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Fortuna (M5S Galliate) sull'immigrazione: Un punto di strumentalizzazione per alcune forze politiche

Marco Fortuna

Galliate - Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni di Marco Fortuna, consigliere comunale a Galliate nel MoVimento 5 Stelle: "L'immigrazione? Un punto di strumentalizzazione per alcune forze politiche. L'intervento militare da parte dei Paesi NATO e di altri Stati come gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, la Svezia e la Giordania ecc. nel marzo del 2011 in Libia, ha segnato l'inizio di un periodo di sconvolgimenti geopolitici. L'attacco della comunità internazionale ha cambiato radicalmente lo stile di vita dei cittadini libici e ha di fatto sconvolto il normale flusso di risorse all'interno della regione. Da allora, migliaia di loro ogni giorno cercano salvezza attraverso il mare, per fuggire dagli orrori della guerra. Paradossalmente, invece di stabilire un ordine governativo stabile all'interno del Paese, l'ONU con le sue risoluzioni ha dato il via ad una forte emigrazione di massa. Più del 90% delle persone che sbarcano oggi in Italia sono libici, ma non ci sono solo loro. Ci sono anche i tunisini, ancora reduci dalla "Rivoluzione dei Gelsomini" del 2010-2011. Sempre nel contesto della primavera araba abbiamo la guerra civile siriana, la rivoluzione egiziana, il golpe egiziano e il Tamarod. Nella maggior parte di queste rivolte e proteste, I Paesi occidentali hanno avuto un ruolo chiave destabilizzante nei confronti di questi governi. Allora quando sentiamo quotidianamente degli sbarchi di cittadini facenti parte di queste nazioni, dobbiamo chiederci innanzitutto: "Non abbiamo forse anche noi avuto un ruolo in tutto questo? Dato che le nostre forze militari hanno contribuito al collasso di questi territori per scelte puramente politiche, non dovremmo ora prenderci cura di loro?" Ovviamente l'Italia non può, sia per una questione economica che logistica, prendersi cura di tutte le persone che sbarcano e quindi è compito anche degli altri Stati farsi carico di parte dell'onere. Ciò che trovo veramente increscioso, è che ci siano forze politiche che approfittino di questa situazione e che cerchino di indirizzare sui profughi, la responsabilità dell'attuale crisi economica e occupazionale dell'Italia. Vorrei fare chiarezza su questo punto, illustrando il bilancio economico sulla presenza degli immigrati in Italia secondo uno studio condotto dalla fondazione Leone Moressa, un istituto di studi e ricerche nato nel 2002. Nel 2012 lo Stato italiano ha speso 12,6 miliardi di euro per l'arrivo di nuove famiglie di immigrati sul suolo italiano. Le spese comprendono gli oneri per i servizi sanitari (3,7 miliardi), quelli educativi (3,5), i servizi sociali (0,6), gli alloggi (0,4), la giustizia (1,8), le spese del ministero degli Interni per la gestione (1,0) e i trasferimenti economici (1,6). lo Stato, nel 2012, ha ottenuto 16,5 miliardi di euro dagli stranieri così suddivisi: Una parte delle entrate - vale a dire 7 miliardi di euro circa - deriva dal pagamento dell’Irpef (4,9 miliardi di euro), dall’ imposta sui consumi (1,4 miliardi), sugli oli minerali (0,84), su lotto e lotterie (0,21) e per tasse e permessi (0,25). A ciò vanno aggiunti 8,9 miliardi di contributi previdenziali per gli stranieri. Il totale delle entrate di 16,5 miliardi di euro nel 2012 ha quindi coperto con scarto i 12,6 miliardi di spesa pubblica. I cittadini stranieri hanno fruttato 3,9 miliardi di euro all’ economia italiana. Gli immigrati creano anche lavoro: In Italia possiedono l’8,2 per cento delle aziende totali e, grazie a queste, producono 85 miliardi di valore aggiunto. La classe dirigente vuole che i cittadini smettano di puntare il dito verso di loro e quindi creano dei pretesti per fomentare "una guerra tra poveri". E su questa "guerra", alcuni partiti fondano il loro programma elettorale".