Galliate - La notizia era già nell'aria da tempo, prima ancora che il segretario della Lega Nord Matteo Salvini 'chiedesse' ai suoi sindaci di venire fuori dall'Anci (associazione nazionale Comuni italiani). Più volte il sindaco di Galliate, Davide Ferrari, si era mostrato scettico su questo ente. "Molti di voi hanno letto della scelta della nostra amministrazione di lasciare l'ANCI - scrive in una nota - risparmiando 3.500 euro, soldi che consentiranno una riduzione delle rette dello Scuolabus. Pochi sanno cos'è l'ANCI... ve lo spiego. L'ANCI è un'associazione storica, nata da più di un secolo, a cui aderiscono 7.300 comuni su 8.000, pari al 90% della popolazione. Una potente lobby, dicono altri, fondamentale ad esempio nella scalata al potere dell'ex sindaco Matteo Renzi, spinta dai preziosi uffici di due ex uomini chiave dell' Anci, Lorenzo Guerini (ex presidente Anci Lombardia) e soprattutto Antonio Rughetti (ex direttore generale, per vent'anni dominus dell'Anci), premiati poi da Renzi con la vicesegreteria Pd e un posto di governo. Guidare l'Anci in effetti non è incombenza da tutti, viste le proporzioni. Venti sedi regionali, ognuna col suo ufficio di presidenza, segreteria generale, dipartimenti, revisori dei conti. E prima ancora l'Anci nazionale, da un biennio presieduta dal sindaco di Torino Piero Fassino, che come il suo predecessore, Sergio Chiamparino (anche lui Pd), ha rinunciato a compensi e gettoni, previsti per i vertici in caso di trasferte, convegni o incontri richiesti dall'Anci, dove, a scorrere i nomi degli organi direttivi ma anche dei dirigenti, si inciampa di continuo nella politica. Tra i circa 80 dipendenti dell'Anci nazionale, nella categoria dirigenti apicali, ecco Patrizia Minnelli, già fedelissima segretaria di Enzo Bianco (sindaco di Catania, Pd), con la qualifica di responsabile marketing istituzionale (84mila euro l'anno). Come segretario generale c'è Veronica Nicotra, figlia di Enzo Nicotra già deputato Dc, 232mila euro la sua retribuzione. Il suo vice è Alessandro Gargani (160mila euro), figlio dell'ex eurodeputato di Forza Italia Giuseppe Gargani, mentre l'ex senatore Pd Lucio D'Ubaldo è il direttore del Centro Documentazione e Studi Comuni Italiani, uno degli enti che fanno capo all'Anci. Quelli importanti, per il bilancio che gestiscono, però sono altri. Su tutti Ancitel Spa, «che da 27 anni - si legge sul loro sito - supporta gli enti locali nella gestione di tutti i processi di innovazione». L'amministratore delegato nel 2014 è diventata Gianna Marini, renziana di ferro già candidata Pd alla Regione Lazio ed ex presidente di BigBang Roma, l'associazione che raccoglieva fondi per la campagna elettorale di Renzi. A lei è subentrata, come attuale A.d., il fassiniano Stefano De Capitani. Il qualificato management però non basta a far andare bene le cose. I conti in rosso di Ancitel (circa 1 milione di euro) zavorrano anche quelli dell'Anci, che ha chiuso l'ultimo bilancio con 400mila euro di disavanzo. Ancitel è messa così male che si cerca un privato per liquidare la quota pubblica. Se fosse accessibile il bilancio di Anci, poi, si potrebbero verificare i 'rumors' che parlano di consulenze e costi del personale lievitati in un anno (in rosso) di mezzo milione. Ma non si può, «perché siamo un'associazione non riconosciuta, come i partiti, e quindi il bilancio non è pubblico», ti spiegano. I soldi sì, però. Ma ce ne sono altre di controllate Anci, come in una holding. C'è Cittalia, un centro studi, e lì al timone troviamo Leonardo Domenici, ex Ds e Pd che ha preceduto Renzi a Palazzo Vecchio. Gli studi interessano molto l'Anci. Nel 2013 ha firmato una super-consulenza al Viminale (5 milioni di euro) per creare «l' Accademia per le Autonomie», una scuola per formare il personale degli enti locali. Ma le spese per i corsi veri e propri, racconta l'Espresso, coprono il 30% dei soldi stanziati. Il resto sono ricevute di alberghi, viaggi e spese di amministrazione (dell'Anci). Poi, tra le controllate, ci sono anche Ifel, altro centro studi, che si mangia lo 0,8%-1% del gettito Imu dei Comuni. E poi ancora la fondazione Patrimonio Comune per «valorizzare gli immobili comunali». I soldi all'Anci arrivano dalle quote associative dei Comuni.La base è di 17 centesimi ad abitante, con l'aggiunta di un forfait. Per Padova, spiega il sindaco Bitonci, fanno 35mila euro l'anno. Giusti per l'impegno messo dall'Anci, risponde la segretaria generale Nicotra: «Facciamo con passione e fatica un lavoro enorme, insostituibile, per tutelare gli interessi dei Comuni e quindi dei cittadini. Un'associazione dei Comuni c'è in tutti i Paesi civili. Può pensare che sia inutile solo chi non conosce l'Anci»".
Lo stesso Salvini si è complimentato con Ferrari per questa scelta in un 'tweet'.
L'assessore Corrado Frugeri, uomo forte della Lega Nord in città, afferma: "Perché siamo usciti dall'Anci? La nostra scelta può essere riassunta in tre punti. 1) I soldi risparmiati andranno a beneficio dei Galliatesi. Abbiamo sempre detto, senza mai nasconderci, che vogliamo previlegiare i nostri Cittadini e questa era una ottima occasione per tener fede alla parola data. 2) ANCI, negli ultimi tre anni (Governi Monti, Letta e Renzi) si è appiattita su posizioni troppo filogovernative, chiaro segnale di una imbarazzante sudditanza politica dei vertici dell'Associazione, soprattutto in Piemonte dove figure come Fassino e Ballarè sono legati a doppio vincolo con la compagine governativa di Renzi e mai andranno contro i ditkat di partito, anche a costo di mettere in secondo piano gli interessi degli Enti Locali che dovrebbero rappresentare. 3) L'assoluta mancanza di trasparenza. L'associazione che dovrebbe rappresentare i Comuni, non è tenuta a pubblicare il proprio bilancio. Questo fatto si commenta da solo. E proprio in questo caso, diventa quanto mai attuale la frase di Snoopy (Il celebre cane dei Peanuts): 'Se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi'. Questo con buona pace delle malelingue, dei rosiconi e del professionisti della critica a priori".
Più chiari di così... da notare che in provincia di Novara hanno dato forfait ad Anci anche Arona (anche qui il sindaco, Alberto Gusmeroli, è della Lega Nord) e Cerano, il cui primo cittadino è invece di centro-sinistra ed è stato criticato con una nota-stampa da un consigliere di centro-destra.