Oleggio - Riceviamo e pubblichiamo dal deputato del Movimento 5 Stelle Davide Crippa: "Ancora una bella gatta da pelare legata al Progetto di Ricerca Idrocarburi “CARISIO”. Gli operatori titolari di tale permesso di ricerca sono il «rappresentante unico» ENIS spa (con il 47,5 per cento delle quote) e i «Contitolari» Petroceltic Italia s.r.l. (con il 47,5 per cento delle quote) e Compagnia Generale Idrocarburi spa (con il 5 per cento delle quote). Ebbene, dopo aver appurato come uno degli azionisti di Compagnia Generale Idrocarburi spa risultasse aver dichiarato fallimento in data 26 maggio 2015 (informazione contenuta in un’interrogazione a mia firma depositata in data 23 luglio 2015 e ancora inevasa), siamo venuti a conoscenza di nuovi guai finanziari, che questa volta vedono protagonista la seconda impresa contitolare di CARISIO, Petrolceltic. Come riscontrabile dal sito web della società stessa, Petroceltic Italia spa risulta controllata da Petroceltic International Plc, la quale risulterebbe essere a sua volta controllata per il 29 per cento delle quote da Worldwide Capital Management, società di gestione di investimenti privati con sede presso le isole Cayman, noto paradiso fiscale internazionale. Già febbraio la Worldwide capital management aveva espresso preoccupazioni per gli affari economici della Petroceltic International Plc tanto che il valore delle azioni della stessa Petroceltic International Plc sarebbe crollato in un solo anno del 34 per cento, arrivando ad un debito della società di circa 500 milioni di dollari; secondo la Worldwide Capital Management «il valore dell'azienda Petroceltic International Plc è stato fortemente compromesso dai pagamenti illeciti e dai fondi sottratti in maniera fraudolenta dalla Petroceltic. La Worldview accusa la Petroceltic di management inappropriato e fallimentare.». Considerata la chiara crisi economica che sta affrontando la società di controllo di Petroceltic Italia srl, quest'ultima può ancora soddisfare i criteri di garanzia economica forniti ai tempi della presentazione di istanza per il progetto “CARISIO”? Se andiamo a sommare questa situazione al fallimento di uno degli azionisti di Compagnia Generale Idrocarburi spa, non sarebbe perlomeno auspicabile riconsiderare l'ammissibilità dell'istanza di permesso di ricerca considerando che due dei tre soggetti coinvolti in Carisio non sembrano fornire realistiche garanzie economiche? Queste le domande che ho posto al Ministero dello Sviluppo economico e a quello dell’Ambiente in un’interrogazione a risposta in Commissione che ho depositato e che spero possa trovare una risposta nei più brevi tempi possibili".