale, restituisce risultati gratificanti per tutti, anzitutto per i cittadini che da noi Amministratori si aspettano concretezza. Circa la deliberazione sullo “ius soli”, tentando di semplificare: il giorno 20/10 è stata convocata (per il giorno 23/10) la commissione permanente, sede nella quale discutere nel merito i punti che (normalmente) finiscono nell’ordine del giorno della prima adunanza di Consiglio utile. Il giorno 21/10 è stata convocata (per il 26/10) la conferenza dei Capigruppo, sede nella quale il sottoscritto propone e poi fissa l’ordine del giorno dell’adunanza. A seguito della conferenza, in qualità di Presidente, convoco quindi l’adunanza del Consiglio avendo cura, contestualmente, di verificare che tutta la documentazione relativa ai punti da discutere sia a disposizione dei Consiglieri, scadenza recentemente portata da 24 ore prima dell’adunanza alla notifica della convocazione della medesima (solitamente tre giorni prima), proprio per dare ai Consiglieri un tempo ragionevole per visionare le carte definitive e formare le proprie scelte. La proposta di deliberazione sullo “ius soli” è stata inviata dai proponenti domenica 25/10 alle ore 16:54, a uffici chiusi, con la conferenza dei Capigruppo prevista il lunedì mattina alle ore 9:00. Operativi da pochi minuti, gli uffici hanno quindi tempestivamente protocollato la proposta di delibera, proposta quindi sconosciuta a tutti i Consiglieri tranne i proponenti. Ho ritenuto quindi di non proporne l’inserimento all’ordine del giorno proprio per dare modo di illustrarla prima in commissione, consuetudine che, a mio giudizio (condiviso peraltro da tutti i Consiglieri quando lamentano la scarsità dei preavvisi e mancanza di passaggi in commissione) significa semplicemente conferire dignità alla proposta. Il punto sarebbe stato poi iscritto all’ordine del giorno dell’adunanza successiva. Il motivo che, però, mi ha convinto definitivamente della bontà della mia valutazione è stato che uno dei proponenti della deliberazione sullo “ius soli” era presente e nulla ha contestato circa l’ordine del giorno stilato, non chiedendo l’inserimento del punto riguardante lo “ius soli” e nemmeno menzionandolo. Solo dopo il termine della conferenza dei capigruppo ho ricevuto lamentele dal Consigliere Crivelli circa il mancato inserimento del punto, e non nego il mio disorientamento pensando che il suo Capogruppo era presente e nulla ha richiesto in merito, sicuro quindi che condividesse la mia scelta. Leggendo che “abbiamo comunicato che ci saremmo rivolti al Prefetto in caso di necessità” Risultato? “Mi hanno chiamato per comunicare che il punto era stato integrato, un ulteriore dispendio economico per re inviare tutto il materiale con il punto aggiuntivo” mi sento di sottolineare che la mia autonoma decisione di integrare il punto non è, come si insinua, il terrore di dover spiegare al Prefetto chissà quali fantomatiche violazioni, quanto dimostrare, nei fatti, l’assoluta volontà di rispettare il regolamento e le istanze dei Consiglieri. Decisione, anzi, criticata da diversi Capigruppo ancora presenti e comprensibilmente contrariati all’idea di aver concordato un ordine del giorno che poi, d’imperio, ho voluto (pur nel pieno delle mie facoltà) integrare. La mia speranza era quindi evitare una polemica epocale per poi ritrovarci (appunto) a chiarirla alla cittadinanza precisando che, come la proposta è arrivata tecnicamente, per qualche ora, in tempo utile, tanto la mia convocazione era poi incontestabile, stante la presenza di uno dei proponenti che nulla ha eccepito sull’ordine del giorno. La mia riflessione non è quindi legata ai fisiologici errori che tutti possiamo commettere, io in testa: il mio timore è il vortice di polemiche che prosperano proprio per voler dimostrare a tutti i costi che sono sempre i colleghi e gli avversari politici a sbagliare (spesse volte insinuando anche il venefico dubbio della malafede). Queste polemiche, nei miei convincimenti, creano proprio quel gorgo che marca sempre più distanza tra i cittadini e gli eletti, i quali si dimostrano troppo spesso indaffarati a sfidarsi in un linguaggio autoreferenziale che solo a loro è dato comprendere. Poco importa se l’avvicinarsi alle elezioni surriscalda clima ed animi, noi eletti è proprio in questi frangenti che dobbiamo sforzarci di essere all’altezza delle nostre responsabilità. Questa mia lunga riflessione, che ho voluto concedermi  rompendo il silenzio che in qualità di Presidente ho scelto prediligere, non vuole perciò essere un rimprovero per nessuno (e la dimostrazione migliore è che ho appena finito di stilare un richiamo scritto ad un Consigliere per una violazione del regolamento alla quale non faccio volutamente cenno), quanto un invito ad un confronto in un clima più collaborativo e rispettoso, pur nelle diverse istanze che, nelle mie funzioni di rappresentante l’intera Assemblea Consiliare, mi trovo a regolare. Col mandato di tutelare le diverse istanze, cerco di suggerire le strade migliori nel rispetto del regolamento e delle altrui istanze, spesso confliggenti. Spetta poi a ciascuno scegliere se e come percorrerla. La ricerca spasmodica della pagliuzza nell’occhio altrui, il più delle volte ha come unico risultato di evidenziare la trave nel proprio. Il mio sforzo di tutelare il Consiglio ed i singoli non può essere una volontà unilaterale od una mia fissazione, altrimenti risulta vano (come questa vicenda credo dimostri). Non appaia quindi protagonismo l’appello ad ascoltare maggiormente e con più tolleranza le mie indicazioni, confermando così anche in questi termini la fiducia che all’unanimità mi è stata assegnata eleggendomi a questa carica: è la semplice volontà di conferire lustro e valore all’Assemblea, formata dai singoli, ed alle relative istanze, caldeggiando una confronto volto ad accreditare la bontà del proprio operato piuttosto che farsi ingolosire dallo screditare quello altrui. Con immutato spirito costruttivo ed inclusivo rimango sempre, umilmente, a disposizione”.