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Fratelli d'Italia: Sulla questione inceneritore ha vinto il buonsenso

Gianni Mancuso (Fratelli d'Italia)

Trecate - Riceviamo e pubblichiamo da Gianni Mancuso (nella foto) e Dario Roverato (Fratelli d'Italia): "Il pericolo che il territorio di Trecate venisse interessato da un impianto per il trattamento di rifiuti sanitari pericolosi è stato scongiurato: è una vittoria per Trecate e per il buonsenso. Infatti, senza fare demagogia, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale riteneva che questo tipo di impianto, per questioni legate alla salute pubblica (qualità dell’aria e sicurezza) ed a logiche di sistema sui rifiuti sanitari, non fosse compatibile con Trecate, il cui territorio è già gravato da diverse strutture ambientalmente molto impattanti. Prima di commentare la notizia, abbiamo aspettato di leggere le motivazioni contenute nel verbale della Conferenza dei Servizi. A Trecate ci sono 10 aziende che rientrano tra quelle a rischio di incidente rilevante. L’effetto cumulo è notevole: i dati dell’Arpa relativi al 2012 hanno registrato per Trecate 80 superamenti del valore limite giornaliero sul PM10, numero superiore alla vicina Novara e di poco inferiore ad una città come Torino. Le cause sono molteplici e di certo non possiamo farne una colpa all’Amministrazione comunale, ma sono dati di cui bisogna tener conto: anche perché, nel momento in cui a livello di bacino padano la qualità dell’aria segue un trend di leggero ma progressivo miglioramento, a Trecate la situazione purtroppo peggiora. Per quanto riguarda il tema dei rifiuti sanitari nel suo complesso, ricordiamo quanto già emerso nel dibattito dei giorni scorsi: gli ultimi dati disponibili risalgono al 2011 e parlano di una produzione di rifiuti sanitari di circa 12.000 tonnellate/anno, di cui oltre il 53% viene prodotto in provincia di Torino, mentre il territorio della provincia di Novara pesa per il 10,5%; inoltre, sul totale di 12.000 tonnellate, 9.800 sono classificate come rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, mentre la restante parte sono ascrivibili alla categoria dei rifiuti sanitari non pericolosi o assimilabili agli urbani. L’impianto che si voleva fare a Trecate avrebbe avuto una capacità di trattamento per 15.000 ton/anno. A questo punto, potremmo fare molte riflessioni: il termovalorizzatore di Torino non è attualmente autorizzato a trattare rifiuti sanitari, ma potrebbe esserlo se venisse predisposta una linea di carico separata; sempre in provincia di Torino è già stata rilasciata un’autorizzazione per un impianto per rifiuti sanitari pericolosi con una potenzialità di 3.400ton/anno. Noi crediamo che un tema come questo debba essere affrontato in un ragionamento complessivo e di sistema e ci piacerebbe sapere se è stata interpellata la Regione sul punto. Oltre ai possibili rischi connessi all’impianto in sé, Trecate sarebbe stata interessata da un via vai di camion carichi di rifiuti pericolosi, che avrebbero emesso in atmosfera dai loro tubi di scappamento. Anche qui, un ragionamento più ampio consente di scoprire che già dal 2012 è attivo all’Ospedale San Luigi di Orbassano un progetto pilota, in collaborazione col Politecnico di Torino, finalizzato allo smaltimento ed alla valorizzazione di questi rifiuti in loco; i risultati sembrano essere incoraggianti, in quanto venendo meno il trasporto, si ha un abbattimento delle emissioni ed un risparmio che è stimato tra il 15 ed il 30%. In questo contesto e non per la sindrome Nimby, ritenevamo che un impianto per rifiuti sanitari pericolosi non fosse accettabile a Trecate e per questo siamo tuttora convinti che sarebbero state sufficienti queste considerazioni, dopo una visione del progetto, per indurre la maggioranza a prendere una posizione chiara e contraria rispetto al progetto. La normativa di riferimento è molto complessa, ma i testi principali (dal d.lgs 152/2006, al d.lgs 387/2003 alla legge regionale 40/1998) sono chiari. Per questo, certe posizioni espresse da esponenti della maggioranza sanno di difesa a posteriori: secondo una giurisprudenza ormai consolidata, il parere del comune, così come quello degli altri soggetti partecipanti,  concorre al giudizio finale che la conferenza dei servizi rilascia e non è assolutamente determinante a chiudere o far proseguire il procedimento. Tanto più che l’eventuale rilascio dell’AIA racchiude eventuali altre autorizzazioni necessarie. Inoltre, se da un lato la conferenza dei servizi esamina il progetto dal punto di vista tecnico, è altresì vero che normalmente le valutazioni dei comuni vanno oltre le disposizioni tecniche. Non è un caso che, pur essendo le competenze del comune limitate ad aspetti di natura urbanistica, il Sindaco abbia fatto valutazioni più generali sulle emissioni e che il suo parere sia disceso  (secondo quanto riportato nel verbale e secondo quelli che erano gli intendimenti annunciati dal Sindaco) anche dalle analisi degli altri soggetti. In conclusione, pur condividendo l’approccio dell’Amministrazione comunale di non volersi sovrapporre ai funzionari (come previsto peraltro dalla legge), alla luce di quanto fin qui esposto, ribadiamo che questo atteggiamento ci è sembrato troppo pilatesco e che sia stato l’ampio fronte contrario all’impianto, assolutamente trasversale, a “stanare” l’Amministrazione comunale, inducendola ad assumere una posizione contraria. Ha vinto il buon senso; come ci aspettavamo, la conferenza dei servizi ha avuto un esito che difficilmente avrebbe potuto essere diverso. Solo il centrosinistra trecatese non lo aveva capito".