Castelletto T. - “Basta propaganda sulla pelle dei bambini e delle loro famiglie!” Per fornire un’opportunità di approfondimento sulla proposta di riforma del sistema di affidamento dei minori proposto dall’assessore regionale leghista Chiara Caucino, il cosiddetto “allontanamento zero”, il Partito democratico novarese organizza una serata a Castelletto Ticino. Mercoledì 19 febbraio, alle 21, in Municipio, in piazza Fratelli Cervi a Castelletto Ticino, si svolgerà l’incontro “Insieme ai bambini e alle famiglie. Gli errori del disegno di legge regionale Allontanamento zero”. Si partirà dall’esperienza di una famiglia affidataria e si proseguirà con gli interventi dei consiglieri regionali Monica Canalis e Mimmo Rossi, della segretaria del Pd di Novara Ilaria Cornalba e dell’assessore alle Politiche sociali di Castelletto Ticino Sonia Fanchini. L’appuntamento, aperto al pubblico, è stato strutturato per favorire un dialogo con gli operatori sociali, i consorzi, le associazioni del terzo settore che operano sul tema e gli amministratori dei Comuni del territorio.
“In Piemonte la Giunta Cirio vuole modificare il sistema degli affidamenti dei minori allontanati dalle famiglie di origine. Un intervento normativo che si fonda su una visione errata della realtà da parte dell’assessore Caucino, come se in Piemonte si registrasse un numero eccessivo e allarmante di affidi – spiega il segretario del Pd novarese, Ilaria Cornalba - A smontare questo surreale immaginario ci sono i numeri e il lavoro dei professionisti che giornalmente sono impegnati a gestire situazioni complesse e delicate, un lavoro che rischia di essere compromesso dallo spericolato gioco della propaganda politica. Gli errori eventualmente commessi in altre parti del Paese non possono essere l’alibi per una strumentalizzazione che potrebbe distruggere in pochi mesi la credibilità di un modello di sostegno ai minori e alle famiglie in difficoltà, costruito in Piemonte in tanti anni".
"La legge Caucino sull’Allontanamento zero contiene molte inesattezze scientifiche e impone percorsi operativi troppo rigidi, senza peraltro prevedere le necessarie dotazioni finanziarie - aggiunge la consigliera Monica Canalis - e ha già sollevato un coro di critiche da parte di mondi molto diversi: università, famiglie affidatarie, assistenti sociali, sindacati, avvocati, consorzi socio assistenziali, Comuni. In Italia abbiamo già una legge (la 184 del 1983) che tutela il diritto del minore a crescere nella sua famiglia. Non c’è bisogno di un’altra legge regionale. Servirebbero risorse aggiuntive, per svolgere azioni di supporto ai genitori e assumere nuovi educatori, medici, psicologi, assistenti sociali e per rendere stabili i contratti precari. Invece la Legge Caucino è a saldi invariati, non prevede risorse aggiuntive, ma mira a dirottare sulle famiglie d’origine le risorse oggi destinate alle comunità e alle famiglie affidatarie, senza considerare che in molti casi il distacco temporaneo del minore è necessario per proteggerlo. La legge, insomma, è pura propaganda. Quindi, invece di denigrare il modello piemontese e gli operatori pubblici e del Terzo Settore, l’assessore si impegni a trovare nuovi finanziamenti, ascolti le critiche provenienti dall'università e dagli altri attori e non perda tempo su una Legge che è più dannosa che altro”.