Trecate - Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del circolo trecatese del Pd: "A seguito dell’approvazione in Consiglio Comunale del bilancio di previsione 2013, approvazione che ha visto l’opposizione non avanzare alcuna proposta lasciando il consiglio anzitempo, desideriamo chiarire con onestà e trasparenza la linea politica che il PD ha contribuito a costruire all’interno dell’Amministrazione Comunale, provando a spiegare con semplicità e col supporto di dati concreti i motivi che ci portano a rivendicare un lavoro fatto anzitutto per la tutela dei cittadini e delle loro tasche, già duramente provate. Tutto questo dovendo rispettare (tra le altre cose) il patto di stabilità, il cui sforamento produrrebbe riflessi estremamente dannosi per il Comune e, di riflesso, ancora sui cittadini. Contrariamente a quanto si possa pensare, la continua diminuzione dei trasferimenti dallo Stato ed il mancato saldo del pregresso da parte della Regione (ad esempio il cosiddetto “bonus benzina” riferito al 2009 che, si spera, sarà perfezionato nelle prossime settimane), non comportano solo in astratto delle limitazioni per l’Ente Comunale, ma gli scompensi prodotti ricadono anche su ciò che il Comune restituisce ai cittadini in termini di imposte (ad esempio IMU), di servizi e di costi degli stessi. Fatta questa debita premessa riportiamo qualche dato. I fondi trasferiti dallo Stato sono passati dai 3.280.000 € del 2011 a 1.927.000 dello scorso anno a 928.000 di oggi. Per far fronte a questo scompenso lo Stato ha introdotto l’IMU. Lo scorso anno, la volontà politica è stata mantenere le aliquote il più basse possibile, cioè il 4‰ sulla prima casa e 8,7‰ sugli altri immobili, attestandosi sui livelli tra i più bassi della provincia. A fronte dei minori trasferimenti a cui abbiam fatto cenno si è dovuto provvedere ad un leggero ritocco, mantenendo inalterata la prima casa e portando al 9,1‰ gli altri immobili. Questa manovra volta a salvaguardare le finanze delle famiglie si è potuta concretizzare solo razionalizzando i costi: ad esempio, prendendo come anno di riferimento il 2009, alla voce “studi e consulenze” si passa dai 176.330 € allo 0 del 2013 (!!!). Le spese di rappresentanza scendono da 9736 a 1900, per le autovetture (acquisto, noleggio, manutenzione) da 96.194 € a 77.000 €. Per il prossimo triennio si è previsto di non contrarre nuovi mutui per continuare a ridurre l’indebitamento dell’ente aumentando la disponibilità di risorse. I capitoli di spesa su eventi e manifestazioni sono sempre più ridotti al lumicino, eppure le attività, con drastici tagli e razionalizzazioni, proseguono. Significativa la rivisitazione delle aliquote dell’addizionale IRPEF: non tanto per il gettito prodotto, (circa 70.000 €), quanto per il carattere di progressività e riequilibrio: eliminando l’aliquota unica, uguale per tutti. Ecco allora che circa 5500 trecatesi non vedranno variazioni, altrettanti un aumento di pochi euro e circa 2200 un’aumento di qualche decina di euro. Il concetto di redistribuzione del carico è importante anche su alcune tariffe di servizi a domanda individuale, partendo dal presupposto che la quota non pagata da un singolo viene poi caricata sulle spalle già provate di tutti gli altri. Un ruolo importante assume la nuova TARES, che impone per legge una copertura integrale dei costi del servizio, il che significa dover ipotizzare un aumento delle tariffe di circa il 20%. La nostra linea politica, anche in questo caso, dimostra massima attenzione (come su tutto il campo del sociale) per le categorie più svantaggiate, esentando i nuclei familiari con un ISEE inferiore agli 8.500 €, dato importante perchè, come detto, si tratta poi di redistribuire il carico sulle altre categorie per adempiere alla copertura integrale del servizio. Il nuovo sistema prevede una rivoluzione sui criteri dell’imposta, ovvero oltre alla superficie degli alloggi, anche il numero degli occupanti. Il criterio è certamente più equo (i rifiuti li