Galliate - "Al fine di fare chiarezza in merito a notizie diffuse, nelle scorse settimane, sui social network - scrive il sindaco, Claudiano Di Caprio - del tutto prive di fondamento e lesive dell’immagine e del buon nome dell’attuale Amministrazione, reputo doveroso puntualizzare quanto segue. A) Alla data odierna, tutti i Consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, e l’assessore che avevano debiti tributari nei confronti del Comune hanno pagato le somme dovute a titolo di tasse o imposte. Nei loro confronti risultano, inoltre, già notificati gli avvisi di accertamento finalizzati a recuperare le somme ancora dovute per sanzioni e interessi. Un solo Consigliere comunale non ha pagato interamente il proprio debito, avendo presentato istanza di rateizzazione che è stata accolta, poiché conforme alla disciplina contenute nel regolamento comunale in materia di dilazioni di pagamento. B) L’affermazione secondo la quale gli uffici comunali non avrebbero effettuato, all’atto della presentazione della candidatura a Consigliere comunale, i necessari controlli sulla esistenza di cause di incandidabilità previste per legge è del tutto destituita di fondamento. Tutti i candidati hanno presentato la dichiarazione di accettazione della candidatura alla carica di Consigliere comunale nella quale – come previsto dall’art. 12 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 – hanno attestato di non avere subito sentenze definitive di condanna definitive per gravi reati (es. associazione di stampo mafioso, delitti contro la pubblica amministrazione come il peculato, la concussione, la corruzione). La veridicità di tali dichiarazioni è stata successivamente accertata dagli uffici comunali chiedendo presso la cancelleria del Tribunale i certificati penali dei Consiglieri comunali eletti. Del resto, nessuno dei Consiglieri comunali, durante la seduta di convalida degli eletti, ha eccepito l’esistenza in capo agli altri componenti dell’organo consiliare, di cause di incandidabilità. C) Non risponde al vero neanche la diceria secondo la quale in Consiglio comunale siedono Consiglieri la cui nomina non poteva essere convalidata per l’esistenza di debiti tributari nei confronti del Comune. La legge prevede, infatti, che l’incompatibilità con la carica di Consigliere comunale si verifichi soltanto in presenza di debiti liquidi ed esigibili per tributi dovuti al Comune relativamente ai quali siano stati notificati un avviso di accertamento oppure una cartella di pagamento. Soltanto la notificazione di un avviso di accertamento o di una cartella di pagamento, non impugnati, rende definitivo il debito tributario (Cassazione 10947/2015) nei confronti del Comune e rende legittimo l’avvio della procedura di decadenza del Consigliere comunale per incompatibilità, così come previsto dal Testo Unico degli Enti Locali. D) Le critiche sulle scelte politico – organizzative dell’Amministrazione sono sempre legittime, in quanto espressione di democrazia e del principio di libertà di opinione, ma non possono spingersi fino al punto da mettere in discussione la condotta degli Uffici comunali che è stata sempre improntata al rispetto della legge e alla cura del pubblico interesse. E’ mia intenzione tutelare il buon nome degli Uffici e dei servizi dell’Ente, in tutte le sedi al fine di garantire che il loro lavoro si svolga in modo sereno".
Emanuele Zuin (Galliate Futura) commenta così le dichiarazioni del sindaco: "Abbiamo appreso con soddisfazione dal comunicato stampa del sindaco di Galliate Claudiano Di Caprio, come dopo la diffida da noi inviata in data 14 ottobre l’Amministrazione per non incorrere nel reato di omissione di atti d ufficio abbia provveduto ad inviare ai consiglieri comunali morosi nel pagamento delle imposte comunali gli avvisi di accertamento e che gli stessi consiglieri, ricevuta l’intimazione, per non incorrere nella decadenza dalla carica abbiano provveduto a regolarizzare la loro posizione. Attendiamo ora al varco Sindaco e Giunta sull’altra questione oggetto di diffida e cioè il recupero delle imposte arretrate per 2.650.000 euro. E ciò a tutela della corretta amministrazione e del buon nome del ente... Rimane il dubbio: se la minoranza non avesse indagato e intimato l'accertamento con procedura legale, i consiglieri di maggioranza avrebbero mai regolarizzato le loro posizioni debitorie?"