Oleggio - "Nella seconda settimana di attività parlamentare - scrive la sen. Elena Ferrara (Pd) - mi sento di condividere con i cittadini un semplice ragionamento. In questo periodo molti colleghi sono intervenuti sulla questione etica, sulla trasparenza e la buona politica. Perseguire il bene comune significa uscire dalle logiche autoreferenziale di “palazzo”, interpretanto i segnali di partecipazione e cambiamento che i risultati delle ultime elezioni hanno manifestato chiaramente. Se il Parlamento, nel suo insieme, cerca di rispondere all'appello della comunità, in Regione Piemonte non si può dire lo stesso. La mia perplessità prescinde dalle logiche di partito. Valutazioni nel merito che lascio agli esponenti Democratici all'interno del Consiglio regionale. Da senatrice, però, non posso fare a meno di rilevare l'assoluta incoerenza tra ciò che, non senza sforzi, si sta cercando di percorrere in Parlamento e quello che, invece, si è determinato a Torino. Da una parte un percorso virtuoso di revisione dei costi dell'attività parlamentare, la scelta di Laura Boldrini e Pietro Grasso come presidenti di Camera e Senato; dall'altra una lottizzazione delle poltrone a seguito del rimpasto della Giunta regionale. Le dimissioni dell'assessore alla Sanità, Paolo Monferino, hanno imposto alla Regione Piemonte un nuovo assetto: 9 assessori tra Pdl e Fratelli d'Italia e 3 di Lega Nord. Uno sbilanciamento che, di fatto, confina il Governatore, Roberto Cota, a un ruolo di rappresentanza. Al di là degli equilibri interni, risulta preoccupante la disinvoltura con cui sono state ridistribuite deleghe importanti senza tener conto delle competenze specifiche, né delle esperienze maturate dai vari assessori. Basti pensare che, con Ugo Cavallera, siamo al terzo assessore alla Sanità in tre anni. Un dato emblematico per un territorio alle prese con una delicatissima riorganizzazione del servizio sanitario; tanto più per un'Istituzione su cui gravano debiti per circa 12 miliardi di euro; 4,5 solo per le Aziende sanitarie. Ma il presidente Cota continua, nella sua duplice veste di Deputato e Governatore. Mi chiedo come farà a rispondere a tali impegni quando le attività parlamentari sembrano, giustamente, destinate a coprire almeno cinque giorni a settimana. Un doppio incarico ancor più gravoso, con le deleghe a Sviluppo e Internazionalizzazione in capo al presidente dopo le dimissioni di Massimo Giordano dalla Giunta. Nei loro interventi, i Presidenti delle Camere hanno rivolto un appello per fare di Montecitorio e Palazzo Madama le "case della buona politica". In un momento sociale, economico e politico così delicato, tutti noi siamo chiamati a un grande senso di responsabilità e della misura, per dare l'esempio e riconquistare il rispetto dei cittadini. Propositi che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta verificando in queste ore per dare governabilità al nostro Paese. Qualcosa sta cambiando, ma l'orizzonte rimane lontano. Almeno finché tutta la classe politica non prenderà atto dell'emergenza e non interpretà l'esigenza di fare un passo indietro nell'interesse collettivo".