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Dura affermazione di Vivi Cameri contro l'ex Messina

Cameri - Riceviamo e pubblichiamo dalla lista civica 'Vivi Cameri': "Fare politica vuol dire battersi, anche duramente, per le proprie idee. Fare politica vuol dire confrontarsi con i rispettivi concorrenti con lealtà e correttezza. Fare politica vuol dire confrontarsi sulle proposte, sui progetti. Questo è, secondo noi, fare politica. Una concezione che evidentemente non appartiene al candidato sindaco Daniele Messina e al suo gruppo Rinnova Cameri. Il nostro non è un pregiudizio dettato dallo stra-noto tradimento consumato ai danni di Monfrinoli per inseguire un sogno di affermazione personale: lo diciamo dopo aver dovuto subire dal sempre corretto e leale Messina un altro colpo basso. Molto basso. Bassissimo e anche di più: un colpo talmente basso che sembra arrivare dalle fogne… Un colpo che con una sfida elettorale e una corretta dialettica politica non ha nulla a che spartire. Un colpo che aveva l’unico obbiettivo, ahilui andato a vuoto, di eliminare la lista Vivi Cameri ancora prima di partecipare alla gara. A questo puntavano Messina e Rinnova Cameri con la decisione di andare a contestare il contrassegno della lista Vivi Cameri. Un simbolo che la Commissione Elettorale della Prefettura ci ha chiesto di modificare pena l’esclusione della lista dalla competizione elettorale. Ma, caro Messina, quel simbolo di Vivi Cameri non era lo stesso utilizzato cinque anni fa dalla lista dentro la quale correvi anche tu? Cinque anni fa, evidentemente, il simbolo andava bene. Oggi invece rappresenta “il nemico da (ab)battere” (non sul terreno delle idee) e allora va contestato e ricusato. Uno sgambetto gratuito che aveva l’unico obiettivo, lo ripetiamo, di impedire a Monfrinoli e alla sua squadra (anche a tutte queste persone, caro Messina, hai inferto un colpo bruttissimo) di partecipare alle elezioni, giocando sul fatto che in extremis non avremmo trovato il tempo di “riparare al danno”. Sappi, invece, che noi ci siamo, caro Messina: non bastano questi mezzi trucchetti da circo per fermarci. Già è dura piegarci: figuriamoci spezzarci. Nessun imbarazzo, anche questa volta, per il caro Messina a sputare nel piatto nel quale ha mangiato per tanti anni. E lo ripetiamo, qui non si parla di dialettica e di confronto politico: qui si tratta di una ripicca (Per cosa? Aver forse revocato le deleghe a un assessore che annunciava la sua fuga dalla squadra di giunta?) che aveva l’unico obbiettivo di mettere in (grandissima) difficoltà la concorrente lista civica negandole il diritto a candidarsi. Se questo è lo spirito civico, il senso di lealtà e di correttezza con il quale l’aspirante sindaco si candida a governare Cameri, lasciamo agli elettori ogni valutazione sui comportamenti (che hanno molto più valore di tante promesse lanciate per imbonire la gente). Al peggio non c’è mai fine, si dice: dopo il tradimento, l’ennesimo cambio di casacca (a proposito, sapreste dire quante bandiere politiche il Messina ha già sventolato nella sua brillante carriera di perenne aspirante politico-di-livello?) questa volta abbiamo dovuto subire anche la codardia di un atto vile e gratuito. È questo il nuovo che si rinnova? A noi pare soltanto il vecchio che si ricicla (ps: tra tutti i candidati è proprio Messina il “poltronista” politico di turno con ben nove anni di assessore) e che col passare degli anni inizia pure a marcire. Poi parlano di ricostruire il dialogo, di rapporti con i cittadini, di comunità… Predicare bene è facile: è il razzolare corretto che viene sempre difficile a certa gente. A noi, quindi, l’obbligo di presentarci con un nuovo contrassegno. Un dettaglio grafico che non sposta di un millimetro quello che Vivi Cameri è stata nei suoi dieci anni di vita, è oggi, e si candida ad essere anche in futuro: una squadra di persone perbene che lavora con l’unico obbiettivo di far crescere Cameri dando ai suoi cittadini il meglio, in ogni campo. Questo è il faro che guida le nostre scelte. Le scelte di Messina, invece, sembrano ancora una volta guidate dal faro dell’arrivismo e dell’affermazione personale. Altroché comunità...".