Galliate - "Sono certo - scrive Cosimo Bifano, del comitato permanente di solidarietà internazionale - che a nessuno di voi è scappata la notizia pubblicata il 28 gennaio scorso dal Corriere di Novara del bilancio fatto dal parroco, don Ernesto Bozzini, sull’attività svolta nel 2011 e del titolo che la giornalista ha sintetizzato 'meno male che c’è la solidarietà'. La notizia chiara ed inequivocabile ha riportato in auge quello che lo scorso anno a marzo avevo già segnalato con una supplica a tutti voi e ripreso successivamente in autunno. E’ trascorso un anno circa e nel nostro direttivo del comitato di solidarietà più volte è stato discusso il bisogno di fare qualcosa subito per la grave crisi che oltretutto è aumentata e va peggiorando. Il 20 gennaio abbiamo affrontato nuovamente l’argomento con la convinzione di agire subito per creare supporto concreto alle persone che arrancano giornalmente. Nell’articolo il parroco ha ben evidenziato a chi e quanto è stato l’impegno della solidarietà dei singoli cittadini: 34.000 euro del progetto Famiglie adotta Famiglie e gli ulteriori 4.000 euro della Parrocchia per sostenere esigenze primarie. Sono sempre più convinto che Galliate possa acquisire la laurea di città della Solidarietà perché, se aggiungiamo a quanto donato anche dalle altre associazioni per loro conto, il contesto diventa un dato importante. Come comitato permanente di solidarietà internazionale non possiamo che essere fieri di vivere in una città cosi solidale, ma sono convinto che si possa fare di più e come già detto strutturare il bisogno. Da sola la solidarietà non può sopperire ai bisogni cronici di chi perde il lavoro e di chi non possiede più dignità, perché farsi aiutare pone molti difronte ad una sofferenza umana non sostenibile. Il giornale riporta nella stessa pagina anche che in questa città ci sono 120 famiglie che passano dalla Caritas per approviggionarsi di cibo e queste sono solo quelle che conosciamo e le altre che non si vedono quante sono? Le persone invisibili che si vergognano di recarsi alla Caritas quante sono? Non lo sappiamo con certezza è un dato sconosciuto alle persone cosiddette normali. Purtroppo anche in questa città solidale ci sono persone che recuperano le verdure al venerdi al mercato e qualcuno anche dietro ai supermercati o discount quando c’è e quando si può. Questa è la nostra città con la sua crisi, dove il lavoro sta diventando un optional per tanti e le scelte da fare sono vitali tra scaldarsi o pagare il ticket di una visita medica. Sta diventando sempre più frequente che la società del gas stacchi i contatori, perché le famiglie non riescono a pagare le bollette. L’anno appena iniziato non porta buon auspici e sarà peggio quando arriveranno le bollette con il consumo di questo gelido inverno. Per questo bisogna agire subito, per cercare di trovare soluzioni strutturate. Sono contento che la sollecitazione venga anche dalla parrocchia, che ci chiede maggior collaborazione e a cui rispondiamo che siamo pronti, ma da soli non bastiamo. L’impegno deve essere condiviso dalle forze politiche e sociali di questa città di chi ha più responsabilità e può decidere sulle cose concrete. Qualche proposta l’avevo avanzata in più di un occasione ma senza alcun risvolto nemmeno di confronto. La scommessa è creare lavoro e cercare formule adatte al momento. Si possono ipotizzare azioni di solidarietà come società di mutuo soccorso o Fondazioni, dove con la collaborazione degli enti e dei singoli cittadini si creano fondi garantiti a sostegno del bisogno. Potrebbero servire a garantire gli affitti concordati con i proprietari, che non avrebbero più il dubbio di non percepire il mensile. Ma mi permetto di suggerire che si potrebbe anche intraprendere un'azione di sgravio considerevole degli oneri di urbanizzazione a favore di chi ristruttura le tante case vecchie della città, creando cosi un volano di lavoro di edilizia e tutto quello che ne consegue. Il ricavato dell’operazione potrebbe finanziare anche delle Borse di Studio per i Giovani per uno studio di analisi delle ricchezze del territorio da sfruttare per la creazioni di posti di lavoro. Rilancio la proposta di 1 euro a famiglia: sarebbero sempre 6.500 euro al mese circa e anche questo servirebbe a tamponare e la riduzione dell’Ici o Imu sulle seconde case sempre a condizione del calmiere degli affitti. Credo che ormai il futuro ci proponga tanti sacrifici che colpiranno sempre i più deboli e ripeto la responsabilità delle istituzioni democratiche deve farsi carico del grave disagio sociale. Noto con interesse che gli amministratori si riducono il loro stipendio e sarei grato che oltre a questo si intraprendessero azioni strutturate e non solo oboli giusti e condivisibili, ma provvisori rispetto alla grave crisi che i cittadini stanno attraversando in questa città. Grazie ai galliatesi solidali e, accettando l’invito del parroco a collaborare, invito le persone di buona volontà a trovarci attorno ad un tavolo per studiare e condividere un percorso che possa gratificare chi di questa città ne va fiero e orgoglioso. Il comitato permanente di solidarietà internazionale ci vuole provare e adesso sta a voi rispondere all’appello fatto con il cuore in mano".