Romentino - Sembra di ascoltare un film già visto ormai mille volte in televisione, soprattutto nelle trasmissioni di approfondimento politico: "Bisogna semplificare! Bisogna tagliare! Bisogna risparmiare!", che sono il preludio di... "Bisogna chiudere!". Il rischio non è immediato ma c'è, eccome, al Cisa Ovest Ticino, il consorzio dedicati ai servizi socio-assistenziali che da tempo vede in un unico ente i Comuni di Trecate, Galliate, Cameri, Romentino, Sozzago e Cerano. E per parlare dei provvedimenti che la dirigenza e i Comuni sono stati chiamati ad approvare per poter 'salvare il salvabile' è stata indetta una conferenza stampa cui erano presenti: i sindaco Ruggerone (Trecate), Paglino (Romentino) e Fossati (Sozzago), e gli assessori Ugazio (Galliate), Gambaro (Cameri) e Bricco (Cerano).
Il succo del discorso è semplice: la Regione nel nuovo piano finanziario dedicato alla Sanità e al Socio-assistenziale taglierà (e di molto) i fondi disponibili. Si deve fare quindi di necessità virtù, sapendo che almeno il 40% dei fondi disponibili nel 2011 non ci saranno quest'anno. "Il non sapere le cifre di preciso, nonostante le rassicurazioni dell'assessore regionale Monferino e del presidente Cota - ha detto Ruggerone - non ci permette di presentare i bilanci di previsione".
Ma veniamo agli indirizzi per il contenimento della spesa e per la predisposizione del bilancio di previsione dell'esercizio finanziario 2012. Previsti 12 provvedimenti importanti: 1) sospensione erogazione contributi a minori riconosciuti dalla sola madre in attesa di definizione risorse da parte della Regione; 2) sospensione di tutte le borse lavoro e i contributi per i tirocini socializzanti, ad eccezione di quelli finanziati da appositi progetti; 3) sospensione di qualsiasi spesa relativa ad inserimenti in struttura di qualsiasi utente, fatti salvi eventuali provvedimenti urgenti (per protezione) del Tribunale per i Minorenni; 4) sospensione di tutte le attività relative al progetto 'Il puzzle-starebenestaremale' ad eccezione di quelle effettuate e finanziate dai singoli Comuni o dalla Fondazione della Comunità del Novarese ('Progetto Casco'); 5) riduzione delle ore di educatori professionali ed assistenti domiciliari attivate sul territorio in carico alle cooperative sociali; 6) sospensione dell'erogazione del contributo economico agli anziani e ai disabili che usufruiscono del progetto 'Clarissa'; 7) adeguamento della compartecipazione economica al servizio di assistenza domiciliare; 8) aumento delle rette per i servizi non convenzionati con l'Asl (residenzialità e semiresidenzialità per anziani e disabili); 9) riduzione dei posti letto non convenzionati; 10) non riconoscimento degli aumenti delle rette delle diverse strutture esterne; 11) concessione delle strutture per anziani e di Villa Varzi (presto partirà un bando che dovrebbe avere durata di 35 anni); 12) adeguamento compartecipazione centro diurno per disabili.
"Il problema - ha sottolineato Gambaro - è che i tagli possono andare bene in quelle aree disomogenee e 'costose' del Piemonte come in collina o in montagna; ma qui è tutta pianura, un Comune è a pochi chilometri dall'altro, non vedo come questa politica possa portare dei benefici".
Ugazio: "Mi preme ricordare che oltre ai servizi ci preme anche mantenere i posti di lavoro, perché qui è in gioco il futuro di molte famiglie".
Ma vediamo qualche numero per capire quel che attenderà gli 'ovest ticinesi' nel breve periodo: il posto in una casa di riposo non convenzionata per anziano passa da 65 euro al giorno a 85 euro; il ricovero degli anziani autosufficienti da 36 a 51,41; il ricovero temporaneo di anziano in posto non convenzionato da 70 a 85; il centro diurno per anziano non convenzionato a tempo pieno da 31 a 42; il servizio mensa a domicilio da 5.75 a 6; il servizio lavanderia biancheria piana da 2 a 4 e personale da 4 a 8; il telesoccorso da 15 a 19; infine gli assistenti familiari 'Clarissa' per anziani e disabili è pagato per intero dall'utente.
Paglino: "Questo è un consorzio che funziona, spiace che viene messo nelle condizioni di un cambiamento radicale del suo modo di essere e fare. Mancando i fondi regionali al Cisa dovranno essere i Comuni a farsi ulteriormente carico di questi costi, pesando sul bilancio dei cittadini e sulla pressione fiscale".
Infine Baccalaro: "Noi diamo servizi non conti economici, per cui se devo tagliare elimino dei servizi. Purtroppo la conseguenza è questa, anche se oggi lavorano per il Cisa complessivamente 450 persone, di cui 28 dipendenti diretti e gli altri da cooperative. Nei nostri uffici ci sono solo 4 amministrativi e il Cda non prende un euro di sovvenzione da un paio d'anni...".
Le decisioni su tagli e aumenti saranno opearativi dal 1° aprile. E non sarà... un bel "Pesce d'aprile"...
Gianmaria Balboni