Share |

Lettera aperta ai trecatesi di Francesco Saracino

Trecate - "Caro amica/o - ci scrive Francesco Saracino - nelle scorse elezioni del Consiglio Comunale di Trecate sono stato eletto nelle file di Forza Italia, animato dalla volontà di operare per il bene di noi trecatesi, questa scelta di principio mi ha posto spesso fuori dalle logiche di partito.  Più di un anno fa, mi sono reso conto di come l'amministrazione Zanotti non funzionasse più, e di come la più grande preoccupazione di quella giunta fosse ben lontana dal promuovere l' interesse comune ma solo di sopravvivere mantenendo gli equilibri di partito e fra alleati – tutte questioni legate alla sopravvivenza della Giunta e importanti solo per le Segreterie novaresi – piuttosto che risolvere i problemi dei cittadini.  Ho quindi deciso di fare in prima persona quello che tutti volevano, sia l'opposizione che la maggioranza, ovvero dimettermi insieme ad altri consiglieri, e porre fine ad un'esperienza amministrativa inadeguata alla Città.
La mia speranza era che, dopo un periodo di commissariamento, il cittadini di Trecate potessero avere la possibilità di scegliere una nuova amministrazione, un nuovo Sindaco in un contesto di nuovo assetto politico, in cui i membri della vecchia amministrazione fossero ben distinti da chi, a torto o a ragione, li aveva sfiduciati al punto da chiederne e provocarne la caduta. Invece vedo che tra i candidati che si propongono al nostro giudizio i vecchi amministratori tanto contestati vanno a braccetto con chi li contestava, che ancora una volta finisce a tarallucci e vino, che prevale la regola del volemose bene, di tutti insieme anche se ci siamo odiati, del minestrone per la vittoria. Temo che se uno di questi compromessi trecatesi siglati in varie liste per l'ottenimento di una poltrona dovesse vincere le elezioni, nulla cambierebbe rispetto al passato, e ben presto ci ritroveremo come prima, se non peggio. Personalmente, non sarò candidato in alcuna lista, quindi NON VI STO CHIEDENDO DI VOTARE PER ME. Vi chiedo invece di riflettere con serenità sull'ipocrisia di chi non esita ad arruolare il proprio nemico di ieri pur di essere eletto, e su come i simboli dei partiti, a parte qualche slogan e qualche colore, siano alla fine tutti uguali: la coerenza o le regole, o il volere dei cittadini, passano tutti in secondo piano di fronte a una poltrona".