Cerano - Ci scrive il consigliere provinciale Alessandro Albanese: "Vorrei fare qualche riflessione partendo con il citare alcune frasi dalla pubblicazione “La casta” degli autori Sergio Rizzo e G. Antonio Stella. “La pianeggiante Comunità montana di Palagiano è unica al mondo: non ha salite, non ha discese e svetta a 39 metri sul livello del mare. Con un cocuzzolo, ai margini del territorio comunale, che troneggia himalaiano 86. Cioè 12 metri meno del campanile di San Marco. Vi chiederete: cosa ci fa una Comunità montana adagiata nella campagna di Taranto piatta come un biliardo? Detta alla bocconiana, l’ente pubblico pugliese ha due mission. Una è dimostrare che gli amministratori italiani, che già s’erano inventati in Calabria un lago inesistente a Piano della Lacina e un’immensa tenuta di olivi secolari nel mare (catastale) di Gioia Tauro, possono rivaleggiare in fantasia con l’abate Balthazard che si inventò l’Isola dei filosofi, dove non esisteva un governo perché i suoi abitanti non riuscivano a decidere insieme quale fosse il “sistema meno oppressivo e più illuminato”. L’altra è distribuire un po’ di poltrone. Obiettivo assai più concreto della salvaguardia di un borgo alpino o della sistemazione di una mulattiera appenninica”. Quanto esemplificato da questa citazione, unitamente ad alcuni recenti accadimenti balzati agli onori delle cronache, dimostra che siamo davanti ad una necessità non più procrastinabile: il ricambio della classe dirigente del nostro Paese. A tutti i livelli di governo, così come negli enti che in qualche modo hanno a che fare con la gestione della cosa pubblica, è fondamentale un cambiamento netto di mentalità. L’impegno politico-amministrativo deve tornare ad essere motivato solo ed unicamente dalla volontà di perseguire il bene comune sulla scorta di valori ed ideali; se così non sarà, purtroppo il declino a cui stiamo tristemente assistendo accompagnato da un inevitabile senso di sfiducia da parte della gente risulteranno inarrestabili. Ecco perché i partiti per primi devono trovare il modo e la forza di mettere in atto un radicale cambiamento al loro interno: cambiamento innanzitutto nel metodo di selezione della classe dirigente e, di conseguenza, nell’agire di quanti si ritroveranno ad avere dei ruoli nelle Istituzioni. Sono convinto che questa sia l’unica via per recuperare credibilità da parte dei partiti che, è bene sottolinearlo, non sono il male assoluto: la considerazione negativa che con buona ragione ne ha la pubblica opinione è dovuta ai comportamenti deprecabili che troppe persone nel tempo hanno avuto, anche utilizzando i partiti stessi per fini tutt’altro che nobili".