Oleggio - Riceviamo e pubblichiamo da Davide Crippa (nella foto, deputato) e Gianpaolo Andrissi (consigliere regionale), entrambi del Movimento 5 Stelle: "Arriva uno scorcio di verità finalmente. Dopo due anni di attesa, conditi dalle peggiori favole propinateci in ogni forma, ordine e grado dal Partito Democratico (sia a livello nazionale che in Regione Piemonte), oggi si è finalmente (si fa per dire) votato il Collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014. Questo testo è stato presentato il 12 febbraio 2014 e solo oggi (dopo una lunga fase di dimenticatoio della maggioranza al Senato) ha finito il suo iter con la sua definitiva approvazione alla Camera. Fra le diverse misure, non poteva mancare quella che sicuramente può essere presentata come uno degli enigmi più grandi degli ultimi due anni: le “Oil Free Zone”! Secondo quanto riferito dal PD ad ogni livello, questo piccolo miracolo normativo avrebbe permesso ai singoli comuni di opporsi ai progetti di coltivazione e/o estrazione idrocarburi approvati o in fase di approvazione presso il Ministero dell’Ambiente dichiarando le aree in questione appunto “libere dal petrolio”. Insomma, secondo quanto pubblicizzato in ogni dove dagli esponenti democratici questo sarebbe un tentativo per “rimediare” alla porcata presentata dal Governo Renzi e votata dalla stessa maggioranza conosciuta come “Sblocca Italia”. Oggi però durante l’approvazione dell’articolo 71 del collegato ambientale alla Camera mi sono permesso di far notare che per quanto riguarda le “Oil Free Zone” il testo non parla di possibilità di divieto (e quindi di opposizione) da parte dei comuni, ma il riferimento sarebbe ai consumi dei territori. In pratica, i comuni che scegliessero questa strada dovrebbero mettere in campo (non si sa in che modo) azioni e strategie (non si sa quali) utili all’incentivazione dell’utilizzo e del consumo da parte dei cittadini residenti e delle attività insediate nei propri territori di energia prodotta da fonti rinnovabili a scapito di quella di origine fossile. Nessun riferimento quindi ad attività di estrazione, che di base è un’attività che nulla ha a che fare con il consumo diretto considerando che gli olii e i gas estratti dovrebbero essere lavorati e immessi sul mercato. Naturalmente nessuna risposta alla mia analisi. Che significa questo? Semplice, nulla è cambiato. Specialmente non con uno strumento vuoto come le “Oil Free Zone”. Ancora una volta qualcuno tenta di prenderci in giro e le varie azioni pubblicizzate come le panacee di tutti i mali come l’Ordine del Giorno presentato dal Partito Democratico l’11 novembre 2015 a prima firma Rossi altro non sono che inutili tentativi di dare un’informazione fallace. Per quanto Carpignano Sesia e tutti i territori con le stesse problematiche potranno sopportarlo?"