Cerano - Riceviamo e pubblichiamo da Alessandro Albanese: "Lo scorso 27 novembre, dopo un'articolata discussione, il Consiglio comunale di Cerano approvò all'unanimità una mozione presentata da me con l'impegno per l'Amministrazione a "mettere in atto interventi mirati a disincentivare la pratica del gioco con vincite in denaro"; a sostegno della mozione presentai anche uno studio della nostra ASL attestante come la ludopatia sia una patologia sempre più diffusa. Su questo fronte sono subentrate due importanti novità; innanzitutto lo scorso 26 aprile è stata finalmente approvata la nuova Legge regionale piemontese in materia che, tra l'altro, prevede che a tutela dei soggetti particolarmente vulnerabili è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovino ad una determina distanza da istituti scolastici, centri di formazione, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali e strutture del settore socio-sanitari, luoghi di aggregazione giovanile e istituti di credito; tale distanza per i Comuni sopra i 5000 abitanti (come Cerano) non deve essere inferiore ai 500 metri. La nuova Legge regionale stabilisce inoltre che toccherà ai Comuni, per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica, disporre limitazioni temporali all'esercizio del gioco tramite slot machine negli esercizi pubblici e commerciali. Sotto questo aspetto è di particolare rilevanza una recente sentenza del TAR che, a seguito di un parere della Corte Costituzionale, ha ribaltato una precedente sentenza rigettando la richiesta di risarcimento avanzata da due ditte e di fatto stabilendo che il Comune di Verbania coinvolto nella vicenda ha il diritto di limitare l'uso delle slot machine a tutela della salute dei cittadini. Essendo subentrate queste importanti novità, ho sollecitato ufficialmente il sindaco di Cerano ad intervenire attuando misure concrete al fine di contrastare la piaga sociale rappresentata dal gioco d'azzardo e soprattutto dalle conseguenze che ne derivano: con la Legge emanata dalla Regione e con la recente sentenza del TAR non ci sono più alibi".