Galliate - Nel 99° anniversario della conclusione della Prima Guerra Mondiale, ecco le parole lette dal sindaco Davide Ferrari in occasione delle celebrazioni per il 4 Novembre nella sua città: "«La mancata resistenza della IIª Armata vilmente ritiratisi senza combattere, o ignominiosamente arresisi al nemico, ha permesso alle forze austro-germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia». Cosi esordiva incredibilmente il primo bollettino di Guerra del generale Cadorna dopo la sconfitta di Caporetto. Dopo il clamoroso cedimento del fronte e la rotta disperata delle truppe massacrate dal nemico anche con i gas nervini, causati dagli errori del comando italiano, il Capo di Stato Maggiore si scrollava di dosso le responsabilita’ della sconfitta addossandole incredibilmente sui suoi soldati. Dopo Caporetto, vennero chiamati alle armi i ragazzi del ’99, questa la famosa denominazione data alle leve che nel 1917 compivano il diciottesimo anno di età e che pertanto potevano essere impiegate sul campo di battaglia, spesso in prima linea a riempire i vuoti creatisi dopo la battaglia di Caporetto. I ragazzi del 99 combatterono valorosamente ed eroicamente, conoscendo sulla propria pelle, nei loro occhi e nei loro cuori cosa davvero significava la tragedia della guerra, il suo sconvolgimento sociale, le sue privazioni, le sue sofferenze. Una generazione che nasceva, mentre l’ottocento finiva! Le giovanissime reclute, in un momento di gravissima crisi per il Paese e per il Regio Esercito, rinsaldarono le file sul Piave, del Grappa e del Montello, permettendo all'Italia la riscossa nel 1918 a un anno esatto da Caporetto con la battaglia di Vittorio Veneto e quindi la firma dell'armistizio da parte dell'Impero austro-ungarico. Una giovanissima generazione protagonista sul campo di battaglia della riscossa dell’Italia. Spesso, durante queste ricorrenze, ho richiamato la similitudine tra le Guerre in armi e la Guerra che abbiamo combattuto nel nostro secolo, quella economica, dalla quale stiamo finalmente uscendo. E ancora oggi da quella similitudine ne nasce un’altra: quella tra i giovani impegnati nel fronte della prima Guerra mondiale e quelli di oggi, i nostri “ragazzi del 1999”. Oggi i nostri ragazzi li mandiamo al fronte della nostra guerra armati della loro inventiva, della loro fantasia e della loro energia sperando che possano essere protagonisti della riscossa dell’Italia sul campo della nostra battaglia. Ieri i ragazzi del 99 erano spediti al fronte… oggi i ragazzi del 99 possono viaggiare, studiare e crescere liberi per l’europa e per il mondo. Se lo possono fare devono ringraziare anche i loro coetanei di cento anni fa. I nostri ragazzi del 99 hanno una grande liberta’, ma anche una grande responsabilita’. Saranno loro i padri di una società da costruire e migliorare ed oggi spetta a noi adulti coinvolgerli e fargli capire che l’Italia ha bisogno del loro contributo, non del loro sacrificio. Dobbiamo stimolarli, avere fiducia in loro, spronarli e dal loro una opportunita’. Ma per essere protagonist della riscossa cosi come cent’anni fa dovranno avere condottieri che diano l’esempio e che non li tradiscano. Spetta a noi amministratori e responsabili della vita pubblica a tutti i livelli, non tradire le loro aspettative cosi’ come fece il generale Cadorna cento anni fa e cosi come purtroppo hanno fatto le recenti classi politiche. Tra breve saremo chiamati alle urne ed avremo una possibilita’, quella di dare vita ad una nuova classe politica che sia speriamo sia in grado di ascoltare i nostri ragazzi del 99 e non di tradirli. Un ragazzo del 99 di allora scriveva: “Solamente ora, ahimè, capisco che a noi qui non è rimasto più niente, solo i boati nelle orecchie, il freddo sulle gambe, il respiro dell’ingiustizia nella mente e il peso di vite umane che grava sul cuore, e guardando come incantato il mondo intorno a me, per la prima volta nella mia vita, ho paura e voglio fuggire”. Spero in un futuro in cui i nostri ragazzi del 99 non debbano mai piu’ sentirsi soli, abbandonati, circondati dal vuoto al punto di avere paura, sentiti traditi ed andarsene. Chiudo con un sentito e doveroso ringraziamento a tutte le associazioni d’arma intervenute, alla banda Verde Azzurra, ai consiglieri comunali e ai cittadini presenti ed infine un pensiero va a I Chilu, penna nera di Galliate e al partigiano Giovanni Malinverni che non sono piu’ qui con noi. W l’Italia e W le Forze Armate".