producono le persone, non dalle superfici in quanti tali), rimane il fatto che ad essere più penalizzati sono i nuclei familiari più numerosi, che spesso sono anche i meno abbienti. Si è voluto allora procedere ad un riequilibrio con gli strumenti a disposizione, ovvero proteggere quelle categorie più esposte dal nuovo sistema tariffario a rincari, tramite quozienti fissati per legge, e chiedere di più a chi, con la nuova formulazione, risulta perfino leggermente avvantaggiato. Esempio concreto che riassume tutte le diverse categorie: la legge prevede un coefficiente (kd) che l’Amministrazione può gestire a propria discrezione ma solo entro valori massimi e minimi: gli ortofrutta, tra i più penalizzati, hanno un Kd che può oscillare tra 58,76 e 92,56. Ecco che la nostra volontà politica è stata quella di tenere al minimo un valore già pesantissimo per queste attività, fissandolo così al 58,76. Al contrario, le banche, prevedono un Kd oscillante tra 4,50 e 5,03. Abbiamo imposto il massimo, 5,03. Queste scelte, da noi rivendicate con fermezza come eque e mirate a proteggere i cittadini e le loro tasche, sono state bollate come poco coraggiose da quell’opposizione che in Consiglio Comunale ha votato contro senza però chiarire come giungere a quella copertura obbligatoria del 100% dei costi. Che, tradotto, significa dover caricare su qualcuno i vantaggi per qualcun altro. Noi del PD, come tutta la maggioranza, pensiamo che ci voglia un bel coraggio a non tutelare chi è già tartassato senza dire quali categorie penalizzare. Molto facile e propagandistico fare l’ opposizione che ironizza e attacca una maggioranza che in segno di onestà e chiarezza verso i cittadini non assume impegni che non può prendere e che in ogni caso sono secondari rispetto alla quotidianità dei cittadini che devono reggere una pressione fiscale terribile. Noi ci concentriamo su quello, non siamo soliti inserire un elenco di opere irrealizzabili per poi dire che non ci sono soldi. I soldi non ci sono e quindi non le mettiamo, perchè i cittadini non vanno presi in giro, infatti il piano delle opere pubbliche triennale sopra i 100.000 € e’ pari a Zero. Stesso dicasi peraltro delle aliquote IMU. Noi siamo convinti che i cittadini sappiano perfettamente distinguere il fumo negli occhi dai dati concreti. Accusare la maggioranza di voler fare cassa sull’IMU è tanto bizzarro quanto illogico: si sarebbero potute alzare di più le aliquote, oppure bastava portare quella su seconda casa e produttivo al massimo consentito. Con buona pace di chi ha investito i propri risparmi in un secondo appartamento o chi ha un’attività commerciale. Oppure ancora contestare che a fronte di rincari non si migliorano i servizi. Crediamo che ogni cittadino sappia bene la differenza tra fare un pieno di benzina oggi e tre anni fa. I litri che vanno nel serbatoio sono gli stessi. Però costa di più. Ecco perchè siamo convinti che questi pochi ma significativi dati confermino l’onestà e il senso preciso della nostra linea politica: perchè dimostrano che siamo attenti ai bisogni cittadini e arriviamo a salvaguardarli fino a dove i conti e le leggi ce lo permettono. L’ultima conferma ci arriva proprio da quella opposizione: al netto degli attacchi su mancanza di coraggio sulla TARES, senza spiegare come rimodularla (comodissimo non dire apertamente chi si vorrebbe penalizzare), al netto degli attacchi su rincari ineluttabili, al netto del sarcasmo sulle opere pubbliche e soprattutto al netto di esposti contro una convenzione rivista per il forno crematorio che porterà alle casse del Comune (e di ritorno ai cittadini) 40.000 € annui più oneri per cremazioni che potrebbero arrivare alla cifra di 200.000 € annui, a fronte dei 1.260 € della convenzione precedente, sì avete capito bene, 1.260)...ebbene, al netto di questo niente altro è stato contestato. I casi sono due: o il nostro operato è stato inappuntabile, oppure chi deve proporre una visione alternativa alla nostra non è stato in grado di fornirla".