Oleggio - Riceviamo dal deputato del Movimento 5 Stelle, on. Davide Crippa: "Dobbiamo mantenere alta l’attenzione sulla discarica di Ghemme. Bisogna arrivare ad una soluzione. Siamo ad un rimbalzo di responsabilità allucinante. La Provincia ha rescisso la convenzione? Il Consorzio cosa intende fare? Sono passati diversi mesi e la situazione è sempre più allarmante; facendo alcuni accessi agli atti scopriamo che la Provincia ha accettato a luglio 2015 una polizza da 9 milioni di euro per la gestione della discarica dopo la sua chiusura per soli 5 anni fino al dicembre 2017, da parte di un istituto Londinese che l’IVASS (Istituto di vigilanza delle assicurazioni) nel settembre 2015 aveva segnalato come false se successive al 2010. Il fatto che ancora ad oggi non sia stata ancora intrapresa alcuna iniziativa di rivalsa economica nei confronti di Daneco per questa situazione, non può che spaventarmi e a mio avviso segnala una certa leggerezza nel gestire questa faccenda. Attendiamo una risposta da parte di chi qualche settimana fa si era preso la briga di rispondere ad alcune nostre affermazioni tramite conferenza stampa, ma che da allora non ha proferito alcuna parola nel merito rispetto alle iniziative che la Provincia abbia realmente messo in campo. Consorzio e Provincia, se ci siete battete un colpo! Ricordiamo agli amministratori infine che a livello di programmazione contabile dovreste forse inserire nei vostri bilanci preventivi il maggior costo per la gestione straordinaria e per la chiusura definitiva (in capo al Consorzio) e per la gestione post mortem (in capo alla Provincia)...".
"Ci mancava solo il Sindaco di Trecate - prosegue il deputato oleggese del Movimento 5 Stelle - In un momento come quello attuale in cui il tema del pozzo di ricerca di Carpignano è al centro di importanti confronti sul territorio, oltre che di un NO sempre più condiviso da ogni parte, ecco arrivare l’ennesimo sproloquio del buontempone di turno. Stiamo parlando del commento rilasciato alla stampa locale da parte del Sindaco Binatti, con cui lo stesso si augura che il Ministero dell’Ambiente possa rilasciare quanto prima i permessi necessari all’avvio del sito di ricerca idrocarburi al fine di “salvare” il centro oli di Trecate. Un commento che in tutto e per tutto ricalca la lettera pervenuta esattamente due anni fa ai media novaresi dalle RSU di categoria. Dal ricatto occupazionale siamo quindi passi direttamente a quello istituzionale? Continua quindi la favola secondo cui la “morte” del Centro Oli di Trecate potrebbe essere scongiurata grazie al pozzo di Carpignano, una forzatura priva di alcun fondamento. Varrebbe quindi la pena di fornire due dati (che forse farebbero comodo anche al paladino degli idrocarburi Binatti): 1) durante l’incontro tenutosi a Novara nel gennaio 2013 presso la sede dell’Associazione Industriali di Novara (AIN), ENI dichiarò come il giacimento di riferimento di Trecate sia in fase di declino naturale, con una produzione di circa3.000 barili al giorno (il 90% dei quali estratti da uno solo dei quattro pozzi attivi) contro i circa 85.000 del 1997. Tale situazione, secondo le stime fornite ai tempi, avrebbe portato alla chiusura della produzione e del Centro Oli addirittura nel 2015; 2) sempre nell’incontro del 2013, ENI stimò per il pozzo di Carpignano una produzione tra i 3.000 e i 3.500 barili al giorno per i circa 15 anni di “vita” previsti del giacimento; 3) dal rapporto consegnato da ENI ai Deputati della Commissione Attività Produttive durante l’audizione del 5 novembre 2014 si può notare come nel solo periodo 2008-2014 si è vista la domanda di petrolio contrarre del 29%, che il settore petrolchimico di ENI nel periodo 2009-2013 ha subito una perdita di 2,4 miliardi di euro, quello di raffinazione una perdita di 5,9 miliardi di euro, mentre quello di esplorazione ed estrazione un utile di 71,1 miliardi di euro. Considerando che i dati attuali non ribaltano questo scenario, si può sintetizzare che la domanda di petrolio a livello globale sta crollando e che ENI riduce pesantemente gli investimenti in petrolchimica e raffinazione perché non più convenienti. In questo contesto di mercato quindi, trivellare il territorio di Carpignano, rischiando una devastazione irrimediabile, al fine di estrarre oltretutto una quantità ridicola di greggio (che secondo i dati della stessa ENI sarebbe giusto sufficiente a parificare la produzione attuale) non potrebbe bastare in alcun modo a mantenere in vita il centro oli di Trecate. Rimane poi il netto conflitto che è impossibile non notare fra la posizione espressa da Binatti e quella espressa in più occasione dalla Lega Nord (grazie i cui voti, è importante ricordarlo, lo stesso ha avuto modo di insediarsi come Sindaco a Trecate) che nel recente passato non ha perso occasione per rimarcare la propria contrarietà al progetto. Sarebbe utile capire quindi capire cosa pensano delle dichiarazioni del Sindaco di Trecate i rappresentanti della Lega Nord presenti in Giunta, considerando che negli ultimi anni il responsabile del Dipartimento Ambiente della segreteria nazionale della Lega Nord Gian Carlo Locarni si è più volte profuso contro il progetto di ricerca Carisio. L’ennesima contraddizione politica in questo folle scenario che non prende minimamente in considerazione la volontà dei cittadini".