Trecate - Ci scrive Edoardo Locarni, non in qualità di neo consigliere comunale della Lega Nord Padania, ma proprio in quanto militante del Carroccio sul recente raduno di Bergamo dopo i fatti che hanno coinvolto Belsito, Bossi junior e la Mauro.
"Bergamo - Bossi: Chiedo scusa per i miei figli perché i danni sono stati fatti da chi porta il mio cognome" e prosegue " mai più parenti dei dirigenti dentro il partito. Maroni: Sono momenti di dolore per noi, per i militanti e per Bossi che non merita quello che è successo. Non si sono cerchi che tengano, dobbiamo fare pulizia. Oggi abbiamo chiesto di dimettersi ad una persona che però ha detto di no, mi dispiace. Al prossimo Consiglio Federale chiederemo le espulsioni di Belsito e di Mauro. Se il vicepresidente del Senato non lo farà, ci penserà la Lega a dimetterla. Chi sbaglia paga. Chi ha preso soldi alla Lega li dovrà restituire fino all'ultimo centesimo, perché noi siamo diversi dagli altri partiti, ma no alla caccia alle streghe. Ho provato orrore per le accuse di collusione con la 'ndrangheta, cose inaudite. Travaglio (ospite a "Otto e Mezzo"): La Lega è sicuramente un partito diverso, hanno trascorso diversi giorni a sentirsi dire che erano come e peggio degli altri. Invece con un colpo di reni veramente da movimento popolare ben consci di avere un elettorato e una base molto migliore di certi dirigenti, hanno saputo fare quello scatto che li ha distanziati di nuovo dagli altri partiti che sono parecchi passi indietro rispetto alla Lega. Cari amici - afferma Locarni - ho letto ancora poco fa i commenti di tanti Robespierre - e non mi riferisco ai giornalisti e ai politici, di quelli si sa - che non sapendo dove placare la loro sete di rivalsa, critica e sarcasmo, dopo ieri sera "pregiano" dei loro commenti le improbabili bacheche di fuoriusciti, espulsi e avversari della Lega. Commenti della peggior e bassa ironia fatta di dietrologie che si commentano da sole. A queste persone, ma ancora più a me stesso, dico che ancora di più e soprattutto per questo, mi sento orgogliosamente diverso da loro. Non possono capire, costoro, quanto un'umiliazione per un leghista, sia ancora di più un'umiliazione. Non solo e non tanto per quello che loro dicono di noi, ma perché prima ancora che ci pensassero loro, i feriti e gli umiliati siamo stati noi dentro alla nostra anima. Ogni militante leghista sente la Lega la sua casa, la sua famiglia. E chi crede nel valore intrinseco della famiglia, quando vede ciò che accade, la prima cosa che fa è domandarsi se anch'egli è stato responsabile e non ha fatto il proprio dovere fino in fondo. La Lega è una fede, perché è il mezzo per raggiungere un progetto. E ad un progetto si lavora tutti assieme. Han detto bene Umberto Bossi e Bobo Maroni: "Bisogna restare uniti". Non biasimo chi, ieri, oggi e anche domani sarà ancora qui a rovistare per trovar un po’ di marcio su cui crogiolare le proprie critiche dietrologiche. E ci mancherebbe. Chi vive la politica sa che fa parte del gioco e anche con questo gioco seppur meschino si diventa grandi. A volte mi arrabbio, a volte soffro da morire. Dipende da chi parte la critica e dalla dose di cattiveria e sarcasmo. Ma sarebbe bello che chiunque voglia entrar nel gioco, lo faccia gettando il sasso, ma anche mostrando la mano con onestà intellettuale riconoscendo che nessuno nel mio partito si è tirato indietro. E nessuno prima di noi lo ha mai fatto. Qui nessuno è scappato in Tunisia o ha fatto il Savoia. I nostri dirigenti sono con noi perché noi siamo la Lega e hanno chiesto scusa. Quanti di noi sanno chiedere scusa, pentirsi e soffrire per gli errori, le umiliazioni che hanno prodotto agli altri? Quella di Bergamo è stata una grande lezione per tutti, ma soprattutto per coloro che non vogliono rimanere nel limbo della superficialità politica. Ed è per questo che sono orgogliosamente fiero di essere leghista e mi dispiace per chi non ha la fortuna di avere la coscienza che ho io in questo momento. Ben lo sa chi conosce appassionati leghisti come me. Magari invidia un pochino la determinazione che ho dentro, perché gli manca il sogno. Grazie Umberto. Grazie Bobo. Grazie Lega".